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La carica dei dipendenti comunali: “Diteci la verità sulla Cassa Prestanza”

In Comune in questi giorni i dipendenti non parlano d’altro che della crisi in cui è caduta da tempo Cassa Prestanza, la cassa mutua che, secondo quelli più pessimisti, nei prossimi due – tre anni potrebbe addirittura dichiarare fallimento. E infatti già adesso, per quel che si sa e si dice, la ‘buonuscita’ ai pensionati comunali garantita dalla stessa Cassa, viene pagata in almeno tre ‘tranches’ agli impiegati, funzionari e dirigenti che vanno in quiescenza. A conferma del suo cattivo stato di salute finanziario. Ma il condizionale è sempre d’obbligo, visto che nessuno degli iscritti, nonostante una infuocata assemblea l’inverno scorso, ha ancora visionato i bilanci preventivo 2018 e consultivo 2017, nonostante le rassicurazioni dell’ultimo presidente e vicesindaco Introna. Il quale, in ogni caso, conosce bene tutta la situazione e promette di indire dopo la Fiera del Levante un’altra assemblea, per discutere anche di eventuali modifiche statutarie. In ogni caso, proprio per fare chiarezza e dissipare timori, ansie e paure tra i dipendenti, dopodomani a Palazzo di Città dovrebbe essere depositata una petizione che oramai da tempo gira tra gli stessi iscritti municipali (circa cinquecento le firme raccolte) allo scopo di chiedere un incontro sulla Cassa, sul suo stato di salute e sul suo futuro, visto che – secondo le voci più catastrofiche – il ‘default’ sembra avvicinarsi sempre più. E c’è chi tra i dipendenti è pronto anche ad occupare l’ingresso di Palazzo di Città per capire cosa sta accadendo. Anzi, meglio, per recuperare, almeno, quanto versato in tanti anni di servizio alla stessa Cassa Prestanza. E cioè perlomeno il ‘sorte capitale’, come si dice, senza attendere oltre, peraltro nell’incertezza più totale casomai con i pensionamenti dei prossimi due anni – in tutto potrebbero essere duecentocinquanta a lasciare l’impiego comunale – la situazione di cassa dovesse peggiorare ancora di più. Tutto in discussione, dunque, a Palazzo di Città sulla cassa mutua, nonostante una lunga serie di interrogazioni e paletti posti da partiti e movimenti di opposizione. Senza risposta anche una puntigliosa e dettagliata denuncia alla Corte dei Conti depositata dal Movimento 5 Stelle, prima della fine dello scorso anno e caduta anch’essa nel dimenticatoio. Insomma, pare proprio che dopo la bufera dei mesi scorsi, la montagna abbia partorito il topolino, con un silenzio che molto spesso, al Comune, preannuncia l’oblio totale pure su questioni che avrebbero rivoltato il palazzo. E invece…ma procediamo con ordine. E’ stato il consigliere pentastellato Sabino Mangano a riprendere le fila dell’allora ribollente caso ‘Cassa Prestanza’ al Comune di Bari, prima incontrando i rappresentanti sindacali dello stesso Ente per ottenere chiarimenti e poi, viste considerate risposte mancate o raggiri, depositando un dettagliato esposto alla magistratura contabile. Preoccupati i dipendenti che, nei prossimi anni, saranno posti in quiescenza, anche se, invece del ‘congelamento’ garantito a parole dai manovratori della Cassa Prestanza, chi va in pensione sta regolarmente ricevendo –seppure poco alla volta- i riconoscimenti maturati. Il problema è che si starebbe creando, come ha calcolato chi sta da tempo facendo i conti, un vero e proprio dissesto finanziario, con un ammanco di circa 7 milioni di euro. Tutto da dimostrare, certo, ma in questo caso parliamo d’un istituto finanziario che raccoglie i ‘depositi’ mensili di oltre mille e cinquecento dipendenti comunali, godendo per di più di un contributo pubblico (questo a carico dei cittadini/contribuenti baresi) di quasi mezzo milione di euro. Anche questo congelato, come fece a suo tempo l’ex presidente della Cassa, nonché assessore al Personale Angelo Tomasicchio. Ma le preoccupazioni, come detto all’inizio, restano intatte attorno alla Cassa Prestanza Comunale, con un silenzio che si trascina da quando questo giornale, sindaco Michele Emiliano e assessora-presidente Antonella Rinella – moglie del ragioniere finito sotto processo per le tangenti alla Fondazione Petruzzelli – rispondevano picche alle richieste di atti e documenti. Un vero mistero che, però, manco la magistratura contabile finora ha dipanato. E chissà che, perdurando silenzi e mancate risposte, il bandolo della matassa non passi nelle mani dei segugi di via Nazariantz…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 9 Settembre 2017

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