Cultura e Spettacoli

Federico II di Svevia: Rivoluzionario o conservatore?

Si è svolta ieri a Trepuzzi, presso la Corte Fazzi, la presentazione del libro “Federico II di Svevia: Rivoluzionario o conservatore?” (Ed. “Il Cerchio”, Rimini),  scritto da Vito Luca De Netto, giovane avvocato di San Vito dei Normanni, ed impreziosito dalla prefazione di Mons. Nicola Bux, teologo, liturgista e già Consultore di Benedetto XVI.

Su Federico II Hohenstaufen si è scritto e detto molto. Ma come stanno realmente le cose? Chi era in realtà Federico II? Quali i suoi valori? Quali i motivi e le finalità delle sue azioni? Qual è stata la sua vera politica? Come vanno letti ed interpretati leggi e documenti del grande Sovrano? In questo libro, frutto di una lunga ricerca e basato sullo studio di importanti documenti del tempo, il moderno si scopre antico, la scomunica appare sotto una luce nuova e potrebbe risultare persino giuridicamente nulla, il campione della laicità si rivela l’ideatore dei roghi per gli eretici, il “nemico principale” dello Svevo, il Sacro Romano Impero, tradizionalmente germanico, diventa mediterraneo, i mussulmani da nemici infedeli si trasformano in alleati dell’Impero, uno Stato dipinto come “illuminista” risulta invece fondato sullo Ius Divinum, e Federico II da eretico va al contrario a personificare il simbolo della Cattolicità imperiale, incarnando l’apogeo del Medioevo europeo. <<Più di un ecclesiastico, in tempi recenti, ha dichiarato che, nella Chiesa, è l’ora dei laici – ha dichiarato Mons. Bux – Per fare cosa? Direi, per difendere la ragione e la fede, cioè la verità cattolica. La battaglia di Federico II fu una lotta per la Chiesa, comunità cristiana da rinsaldare e risanare, e non contro di essa; è una battaglia per la fede in Cristo, e non un capriccio determinato da una cinica ragion di stato>>. <<In un tempo come l’attuale, di ‘religione dell’autodeterminazione’ – continua il noto teologo -,  un tempo in cui lo ius divinum è ignorato persino dai ministri della liturgia cristiana, lo studio di Luca De Netto risulta per molti versi davvero importante: un saggio di critica storica che, a mio parere, consacra l’autore come uno storico accurato delle radici medievali dell’Europa.Spero che fedeli laici come l’autore, non siano ostacolati dagli ecclesiastici che – a differenza di Federico II – non sanno o non vogliono sapere la ragione per cui Cristo ha fondato la Chiesa, e quale debba essere la sua missione nel mondo>>. 

Vito Luca De Netto, classe 1980,  vive a San Vito dei Normanni (Br), si è laureato in Giurisprudenza presso Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Abilitato alla professione forense, è in prima linea da oltre un decennio nell’impegno civico, sociale e culturale; collabora con diverse associazioni sia laiche che cattoliche, a livello nazionale e regionale, curando per le stesse anche una serie di specifici approfondimenti tematici. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse riviste e testate pugliesi e nazionali. Promuove ogni anno numerosi convegni di studi, dibattiti, incontri tra cittadini, mondo della cultura, politica, società civile ai fini dell’affermazione dei valori fondanti della millenaria civiltà europea, delle radici cristiane dell’Europa, della tutela del territorio e della difesa della partecipazione popolare.

Piero Ferrarese


Pubblicato il 26 Luglio 2017

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