Cultura e Spettacoli

Piccole isole, grandi misteri

Ai Santi è stata dedicata una quantità di isole. A San Paolo ne sono toccate sette, di cui quattro all’estero (USA, Canada, Malta e Brasile) e tre in Italia. Quelle italiane sono particolarmente piccole. La più nota sorge all’interno del Lago d’Iseo ed è l’unica ad essere proprietà privata (famiglia Beretta). Le altre due sono in Puglia. Distano meno di cento km l’una dall’altra e non condividono lo stesso mare. La più piccola delle Cheradi è avvolta dallo Jonio, lo Scoglio dell’Eremita è bagnato dall’Adriatico. Isolotti accomunati dall’essere al centro di un mistero. Davvero un fantasma vaga sul primo affioramento (che ha sulla coscienza non pochi naufragi)? E chi fu l’anacoreta che un giorno di forse mille anni fa si ritirò a vivere sull’altura che spunta dal mare a poche bracciate da Polignano? Il fantasma in questione sarebbe quello di Pierre Choderlos de Laclos, un militare francese con la passione per la letteratura (fu autore del celebre ‘Les liaisons dangereuses’, da cui nel 1988 Stephen Frears e Milos Forman hanno tratto un film di successo). A lui nel 1803 Napoleone affidò l’incarico di fortificare le Cheradi a difesa del porto di Taranto. Il generale Laclos s’impegnò per riaccomodare vecchi fortilizi borbonici già esistenti sull’isola. Ma febbri malariche gli furono fatali. Laclos si spense lo stesso anno. La morte avvenne nel Convento di San Francesco a Taranto. Rivoluzionario convinto, Laclos rifiutò i conforti religiosi. Ciò gli precluse la sepoltura in terra consacrata. Avendone però espresso in precedenza il desiderio, venne seppellito nella piazza d’armi del Forte di San Paolo, che da allora prese il suo nome. Il riposo delle sue spoglie durò poco più di dieci anni. Si ritiene che quei resti siano stati gettati in mare all’indomani della sconfitta di Napoleone. Di qui la nascita della leggenda. Quanto al misterioso eremita, inutile fare ricerche. I molti che ci hanno provato non sono arrivati da nessuna parte. Al più si possono sfatare alcune credenze relative al presunto luogo di sepoltura del sant’uomo, che sarebbe stata segnalato prima da una cappella (in seguito andata distrutta), poi da una croce in ferro ancora oggi esistente. In realtà, il luogo di culto fu eretto nel Seicento da pescatori devoti a Sant’Antonio (la cappella di Sant’Antonio era ancora in piedi nel 1837, anno in cui venne adibita a lazzaretto ; il che fa immaginare che l’isolotto abbia anche ospitato un cimitero). Quanto alla croce, fu issata da missionari nel 1901 in onore di San Vito Martire, patrono di Polignano. Resta solo da vedere perché quello scoglio fu assegnato’ proprio a San Paolo. – Nell’immagine, l’isola di San Paolo alle Cheradi.

Italo Interesse


Pubblicato il 11 Agosto 2017

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