“365 volte donna: la donna e il lavoro”
“Non fosse la donna, il giorno sarebbe senz’albore; non stella avrebbe e rugiada la notte; non acqua o fil d’erba la terra. Senza cielo sul capo si andrebbe.” Cantava Camillo Sbarbaro. Di certo in ‘questa avventura che non annoia mai’, è curioso imbattersi in opere che, facendo capolino tra borse e scarpe nella vetrina di un negozio, ci mostrano donne assorte o comunicative colte sul posto di lavoro, passando dal sorriso entusiasta di una fruttivendola innamorata del suo mondo fatto di profumi antichi, alla camminata modelleggiante di una hostess appena scesa dal treno della sua vita, o ad una parrucchiera desiderosa di riprendere la sua attività lavorativa dopo il terribile periodo di fermo del lockdown. La donna insomma, nel suo universo di ricchezze infinito, viene presentata in una mostra fotografica allestita nel negozio di Nino Armenise a Bari, nel corso di una manifestazione dal titolo “Il commercio si veste … di donna” fortemente voluta dalla Commissione Cultura e Sport del Municipio 2 di Bari: si tratta di una serie di eventi dal 7 al 13 marzo per celebrare la giornata internazionale della donna e rappresentarne, fuori da ogni retorica, le conquiste sociali che si sono avvicendate nel corso della storia. La commissione cultura ha promosso questa iniziativa avvalendosi della collaborazione di vari soggetti con cui si è costituita una rete importante a servizio del territorio, invitando i commercianti dei quartieri di riferimento (Poggiofranco, Picone, Carrassi, Mungivacca, San Pasquale) ad allestire nel proprio esercizio un piccolo stand simbolico che rappresenti o evochi le conquiste sociali della donna nella storia e/o ad organizzare eventi sulla medesima tematica (mostre fotografiche, allestimento di vetrine, letture, dibattiti, presentazioni libri, ecc.). Coinvolta attivamente nel progetto l’associazione #WeAreInBari, composta da Alessandro Bavaro, Antonella Candeloro e Piero Meli, che ha raccolto l’invito del Municipio orgogliosa di parteciparne attivamente.” È stato un piacere poter proporre ai nostri associati di contribuire in maniera attiva a questa splendida manifestazione. Io stesso ho partecipato all’evento dell’otto Marzo presentando alcuni miei scatti che ritraggono due donne a me care: una mia zia casalinga e la mia fruttivendola. Ho voluto rappresentare la passione che le donne mettono nelle loro occupazioni, qualunque esse siano. Sono felice per il successo della nostra associazione che punta a dare visibilità alle eccellenze sul territorio, tanti sono i progetti in cantiere insieme a partnership importanti. Siamo fiduciosi per il futuro” dichiara il fotografo e presidente Alessandro Bavaro. Ospite della serata dell’otto Marzo anche la fotoreporter Valentina Rosati, che ha selezionato le opere in mostra:” Ho fatto della mia passione per la fotografia un mestiere: fotografare vuol dire proiettare la propria visione del mondo sulla realtà, tecnica e studio sono indispensabili per fornirci le coordinate giuste atte a questo proposito. In fotografia occorre sempre avere il dono della previsualizzazione, ovvero immaginare già il risultato senza macchina fotografica, per poi portare il soggetto, nella maniera più spontanea possibile, ad avvicinarsi a quell’idea mentale.” Tra le opere presenti anche lo scatto di Antonella Candeloro, del direttivo dell’associazione WeAreInBari: ”Ho voluto fotografare una dottoressa sul posto di lavoro, durante un turno di notte. Nei prossimi miei ritratti mi lascio guidare dall’emotività cercando empatia con il soggetto e con quello che vuole trasmettere. Nelle mie foto c’è molto di me e del mio percorso, trovo che fotografare una donna oggi voglia dire fotografare la sua tenacia e combattività, la voglia di affrontare la realtà e il periodo che stiamo vivendo.” Tra tutte le foto esposte colpisce lo scatto di Cinzia Petitti, avvocato nella vita e fotografa per passione: ”Ho voluto cogliere la mia parrucchiera in un momento in cui presa dall’entusiasmo per il ritorno alle aperture dopo il lungo periodo del lockdown, si accingeva a fare una tinta a una cliente. Ho quindi fotografato questa atmosfera particolare legata alla gioia del ricominciare a vivere, quasi inconsapevole da parte del soggetto che ho ripreso all’improvviso. Amo il senso di libertà che la fotografia ti può dare. Mi piace rappresentare i tempi lenti e le persone non completamente messe a fuoco, credo sia una tecnica molto rappresentativa della nostra epoca, in grado di trasmettere emozioni particolari.” Commoventi le parole del giovane fotografo Francesco De Leo, inquadrate in una visione che fa ben sperare per il futuro:” Fotografare una donna vuol dire porre attenzione al suo infinito mondo interiore, difficile da rappresentare proprio per le sue mille sfaccettature, occorrono davvero tanta attenzione e rispetto per poterlo fare nel modo più giusto. “
Rossella Cea
Pubblicato il 10 Marzo 2022