28 luglio di 453 anni fa…la baia della tramontana
All’alba un’imponente flotta turca gettava le ancore nelle acque di Otranto
A circa un trentennio dalla presa di Costantinopoli (1453) Maometto II settimo sultano dell’Impero ottomano, disponeva di una flotta e un esercito letali. Di lì ad accarezzare il sogno di attaccare Roma il passo fu breve, il sultano confidando nell’inazione dei principi italiani, storicamente avversi, a cominciare dal contrasto che allontanava Napoli e Venezia. Ma poiché attaccare direttamente la città eterna significava allungare pericolosamente la linea dei rifornimenti, il sultano studiò altra strategia : Mettere piede sul più vicino lembo di costa italica, il Salento, e lì lasciare il segno. Tanto sarebbe servito a saggiare le resistenze aragonesi e valutare la reazione della Serenissima. L’obiettivo a quel punto era uno solo : Brindisi. Avere in pugno il più importante scalo portuale del Canale d’Otranto significava battere gli aragonesi ad est e tenere sotto scacco i veneziani lungo le rotte adriatiche. Ma Brindisi era ben difesa. Ugualmente deciso ad un blitz decisivo, Maometto II schierò una flotta impressionante : 90 galee, 40 galeotte e altre 20 navi (‘appoggio’, diremmo oggi) e 18000 fanti. Ma spesso a scrivere la Storia è il caso. Chi poteva immaginare la notte del blitz un vento di tramontana così forte ? Quando all’alba del 28 luglio di 453 anni fa la flotta turca si ritrovò nelle acque di Otranto, era troppo tardi per raggiungere l’obiettivo d’origine. Venuto meno l’effetto sorpresa, raggiungere Brindisi poteva rivelarsi controproducente. A quel punto a pagare sarebbe stata Otranto. I Turchi perciò presero terra nella più vicina baia, poi ribattezzata ‘dei Turchi’ (vedi immagine) e oggi rientrante nell’Oasi protetta dei Laghi Alimini. Il resto è storia nota. Chissà come sarebbero andate le cose, invece, senza quella tramontana. L’epica resistenza opposta dagli Otrantini esaltò il mondo cristiano, ricompattandolo reattivamente. Otranto si ritrovò assediata, ma questa volta coi turchi dentro e i cristiani fuori. A risolvere la situazione, tuttavia, fu la morte del sultano, occorsa fra il 3 e il 4 maggio 1481. Con lo scatenarsi delle ostilità fra i figli del sultano per la successione, a Otranto l’esercito ottomano, privo di rinforzi e pressato dagli eserciti e dalle milizie cristiane, subì il 23 agosto un violentissimo attacco. I turchi furono costretti dopo una disperata resistenza a cedere, restituendo una città ridotta a un cumulo di macerie e nella quale erano sopravvissuti appena trecento abitanti. Stando ad alcune stime, gli otrantini morti dall’arrivo al ritiro dei turchi assommarono a 6.000 (inclusi quelli periti nei combattimenti e per effetto dei bombardamenti con i grossi calibri). E si calcola in un migliaio il numero delle persone, per lo più giovani, risparmiate dall’eccidio per essere inviate nella vicina Valona, dove il mercato degli schiavi era particolarmente florido.
Italo Interesse
Pubblicato il 28 Luglio 2023