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3000 agricoltori con 150 trattori al seguito hanno invaso Bari

Più di tremila i manifestanti con i gilet arancioni che nella mattinata di lunedì hanno invaso Bari con 150 trattori al seguito, per protestare contro l’immobilismo del Governo “giallo-verde” e della Regione Puglia sulle problematiche agricole, in particolare del comparto olivicolo locale. Tra le priorità chieste dai manifestanti il riconoscimento dello stato di calamità per le gelate di fine febbraio 2018, interventi mirati e decisi contro la Xylella, seguendo la scienza e non i santoni, e lo sblocco delle risorse del Programma di sviluppo rurale (Psr)da parte della Regione. A darsi appuntamento nel capoluogo pugliese sono state tutte le Organizzazioni del mondo agricolo pugliese che in Puglia hanno dato vita al movimento dei “Gilet arancioni”. Vale a dire Agci, Associazione frantoiani di Puglia, Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Copagri, Italia olivicola, Legacoop, Movimento nazionale agricoltura, Unapol e Liberi agricoltori, che per la scesa in piazza di lunedì 7 gennaio a Bari hanno ricevuto la solidarietà e sostegno dei sindacati dei lavoratori (Cgil, Cisl e Uil), dell’Anci (associazione dei Comuni d’Italia), dell’Ordine degli agronomi, del Collegio regionale dei periti agrari ed anche di alcune forze politiche, che con le rispettive delegazioni hanno sfilato alla manifestazione barese. “Il ministro Centinaio venga qui in Puglia per capire quale dramma stiamo vivendo” è stato l’invito lanciato dal palco dal portavoce dei “Gilet arancioni”, Onofrio Spagnoletti Zeuli, dopo aver denunciato i motivi della protesta andata in scena a Bari con la sfilata di uomini e mezzi per le principali vie che dallo stadio “San Nicola” portano al lungomare Nazario Sauro, sede del Palazzo della Regione che ospita la presidenza, ed alla piazza antistante il Palazzo del Governo, nel cuore di Bari, dove si è tenuto il comizio finale della manifestazione. Un primo concreto risultato della protesta barese dei “Gilet arancioni” è stata la loro immediata convocazione a Roma, mercoledì 9 gennaio, da parte del ministro alle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, che in un primo momento aveva addirittura fissato per il giorno dopo l’appuntamento, ma il portavoce dei “Gilet arancioni” ha rifiutato in maniera categorica, perché in concomitanza con la manifestazione romana di Coldiretti, che sugli stessi temi sta conducendo una battaglia di protesta in maniera autonoma, così come ha già fatto a Bari lo scorso 31 dicembre. Insomma, nel mondo agricolo pugliese a prevalere sui problemi ancora una volta sono i distinguo tra le Organizzazioni di categoria. Da una parte le associazioni sindacali agricole che si riconoscono nel movimento dei “Gilet arancioni” e dall’altra Coldiretti, con entrambi i fronti che si contendono la scena per accaparrarsi meriti e risultati che finora, però, sono alquanto discutibili e privi di benefici concreti al settore che rappresentano e per cui si stanno battendo.Infatti, in presenza di una così vistosa divisione e presa di posizione da ambo i fronti sindacali agricoli molti comuni cittadini si chiedono: “Perché dividersi nelle manifestazioni di protesta e negli incontri con le Parti istituzionali che devono prendere i doverosi e necessari provvedimenti per risollevare il comparto agricolo colpito dalle note calamità naturali della Xylella e della gelata 2018?” Un interrogativo, questo, che fa sorgere sicuramente qualche sospetto, perché non è la prima volta che le Organizzazioni sindacali agricole si dividono su problematiche comuni al comparto ed ai loro rispettivi associati. E se nel passato le ragioni di tali divisioni era spesso ideologiche, e quindi politiche, ma non di sostanza, ora che le ideologie sono pressoché tramontate, diventano ancor più incomprensibili le divisioni su questioni così palesemente comuni. E le battaglie condotte per obiettivi comuni da fronti contrapposti finiscono per apparire quasi una lotta tra “poveri” piuttosto che per l’affermazione di “diritti” ed “aiuti” alla categoria. Ed è noto – tra gli addetti ai lavori – che in passato dietro le “divisioni” ideologiche spesso si celavano soprattutto “guerre” di accaparramento di risorse. Ma se così fosse anche stavolta, allora vorrebbe forse significare che siamo alle solite lotte sotterrane di “bottega”. Lotte che – come è noto – “servono” ai rappresentanti più che ai “rappresentati”. E questo è sicuramente un fattore cronico di debolezza del mondo agricolo nazionale, ma anche pugliese. Per la cronaca, riferiamo che il portavoce dei “Gilet arancioni” ha comunicato che lo stato di agitazione degli agricoltori pugliesi permarrà fino a quando non si otterranno i risultati che sono stati promessi. “Sono convinto – ha dichiarato Spagnoletti Zeuli – che stavolta la politica non scherzerà con i nostri agricoltori”. Ma per ora il “bilancio” degli effetti sortiti dalla mobilitazione barese è slo il seguente: incontro con il Ministro Centinaio a Roma il 9 gennaio; visita del ministro Centinaio a Bari il 31 gennaio; scuse dei parlamentari della Lega e del M5S per non essere riusciti a risolvere i problemi legati alle gelate nella manovra ed in tutti gli altri provvedimenti; impegno dei parlamentari della Lega ad inserire un emendamento blindato per decretato lo stato di calamità dovuto alle gelate di febbraio; impegno dei parlamentari di opposizione ad appoggiare l’emendamento; tavolo ministeriale convocato per giovedì 10 c. m. per la stesura del piano olivicolo nazionale; condivisione della piattaforma programmatica da parte del presidente Emiliano; coordinamento Regione-agricoltori per risolvere i problemi del settore (xylella, Psr, etc.); impegno da parte del presidente Emiliano per garantire più risorse per la ristrutturazione dell’agricoltura e olivicoltura pugliese nell’ambito del Patto per il Sud. E questo è sicuramente un “Bilancio” ancora troppo magro per poter soddisfare pienamente una categoria produttiva da lungo tempo bistrattata e trascurata dalla politica locale e nazionale. Ma, forse, anche non sempre tutelata e rappresentata come avrebbe dovuto essere.

 

Giuseppe Palella

 

 

 

 

 

 

 


Pubblicato il 8 Gennaio 2019

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