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Regione: mugugni nella maggioranza nel post rimpasto

Sta provocando non pochi mugugni all’interno della maggioranza stessa di centrosinistra il recente rimpasto di giunta alla Regione Puglia. E finora non tutti sono ancora usciti allo scoperto. Infatti, tranne le critiche e perplessità già espresse dalla formazione consigliare di “Articolo 1 – Mdp” , composta da tre rappresentanti (Ernesto Abbaterusso e Pino Romano, fuoriusciti dal gruppo del Pd, e Mauro Vizzino, proveniente dal gruppo della civica “Emiliano sindaco di Puglia”), e quelle esternate successivamente dal segretario regionale di “Sinistra italiana”, Nico Bavaro, gli altri mal di pancia che pur serpeggiano nella coalizione che sostiene il governatore Michele Emiliano nell’Aula di via Capruzzi, a seguito dell’esito del recente rimpasto, non sono stati ancora formalizzati. Circostanza, questa, che evidentemente non significa affatto che “questione” non esiste, perché ai fini pratici un primo segnale di malessere all’interno della maggioranza di governo che amministra la Regione Puglia c’è già stato in Consiglio, qualche ora prima che Emiliano rendesse noto ufficialmente i nomi dei tre nuovi assessori. Vale a dire, Alfonso Pisicchio della civica “Emiliano per la Puglia”, Filippo Caracciolo e Michele Mazzarano, entrambi del Pd. Infatti, nella seduta di Consiglio regionale di martedì scorso volte è mancato il numero legale per ben due volte, a seguito delle numerose assenze nelle fila della maggioranza. Una seduta, quella di martedì, che si è poi conclusa con un nulla di fatto, non essendo riuscita ad approvare alcuno dei quattro provvedimenti iscritti all’Odg del Consiglio. Alla primo commento a caldo del capogruppo di “Articoli 1 –Mdp”, Abbaterusso, che ha accusato il governatore pugliese di aver dato priorità nel recente rimpasto all’assetto di governo anziché al programma della maggioranza, è seguita ieri una nota del collega di partito Romano, che ha rincarato la dose di critiche e perplessità sul recente operato di Emiliano per la sua “giunta bis”. Infatti, ha affermato Romano: “La polemica che si è aperta a seguito del rimpasto di giunta varato dal presidente Emiliano non può essere ridotta a un mero problema di rappresentanza di territori o a una semplice suddivisione politica tra sostenitori o meno del governatore”. Per l’esponente brindisino di “Articolo 1” in gioco “c’è la Puglia e la visione che di questa regione si ha e soprattutto c’è la necessità di mettere il territorio pugliese nelle condizioni di affrontare e superare le diverse emergenze che lo attanagliano”. Per cui – secondo questi rilievi di Romano – Emiliano “prima di riempire le caselle” dell’esecutivo, liberatasi anche grazie alle dimissioni di alcuni dei suoi precedenti componenti, e prima di rimodulare le deleghe, sarebbe stato necessario “un confronto preventivo sugli indirizzi del governo su alcuni punti fondamentali che investono la vita dei pugliesi”, quali la sanità, i fondi europei, l’agricoltura e la Xylella. “Solo a quel punto – sottolinea Romano -si doveva passare alla seconda fase, scegliendo le figure più capaci, fuori dalle logiche di partito e addirittura di corrente”.  E, dopo aver precisato che il gruppo consiliare di “Articolo 1” non ha mai chiesto niente per se al Presidente della Puglia, Romano chiarisce: “le Giunte non possono e non devono essere la somma dei territori”, ma “devono essere frutto della sinergia di competenze ed esperienze, perché in assenza di questo, la politica rischia di trasformarsi nel mero luogo in cui trovare visibilità”. Ed in fine avverte: “guarderemo con attenzione e interesse a quello che succederà in futuro, soprattutto per capire se c’è davvero la volontà di attuare il programma per il quale i pugliesi ci hanno chiesto di governare la Puglia”. Quasi a voler dire ad Emiliano di non dare, d’ora in poi, nulla per scontato e che se vorrà continuare ad avere il sostegno in Aula dei tre rappresentanti di “Articolo 1” dovrà confrontarsi prima che i provvedimenti giungano in consiglio regionale. Di ben altri tenore è invece la critica del segretario regionale di Si, che interpreta il recente rimpasto di Emiliano come uno spostamento ancora più a destra dell’asse di governo regionale. Infatti, dichiara in una nota Bavaro: “ La sensazione è che ancora una volta si sacrifichino gli interessi dei pugliesi per rispondere agli equilibri interni al partito democratico, dopo il congresso”, precisando che per Si “non è mai una questione di poltrone, ma di chiarezza delle politiche e della linea da portare avanti”. Infatti, chiarisce ancora il segretario pugliese di Si, “il timore è che le scelte di Emiliano possano determinare uno slittamento a destra anche nelle politiche del governo, a partire dai temi fondamentali, come acquedotto, aeroporti, salute, ambiente e lavoro”. Avvertendo che “i nodi aperti e non risolti sono troppi e le risposte tardano ancora ad arrivare” da parte di questo governo regionale. E già da queste prime reazioni, che non tengono minimamente conto dei malpancisti renziani presenti all’interno del gruppo regionale del Pd, l’impressione di alcuni addetti ai lavori della politica pugliese è che la giunta “Emiliano bis” sarà più debole della precedente in consiglio regionale. Infatti, come ha pure rilevato in una nota il capogruppo regionale di Dit, Ignazio Zullo, all’opposizione nell’ Aula di via Capruzzi, “Di solito un rimpasto di giunta ha anche l’obiettivo di avere una maggioranza più forte e coesa”. Invece, rileva ancora Zullo, dalle prime reazioni “sembra che la nomina dei nuovi componenti abbia creato una frattura all’interno del centrosinistra  pugliese”. Circostanza, questa, che – a detta sempre del capogruppo di Dit – preoccupa anche l’opposizione di centrodestra, in quanto “lo scollamento fra maggioranza e giunta potrebbe portare a molte sedute a vuoto”, come è infatti successo nella seduta di martedì scorso. “Ancora una volta – conclude l’esponente regionale di Dit – Emiliano ha esercitato il potere per il potere, immaginando che la giunta fosse un puzzle  le cui tessere possono essere cambiate di posto, nella convinzione che poi è lui che tiene il tutto”. Invece, quello che viene fuori dal recente rimpasto di giunta, per Zullo, “è un Presidente senza un briciolo di carisma che non ha perso solo un’occasione, così come ha affermato qualche collega della maggioranza (ndr – Abbaterusso, capogruppo di Articolo1), ma sta perdendo credibilità all’interno dello stesso centrosinistra. Insomma, è probabile che Emiliano, in quest’ultimo frangente, abbia perso colpi e non se ne sia accorto? Certo, in politica può accadere anche questo. Però, se così è, vuol dire che la nota affermazione di andreottiana memoria in questo caso sarebbe smentita clamorosamente. Ossia che il “potere” a volte logora anche chi lo ha da tempo.  

 Giuseppe Palella


Pubblicato il 20 Luglio 2017

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