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Opposizione e maggioranza concordi: “Giù le mani dall’acqua e dall’Aqp”

A gridare “giù le mani dall’acqua” o “giù le mani da Aqp”, ossia dall’Ente interamente di proprietà regionale che in Puglia gestisce la rete ed il servizio idrico, non sono solo i consiglieri regionali delle forze di opposizione pentastellata e del centrodestra, ma anche alcuni esponenti della maggioranza di centrosinistra che sostiene il governatore Michele Emiliano nell’Aula del Palazzo barese di via Gentile. Infatti, tra i primi nelle fila della maggioranza ad alzare barricate contro la proposta dei vertici di Aqp  di aprire ai privati, costituendo una “Newco” che si occupi della gestione delle reti idriche pugliesi, figurano anche due consiglieri regionali di maggioranza, Fabiano Amati e Sergio Blasi, entrambi del Pd. Dopo Amati anche Blasi non usa mezzi termini nell’affermare che “senza entrare qui nei tecnicismi della proposta” ha ricordato “che l’acqua è un bene limitato e che, in quanto tale, deve rimanere pubblico, senza eccezioni o ripensamenti”. Infatti, ha proseguito Blasi: “Ci sono principi di fronte ai quali non si può retrocedere ed è per questo che invito la Regione Puglia, in qualità di socio unico di Aqp, a respingere la proposta di privatizzare anche solo in minima parte la società” per poi concludere esclamando: “Si fermi questo scempio sul nascere!” Per non parlare degli attacchi diretti su questo tema al governatore Emiliano da parte delle opposizioni, per le quali da ultimo si registra un comunicato congiunto, a firma dei forzisti Franzoso e Marmo, in cui esplicitamente si dichiara: “Il tentativo di trasferire l’acqua pubblica in mano a qualche privato – con una newco in Aqp per la manutenzione reti – è solo l’ultimo atto della logica spartitoria, elevata a sistema di potere, di Michele Emiliano”. “Il Presidente, – rilevano i due consiglieri regionali berlusconiani – abituato da cinque anni a governare a colpi di nomine, stavolta punta dritto all’ammiraglia delle società pubbliche pugliesi”, ovvero Aqp, che – affermano Franzoso e Marmo – è “una macchina collaudata e perfettamente funzionante, di cui andrebbe tutelata la natura pubblica. Soprattutto perché è lecito supporre che i 637 milioni di investimenti di Aqp – finanziati dalle bollette dei pugliesi – facciano gola agli interessi privati”. E ancora: “Il fine sotteso alla costituzione di una Società per la Ricerca e la Riduzione delle Perdite in Rete dell’ente, proseguono i due consiglieri di Fi – è chiaramente l’apertura ai privati di Aqp”. “Una scelta – a loro dire – illogica, visto che sul suo sito l’Azienda dichiara di vantare un’alta specializzazione in materia di controllo e manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrica che – occorre sottolineare – è un’attività basilare di Acquedotto pugliese”, rilevando “inoltre, dalle dichiarazione degli stessi amministratori della società, che il ramo industriale in questione è tra gli asset d’eccellenza dell’Azienda”. Quindi, per Franzoso e Marmo “è sospetta, allora, questa operazione di ristrutturazione societaria, dato il livello di professionalità e di competenza tecnica che Aqp riconosce di possedere in materia di controllo e manutenzione della rete idrica”. E concludere: “comprendiamo la frenesia di Emiliano disposto, ad un passo dalle urne, a rischiare il tutto per tutto. Ma non ci stiamo che, a fare le spese del suo arrivismo sfrenato sia Aqp, l’Azienda pubblica più solida e strategica della Puglia”. A tacere, a distanza di tre giorni dall’annunciata proposta dei vertici di Aqp, è invece il governatore della Puglia, Emiliano, che evidentemente non aveva forse previsto una presa di posizione così dura sull’argomento anche da parte di alcuni settori della sua stessa maggioranza. Anzi, per certi versi taluni attacchi sulla questione da parte di taluni esponenti di maggioranza risultano addirittura più incisivi di quelli effettuati dagli oppositori di centrodestra o pentastellati. Un “focolaio”, quello innescato da Aqp con la proposta di voler costituire una apposita “newco” per il controllo della rete idrica che potrebbe creare non pochi e seri problemi politici al governatore Emiliano all’interno della sua stessa maggioranza, a meno di sei mesi dal voto delle regionali ed alle quali sarà quasi sicuramente presente