Cultura e Spettacoli

Un rapporto burrascoso verso la via del successo

 

Presentato a Bari, nella libreria Roma, il romanzo “Tolkien e l’Italia” di Oronzo Cilli, attraverso appassionanti dialoghi sostenuti con il giornalista Manlio Triggiani che ha svolto il ruolo di moderatore.

Il libro è la prima ricostruzione della storia editoriale italiana delle opere di Tolkien tradotte, su documenti inediti provenienti da archivi italiani e inglesi. Grazie ad un lavoro di ricerca, durato ben cinque anni, Oronzo Cilli nell’opera mette in luce il rapporto travagliato tra l’autore de Lo Hobbit e del Signore degli Anelli e il nostro Paese. È senz’altro un lavoro certosino il suo, lavoro al quale nulla sembra essere sfuggito, neanche il più piccolo dettaglio.

All’interno del romanzo è possibile trovare anche la traduzione inedita per l’Italia del diario che Tolkien tenne durante il suo viaggio nel belpaese, nell’agosto 1955. Ad arricchirlo aneddoti, curiosità e retroscena della politica editoriale italiana dal 1930 a oggi.

Il volume viene inoltre valorizzato dalla testimonianza, anche questa mai tradotta nel nostro Paese, che lo stesso Tolkien ha lasciato in un diario dopo il suo viaggio in Italia nell’agosto 1955, a Venezia e Assisi. Narra inoltre del legame intercorso tra Tolkien e l’opera di Dante Alighieri con l’adesione alla Oxford Dante Society, dal 1945 al 1955, al fianco di altri due italiani Lorenzo Minio-Paluello e Alessandro Passerin D’entreves e agli amici di sempre C. S. Lewis E Charles Williams.

È un’opera dalla quale emerge chiaramente la cappa di conformismo presente nell’editoria italiana degli anni Settanta. La storia editoriale italiana delle opere del padre del genere fantasy, o meglio heroic fantasy, J.R.R. Tolkien, è stata purtroppo influenzata dai luoghi comuni e da approssimazioni frutto di mere ricostruzioni personali di quegli anni: l’intelligenza progressista viva in quel particolare momento storico ha tentato di boicottare la pubblicazione del Signore degli anelli perché si richiamava alla mitologia e non a una letteratura realista, come andava di moda allora.

Purtroppo la storia editoriale italiana delle opere del padre del genere fantasy, o meglio heroic fantasy, J.R.R. Tolkien, è stata influenzata troppo dai luoghi comuni e da approssimazioni frutto di mere ricostruzioni personali.

Attraverso il suo romanzo Cilli intende quindi gettare “nuova luce” sul rapporto intercorso tra Tolkien e il nostro Paese e vuol mettere in evidenza  come l’Italia abbia rischiato di essere il primo Paese a non presentare una traduzione del Signore degli Anelli, poiché alla Mondadori tale opera venne proposta per ben due volte, nel 1954 e nel 1962, ed altrettante volte la casa milanese scelse di non pubblicarla.

Abbiamo chiesto all’autore di spiegarci brevemente alcuni passaggi fondamentali che hanno condotto l’opera di Tolkien verso il successo; motivazioni che emergono chiaramente dalle lettere e dai documenti da lui ritrovati di cui si fa menzione nel suo libro.

  • ·Perché Mondadori decise di non pubblicare il romanzo?

Le motivazioni furono diverse e figlie di quei tempi: il fantasy in Italia era ancora sconosciuto, le richieste dei lettori scarse e il mercato editoriale apparso poco propenso ad accogliere il nuovo genere. Nel 1954 i primi due tomi non convinsero Mondadori poiché l’editore pensava che opere simili non avrebbe potuto interessare un gran numero di lettori italiani. Nel 1962 la vicenda fu più complessa e la scelta fu nuovamente quella di non pubblicare il testo di Tolkien perchè il libro risultava troppo “nordico” per il lettore medio italiano. Anche se la verità era di  ben altra natura. Dai documenti emerge, infatti,  una discussione interna alla casa milanese, con un Vittorini scettico”.

  • ·Quando e come è arrivata la svolta?

“La svolta si ebbe nel 1967 con l’interesse da parte dell’editore romano Mario Ubaldini, il quale decise di pubblicare finalmente il primo volume, ma il pubblico non rispose con interesse ed il libro non ebbe il successo sperato. Il boom arrivò solo tre anni dopo con Rusconi, con la pubblicazione di un volume unico proprio come lo voleva lo stesso autore inglese”.

  • ·Come è nata la sua passione nei confronti dell’opera di Tolkien?

“Tutto è cominciato con la passione per la lettura e per la mitologia. Erano anni in cui il successo di Tolkien era già conclamato e lessi le sue opere. Leggerle e apprezzarle fu tutt’uno. Da allora mi sono specializzato in quel genere di letteratura e ho approfondito l’opera del professore oxoniense”.

 

Marina Basile

 

 

 


Pubblicato il 11 Maggio 2017

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