+1,4% occupazione in Puglia: crescita oltre media nazionale
Luci e ombre con uno scomodo convitato di pietra, l’ArcelorMittal, nel report sullo stato dell’ economia pugliese relativo ai primi nove mesi del 2019 presentato ieri presso la Banca di Italia a Bari. Le note positive arrivano dalla crescita nel settore industriale, dall’ aumento delle esportazioni, dalla crescita nel settore terziario e dall’ occupazione, anche se le preoccupazioni restano (il numero dei senza lavoro è pari ad una città come Monopoli o Martina Franca). Le preoccupazioni e i dati negativi, sono in particolare, nel settore dell’edilizia che ristagna. Ma esiste un grande, grandissimo punto di domanda che non lascia dormire sonni tranquilli e si chiama ArcelorMittal. Qualche cifra per capire meglio. In buona sostanza, nei primi nove mesi del 2019, la nostra economia regionale è cresciuta a ritmo contenuto. In base ai dati rilevati dalla Banca di Italia, per esempio, nel settore dell’industria, su un campione di circa 300 imprese, il 40 per cento ha incrementato il proprio fatturato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche le esportazioni sono cresciute del 10,1 per cento e questo dato è risultato in controtendenza rispetto a quello del Mezzogiorno. Hanno contribuito, i mezzi di trasporto e la siderurgia anche se (ecco il punto di domanda) occorre vedere che cosa accadrà con la crisi jonica. Va detto, in riferimento alla siderurgia, che le esportazioni dipendono dalle quantità giacenti e già prodotte (scorte di magazzino) prima della crisi e soprattutto dalle vendite interne. Vanno bene i servizi
(terziario) nei comparti del turismo (in particolare Bari e Brindisi), alberghiero, ristorazione e finanziario. Degna di nota, al contrario, la flessione nel ramo del commercio. Nel primo semestre, l’ occupazione regionale è cresciuta dell’ 1,4 per cento con riferimento al medesimo periodo dell’ anno precedente ed è in controtendenza rispetto a quanto avviene al Sud. Tuttavia questo dato non deve spingere a colpi di testa o salti di gioia: i livelli occupazionali rimangono inferiori del 3, 7 per cento rispetto al picco del 2008 per circa 47.000 unità. In ogni caso, il tasso di disoccupazione si è ridotto di oltre due punti, al 15, 4 per cento, mentre quello di occupazione è aumentato di un punto al 46, 2. Qualche spiraglio positivo arriva dal settore del credito con la crescita dei finanziamenti concessi dalle banche alla clientela residente in Puglia ed è proseguita ad un ritmo simile a quello di fine 2018 (0, 9 al mese di giugno). Le note dolenti provengono da edilizia e costruzioni che ristagnano. Secondo l’indagine della Banca di Italia, i prezzi degli immobili sono calati in misura pari all’ 1, 4 per cento ed è aumentata la crescita della compravendita delle abitazioni, ma con un ritmo inferiore a quello del Sud. Nella conferenza stampa di presentazione, il direttore della sede di Bari della Banca di Italia Pietro Sambati ha ricordato: “La via di uscita da questa situazione è rilanciare gli investimenti pubblici di qualità, sapendo spendere bene i soldi. I dati nel complesso sono cautamente positivi, con luci ed ombre, anche se sono come è evidente influenzati dalla vicenda dell’ex Ilva che io paragono al primo canto della Divina Commedia di Dante, l’Ilva oscura. Qui occorre coniugare sapientemente diritto alla salute e diritto al lavoro, nella via della legalità camminando nella certezza della norma. Anche per quanto riguarda l’ occupazione cresciamo, ma siamo ancora sotto il picco della precrisi e abbiamo 47.000 disoccupati, come Monopoli o Martina Franca”. Maurizio Lozzi ha spiegato il riassunto dei dati presentati e nel suo intervento il dottor Vincenzo Mariani ha detto: ” Ci sono le condizioni per ripartire sfruttando bene le opportunità. Molto, naturalmente, dipenderà dalla vicenda dell’ ex Ilva”. Insomma, dati che certificano un cauto progresso, con luci e ombre, ma sullo sfondo resta il problema ArcelorMittal che lascia col fiato sospeso.
Bruno Volpe
Pubblicato il 19 Novembre 2019