per la riconferma. Infatti, è inimmaginabile e, comunque, poco credibile che i vertici di Aqp abbiano lanciato tale proposta senza aver avvertito preventivamente il Presidente della Regione, ossia dell’Ente proprietario dell’Azienda idrica pugliese, per avene l’ok. Ma viste le ripercussioni politiche che tale vicenda può prendere, soprattutto all’interno della maggioranza stessa di centrosinistra, Emiliano finora ha preferito tacere. Anzi, a tentare di stemperare le preoccupazioni ed obiezioni sollevate da diversi fronti contrari alla “newco” di Aqp, Emiliano ha lasciato che il primo ad intervenire, per rispondere a detrattori dell’iniziativa, non fosse neppure il presidente di “Aqp Spa”, Simeone Di Cagno Abbrescia, ma l’ad della Società, Domenico De Sanctis, che con una nota ha precisato: “la modalità individuata è una società di scopo, controllata da Aqp”. “Il progetto – ha poi evidenziato De Sanctis – non prevede alcun ingresso di privati in Acquedotto Pugliese S.p.A., né alcun affidamento del servizio idrico integrato o di sue porzioni, alla futura società controllata da Aqp”. “La NewCo – ha sottolineato l’ad di Aqp – ha funzioni ben precisate e cioè: accelerare la realizzazione di interventi necessari e prescritti, a pena di sanzioni salatissime da parte dell’Autority del settore, Arera, multe previste per tutte le utility dell’acqua; e poter disporre di tecnologie ancora più all’avanguardia. Ciò avverrà non sulla base di appalti – nei quali il fornitore è controparte di Acquedotto Pugliese e guadagna su prezzo e riserve – ma di partenariato, nel quale i risultati di gestione sono generati dall’efficienza prodotta dagli interventi comuni”. “Inoltre è opportuno ribadire che gli interventi, così realizzati – ha aggiunto De Sanctis – saranno strutturalmente acquisiti da Acquedotto Pugliese e che alla fine del breve periodo di realizzazione degli interventi, circa sei anni, il partner avrà completato il suo scopo”. “L’iniziativa – ha precisato inoltre l’ad – prevede che i lavori sulla rete siano appaltati all’esterno” e “sarà assicurato il ricorso al miglior sistema delle imprese anche locali”. In definitiva, per De Sanctis, “si tratta di individuare con gara pubblica un partner in grado di apportare tecnologie più avanzate e di cooperare attivamente nella progettazione degli interventi e nella gestione sulla rete”. E “ciò consentirà – ha concluso l’ad – di pervenire all’aggiornamento tecnologico delle reti idriche e alla drastica riduzione delle perdite”. Praticamente immediata la replica del consigliere regionale Amati a De Sanctis. Infatti, subito dopo l’intervento di precisazione dell’ad di Aqp, Amati con una nota ha eccepito: “Una giustificazione molto parolaia è un po’ troppo contorta”. “Mi pare di capire – ha proseguito Amati – che Aqp stia denunciando l’impossibilità di realizzare celermente gli investimenti e perciò di aver bisogno dell’apporto di un privato. Siamo dunque di fronte a un’auto-denucia, che in una società normale avrebbe come conseguenza le dimissioni del CdA e dell’amministratore delegato e non la ricerca di un socio”. Circa, poi, la possibilità di disporre di tecnologie avanzate, il consigliere brindisino del Pd ha evidenziato “la possibilità – come sempre accaduto – di promuovere le gare per progettazioni e lavori”. Infatti, per Amati, “le tecnologie si possono acquistare sul mercato e non si capisce per quale motivo un possessore di tecnologie debba fornirle solo partecipando a una società”. “In ogni caso, – ha concluso la sua replica il solerte avversario della proposta di una NewCo in Aqp – una società con privato per gestire il servizio idrico mette in discussione la natura pubblica della risorsa. Una cosa che in Puglia non deve mai accadere, in nome di lunghe battaglie secolari”. E già dai toni e dalla tempestività di taluni interventi di risposta e contro risposta si intuisce che tale iniziativa dei vertici di Aqp non sarà certo facile da attuare, oltre che per il governatore Emiliano potrebbe essere una brutta “gatta da pelare” alla vigilia delle prossime elezioni regionali. Al più la “matassa” potrebbe essere dipanata dopo il voto. Sempre – ovviamente – che a guidare la Regione in Puglia resti lo stesso governatore.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 29 Novembre 2019

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