613 procedimenti pendenti e ritardi di 4-5 anni per la fissazione delle udienze
Ieri mattina, giovedì 12 dicembre, l’avvocato Gaetano Sassanelli -Presidente della Camera Penale “Achille Lombardo Pijola” con sede in via Nazariantz-, ha tenuto una conferenza stampa dal titolo “Ingiusta detenzione e ritardi nella fissazione dei procedimenti pendenti presso la Corte d’Appello di Bari”, volta a rendere note le iniziative che il distretto della Corte d’Appello del capoluogo pugliese, sta adottando per giungere a tempi di fissazione più rapidi delle udienze relative alle richieste di riparazione per ingiusta detenzione presentata dai cittadini indebitamente sottoposti a custodia cautelare.L’avvocato Sassanelli ha voluto fare il punto su una questione che riguarda principalmente una delle maggiori beffe della giustizia, inviando una lettera sul tema al Presidente della Corte d’Appello di Bari. Nella sua lettera l’avvocato, ha illustrato come il processo, che già di per sé risulta essere un momento penoso nell’esistenza di un uomo, diviene ancora più umiliante e devastante, per chi dopo anni viene dichiarato innocente, sapendo di esserlo già dal primo momento.In effetti, il lasso di tempo che passa dal deposito delle istanze di riparazione per ingiusta detenzione, sino alla loro trattazione, è divenuto insostenibile, tanto che, alla fine di quest’anno, si stanno ancora fissando le camere di consiglio per le istanze depositate nell’ultimo trimestre dell’anno 2009.Il Presidente della Camera Penale, infatti, ha precisato che: “è impossibile rappresentarsi lo stato d’animo di chi oltre al processo ha subito indebitamente anche una misura cautelare, l’inutile trascorrere del tempo, aspettando che lo Stato riconosca una sia pur minima “riparazione” per l’ingiusto male sofferto, non aiuta a lenire le ferite di coloro che hanno attraversato un tale calvario, ma che, anzi, le aggrava, considerato che anche la speranza “ultima dea” sembra vanificarsi.”Pare effettivamente sconcertante che l’udienza venga fissata a quasi quattro anni dall’inoltro dell’istanza, e che, in ogni caso, anche dopo, i tempi per la liquidazione completa della somma, che in alcuni casi può raggiungere anche il milione di Euro, sono da calcolarsi sempre intorno ai due/tre anni.Attualmente sono 613 i procedimenti pendenti in merito alla riparazione per ingiusta detenzione. E’ evidente che non viene messo in dubbio il carico di lavoro dei magistrati, ma ci si chiede come mai quella che dovrebbe rappresentare un’eccezione invece è la norma, considerato anche che un procedimento penale dura in media circa 10 anni, dalla carcerazione preventiva, alla sentenza definitiva in Cassazione.Il caso limite poi è rappresentato da chi, imbrigliato senza colpa nelle maglie della giustizia, viene tradito anche dalla vita, a causa di un male incurabile che –presagisce- non gli consentirà di essere presente alla data dell’udienza.Ecco quindi che l’interrogazione rivolta al Presidente della Corte d’Appello di Bari, si veste di tragicità, in un periodo in cui nuove normative intervengono per liquidare in tempi brevi i debiti delle Amministrazioni Pubbliche nei confronti dei creditori che hanno prestato lavoro e servizio, purtroppo non risulta ancora possibile fornire una risposta a chi domanda come mai una ingiusta detenzione venga considerata meno importante di un credito di lavoro.Il Presidente Sassanelli, inoltre ha precisato che per chi ha subito un così grave attacco alla dignità personale, è importantissimo riuscire ad ottenere, al di là dell’aspetto economico, “quella formula, nero su bianco, che attesti che lo Stato ha sbagliato nei suoi confronti”.
Anna Deninno
Pubblicato il 13 Dicembre 2013