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40mila euro a un’associazione per i migranti, ma per i prefabbricati tutto fermo

Tempo sei mesi e il Comune troverà la sistemazione ai migranti dell’ex set nei nuovi prefabbricati da impiantare vicino alle piscine comunali, nei pressi dell’ex stadio della Vittoria. Questo, almeno, l’obiettivo di Comune e Prefettura di Bari per dare contorni più precisi al drammatico problema dell’accoglienza in Città  perché finora, a un anno preciso dalla gara aggiudicata dall’ente civico a una ditta di Massafra (Ifra Group Srl) nulla s’è mosso, mentre i migranti continuano (e certamente continueranno) a essere ospitati a 6.710 euro mensili (Iva compresa) anche dopo la scadenza per convenzione fissata a ottobre prossimo, quando la lancetta della spesa dovrebbe fermarsi a 40mila euro. Poi si vedrà, anche se, come sa bene chi gestisce la cultura, l’assistenza e la beneficienza a gettone, al Comune di Bari non c’è nulla di più definitivo del temporaneo, tanto che l’Ente ha già impegnato 162mila euro a bilancio soltanto per la “permanenza H24” dei migranti, sperimentalmente e per sei mesi. E così, giù altri incontri e confronti l’autunno prossimo, quando tra ottobre e novembre quasi certamente Sindaco Decaro e Assessora al Welfare Bottalico si ricorderanno della scadenza dei termini della convenzione per l’affidamento del servizio all’ex Villa Ata di Bari/Palese. Un tempo che sembra già infinito ai migranti che prima aspettavano l’appalto per la fornitura delle case prefabbricate/baraccopoli che prima o poi gli serviranno su un piatto d’argento, mentre per ora si barcamenano in via Pizzillo-litoranea Palese, nella struttura messa a disposizione dall’associazione di volontari ‘Help-tutela dei diritti di tutti’ che ha sede nello studio dell’avvocata e responsabile Loredana Liso. E il Comune, per non finire daccapo al centro degli attacchi di qualche altra associazione umanitaria com’è accaduto l’anno scoirso, ha assicurato che la struttura gestita dall’avv. Liso rimarrà aperta per tutta la giornata, potrà essere autogestita e arricchita finanche attraverso corsi di lingua italiana e artigianato. E quindi non si tratterà di un dormitorio solo per pernottare, come avevano tenuto gli ospiti accolti non proprio calorosamente da quella Città dove una volta nessuno era straniero. Sarà forse anche per questo, dunque, che l’Ente che si prepara a sperperare un’altra pioggia di soldi pubblici a favore di poveri, anziani e senza fissa dimora con servizi già forniti e straforniti ha ribadito la temporaneità della scelta. Almeno finché non sarà disponibile una sistemazione permanente, atteso che qualcuno si dia una mossa negli uffici tecnici per rimettere in moto l’appalto per la fornitura dei moduli abitativi vicino alle piscine comunali. E’ trascorso un anno da quella gara e tutto è fermo, immobile e ingrippato: come se quell’appalto non fosse stato mai bandito, celebrato e infine perfino aggiudicato. Chissà se anche in questo caso ci sarà qualche perizia di variante o revisione dei prezzi, come accade sempre più spesso negli uffici tecnici municipali baresi. <>, ripetono i volontari veri rimasti in Città, quei pochissimi da sempre in prima linea su prima e soprattutto seconda accoglienza, a Bari. Dove per adesso l’unica cosa certa – atti, ordinanze e decreti sindacali e dirigenziali alla mano – è che cento migranti si ritrovano nelle stanzette di una villa a Palese, dopo aver occupato in quasi tre anni prima un convento abbandonato di fronte al porto e poi un capannone ai margini del rione Libertà. E domani, chissà….

 

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 31 Agosto 2016

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