Cultura e Spettacoli

Salvate il cinema dell’Opera

A Lucera è rimasto un solo cinema : quello Dell’Opera San Giuseppe, che sopravvive grazie all’ostinata passione del suo direttore, Don Diego Cappellazzo, parroco della chiesa di Cristo Re. Ma senza un proiettore digitale il cinema Dell’Opera ha i giorni contati. Così quel sacerdote ha promosso una raccolta fondi. La campagna si affida alla tipica immagine di Superman quando, pugno levato in avanti e mantella rossa svolazzante, si leva in volo contro l’ingiustizia. Questa volta però l’eroe creato da Jerry Siegel non deve vedersela con nessun nemico dell’umanità. Semplicemente chiama a raccolta i cuori generosi perché con un bonifico bancario, con un versamento tramite bollettino postale oppure recandosi personalmente negli uffici dell’Opera San Giuseppe contribuiscano, salvando una sala (quella dell’Opera San Giuseppe), a salvare tutto il cinema. Il gesto di Don Cappellazzo forse non porterà da nessuna parte, nel senso che se pure dovesse scongiurare la chiusura dell’unico cinema lucerino, non fermerebbe la moria in atto delle sale cinematografiche. Un gesto inutile, allora? No, un gesto nobile. L’idea che in vita possano restare solo i multisala, al prezzo di luoghi del cinema demoliti, lasciati morire o snaturati in magazzini, è problema che non ferma alla delusione di nostalgici e romantici inguaribili. Meno cinema in giro, allo stesso modo che meno teatri, esercizi commerciali e botteghe artigiane, vuol dire strade ancor più spopolate, buie, immalinconite, insicure. Può una società in piena disgregazione permettersi il lusso di gettare via un altro luogo di socializzazione? Capellazzo ha ragione. E si può andare anche oltre il suo messaggio. Perché qui non è in ballo la sopravvivenza del Dell’Opera, come dell’intero circuito cinematografico italiano. Qui è in ballo il senso della coesistenza umana : il benzinaio è stato sostituito dal distributore automatico, il bancomat fa le veci del bancario, sul bus l’obliteratrice ha scalzato il bigliettaio… e al telefono invece di un operatore ci risponde una voce registrata, un’istanza viene inoltrata online piuttosto che messa nelle mani di un impiegato e i contatori a lettura elettronica non abbisognano di letturisti. Che fine ha fatto l’uomo? Siamo più di sette miliardi, eppure per trovarsi bisogna darsi appuntamento nei centri commerciali (o nei multisala). Troppo poco per continuare a credere nell’idea di una famiglia globale. Salviamo allora le sale cinematografiche, anche le più minuscole. Teniamo in vita i piccoli teatri invece di preoccuparci della sopravvivenza delle cattedrali mangiasoldi dell’arte scenica. E neanche lasciamo morire negozietti e bottegucce. Di queste cose abbiamo più bisogno di quanto possiamo immaginare. Il film al cinema è occasione d’incontro. Lo stesso spettacolo consumato nella pigrizia del salotto domestico è ode alla solitudine.

Italo Interesse


Pubblicato il 19 Novembre 2014

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