400 anni dalla nascita di monsignor Tommaso Maria Ruffo
Il Prof. Gianfredi Vozzi, con il sostegno dell’Arciconfraternita di San Giuseppe, il Centro Studi della Chiesa di Bari e Bitonto, diretto da don M. Bellino, e l’Università di Bari propongono una giornata di studi mercoledì 12 dicembre nella Sala Odegitria, in omaggio ai 400 anni della nascita di mons. Tommaso Maria Ruffo O.P. di Bagnara e vescovo di Bari dal 1684 al 1691. E’ quella di Ruffo una personalità che, nel secolo di ferro,dominato dall’assolutismo giusnaturalista, si segnalò nella Controriforma cattolica trionfante, per il suo zelo pastorale e non solo. Anche se ricalcitrante alla carriera fu nominato vescovo,per insistenza dal papa Innocenzo XI per le sue notevoli capacità di ricchezza interiore e di ferma moralità, nella diocesi barese, intervenne con decisione per eliminare gli abusi infiltratisi nella vita corrotta del clero, e per contenere gli strumenti coercitivi della puntigliosa nobiltà verso il popolo.
Autentico maestro di fede per il suo popolo, nell’impegno catechistico usufruì della collaborazione di valenti predicatori per l’evangelizzazione dei baresi. nella città partecipava alla vita della comunità seguendo con assiduità il ruolo delle Confraternite. allora centri di supporto per il rinnovamento religioso di cui curò la stesura degli Statuti, tra cui quello dell’Arciconfraternita di San Giuseppe firmato nel 1684. Deceduto il 28 aprile del 1691 per infiammazione delle parotidi la venerazione del popolo nei suoi confronti non diminuì con la sua dipartita. Il 25 maggio del 1738,sotto il regno di Carlo I di Borbone,l’arcivescovo di Bari Muzio Gaeta avviò i processi informativi che appena conclusi ,furono inviati a Roma alla S:Congregazione dei Riti per introdurre la causa quam primum e ne accelerassero il processo di beatificazione. Riconosciuto Servo di Dio,il processo finì in una lista d’attesa, per i tempi calamitosi causati sia dalla rivoluzione francese,sia dalla soppressione degli Ordini religiosi voluti da Napoleone. Questa attesa ormai dura da tre secoli e oggi si spera che possa aver termine. A memoria Benedetto XIII parlando di mons. Ruffo sottolineò che i suoi atti e le sue opere sono state ammirevoli ma non imitabili. La ripresa,quindi, di questo processo di canonizzazione risulterebbe,se ripreso, per la nostra Chiesa locale un vanto per accomunare nella venerazione ai nostri patroni S:Sabino e San Nicola ai quali Ruffo non fu secondo per Santità di Vita, di virtù e meriti.
Piero Ferrarese
Pubblicato il 11 Dicembre 2018