Cronaca

76esima Fiera del Levante: il copione si ripete con qualche eccezione

La 76esima Fiera del Levante sarà sicuramente ricordata come l’edizione in cui la cerimonia inaugurale si è tenuta non, come di tradizione, in un padiglione del quartiere fieristico, ma nel cuore di Bari, al Teatro Petruzzelli. In passato é accaduto una volta soltanto (nel 1934) che il Capo del Governo in carica, all’epoca il cavaliere Benito Mussolini, aprisse la Campionaria barese tenendo il suo discorso nel centro di Bari, dal balcone della Prefettura, e non in una sede interna alla Fiera stessa. Però, un’altra particolarità ha contraddistinto l’edizione di quest’anno, costituendo una novità assoluta nella storia fieristica del capoluogo pugliese, ed è stata l’anticipazione della cerimonia al giorno antecedente all’effettiva apertura al pubblico del quartiere fieristico. Per il resto non sembra che vi siano state altre novità di rilievo per la cerimonia inaugurale. Infatti, la scaletta degli interventi è stata la stessa che si ripete da decenni. Da prima l’intervento del sindaco di Bari, Michele Emiliano, seguito dal presidente dell’ Ente fiera, Gianfranco Viesti, e da quello della Provincia, Francesco Schittulli, a cui si è aggiunto quello del presidente della Regione, Nichi Vendola. Ed alla fine il discorso più importante ed atteso, quello del Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti. Una scaletta che dal tempo dell’istituzione fieristica barese, nel 1930, è stata quasi sempre rispettata, per gli interventi delle Autorità istituzionali locali e che – a detta di molti – continua a presentare una inspiegabile lacuna, ovvero il mancato intervento del Presidente della Camera di commercio di Bari. Ente, questo, che pure risulta tra i soci cofondatori ed é, tutt’ora, comproprietario della Fiera del Levante con una quota paritetica a quella del Comune e della Provincia di Bari. Evidentemente il punto di vista del rappresentante camerale non è paradossalmente considerato di primaria importanza per tale occasione.

Nessuna sostanziale novità rispetto al passato neppure per i contenuti nei discorsi dei rappresentanti istituzionali che si sono avvicendati al microfono sul palco del Petruzzelli. Infatti, ancora una volta, il copione per il discorso di circostanza degli oratori che hanno preceduto il Capo del Governo si è svolto lungo i binari paralleli dei ringraziamenti e degli elogi all’illustre Ospite, e quelli dei rilievi critici ad alcune scelte del Governo centrale atti ad introdurre le rispettive difese d’ufficio, per giustificare mancati obiettivi e lacunose gestioni nell’amministrazione locale. Unica e comune eccezione, questa volta, è stata l’assenza delle ormai tradizionali rivendicazioni di risorse aggiuntive dello Stato alle attività ordinarie e consuetudinarie delle istituzioni rappresentate. Anche il premier Monti un’eccezione l’ha introdotta al copione di circostanza del Presidente del Consiglio che, per consuetudine, all’inaugurazione della Fiera di Bari illustra, analizza lo stato di salute della Nazione e di conseguenza giustifica le scelte e l’operato del Governo. Un’eccezione significativa e non da poco, quella di Monti, con l’invito “a cambiare mentalità” rispetto al passato. Un invito di cambiamento non tanto, e non soltanto, rivolto genericamente ai cittadini meridionali, ma soprattutto alla platea degli amministratori pubblici ed alla classe imprenditoriale presente alla cerimonia. Un cambiamento necessario ed indispensabile per uscire da una crisi economica e di sistema che – secondo Monti –  sfiducia le giovani generazioni e li induce a rifugiarsi nella ricerca di tutele e protezioni improprie della vita sociale. Il Premier ha sviluppato il suo discorso in circa cinquanta minuti, senza per altro dilungarsi in ragionamenti dispersivi, ma mantenendosi quasi sempre sui temi attuali, con il  normale pragmatismo che lo contraddistingue ed con un intercalare ironico a qualche applauso superfluo e, forse, pure inopportuno. Ma se all’interno del Politeama non si risparmiavano applausi per Monti, all’esterno i gruppi di protesta non risparmiavano fischi ed invettive. E la protesta non si caratterizzava soltanto in questo modo, perché i manifestanti hanno esibito pure qualche striscione con scritte molto pesanti ed ironiche contro il Capo del Governo. Infatti, su uno di questi striscioni si leggeva: “Monti vai a rubare a San Nicola”. Nota frase che i baresi spesso usano non per il suo significato letterale, ma prevalentemente con l’intento di evitare quella più volgare, che invita ad andare “ a….quel paese”. E questo era, verosimilmente, il vero intento del messaggio che i manifestanti baresi, ieri mattina, volevano indirizzare da Bari al governo Monti . Un messaggio certamente inusuale per una protesta e che sarebbe auspicabile che qualcuna delle Autorità locali abbia provveduto a spiegarne, al Capo del Governo, il significato recondito. E questo è sicuramente un fatto nuovo per una Fiera che, da troppo tempo ormai, ha perso il suo storico prestigio e sembra non avere più nulla da dire in fatto di novità.

 

Giuseppe Palella   


Pubblicato il 8 Settembre 2012

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