Cultura e Spettacoli

A Banca Apulia un pittore salentino attraversa con ardimento il Rubicone

E oggi Mario Cristofalo, eccelso pittore salentino, realizza finalmente un sogno inseguito da tempo: superare i confini della terra d’origine per spaziare in ambiti più vasti della Puglia, e poi dello Stivale, per consentire alla sua arte di poter dare la stura ad un dialogo più ampio e più costruttivo. Di qui il debutto odierno  a Bari, nella prestigiosa “location” della Banca Apulia allo scopo di dare maggiore visibilità alla sua produzione artistica che tanti fans ed estimatori è riuscito a coagulare nell’estremo lembo dello Stivale. E così,vinta finalmente la sua innata timidezza, ha preso il coraggio a due mani per attraversare il Rubicone.

   Da sottolineare che sin dai primi affondi nell’agone pittorico è apparsa sempre chiara la sua predilezione per un paesaggio romantico e intimista – sia pur dai chiari accenti mutuati dall’impressionismo – per i colori tenui e soffusi, che un’armonica tavolozza ridistribuisce nei toni dell’autunno, dei tramonti, dei chiaroscuri lunari. Le influenze dei movimenti culturali italiani ed europei, inoltre,  non lo distolgono da una ricerca personale  tesa ad una rappresentazione del paesaggio non solo e non tanto in senso realista e naturalista, ma piuttosto come riflesso di un’interiore rielaborazine.

 Ecco allora il prevalere degli stati d’animo , con quel suo carattere schivo, che lo spinge a preferire gli autunni alle primavere, i tramonti ai mezzogiorni assolati, il silenzio della natura, le albe soffuse, la struggente dolcezza dei crepuscoli.

E’ il colore a dare forza e preminenza alla natura lirica, ad aprire la strada all’emozione che sottende la certosina precisione del tratto.  Il realismo diventa allora una sapiente  mistificazione estetica , una metafora per raccontare le voci di dentro. E l’assenza di Adamo che caratterizza ogni paesaggio, forse perché Mario lo ritiene massimo responsabile degli attuali guasti. Ed ecco i tagli delle inquadrature, i dettagli che vengono privilegiati: un albero, un’architettura, una collina, l’orizzonte. Il suo sguardo fruga qua e là alla ricerca di solitudini e lontananze. Luoghi minimi, immersi in un’atmosfera alla Edward Hopper, : sospesa, misteriosa, arcana. Un espediente per spezzare il disagio della civiltà che ormai ha messo alle corde il mondo, anteponendo l’avere all’essere.

    Ma c’è ancora  la  possibilità di resipiscenze, di salutari risvegli che possano scuotere la nostra torpida indifferenza? Mario Cristofalo ne è convinto per cui  non esita un attimo ad abbracciare la causa della biblica immigrazione  che si riversa sui nostri lidi e che ha raggiunto tragici risvolti. Questo cocente dramma – che coinvolge albanesi, libici, turchi: uomini,  donne ( per lo più incinte) e bambini – ammassati come bestie da scafisti senza scrupoli su gremitisssime carrette del mare e gommoni, ha indotto il Nostro a scendere in campo con la sua arte, anche per gridare ai quattro venti che il Salento (Puglia compresa) resta pur sempre una terra d’accoglienza, che non può tollerare simili storture e angherie.

 

   Di qui l’afflato pacifista che esprimono le opere del nostro dipintore, in passerella a Banca Apulia, che mirano a dare voce a chi non ha voce. Paesaggi bucolici da un lato per attestare che il Salento è terra d’accoglienza; e dall’altro paesaggi  che narrano per immagini – come si evince dagli sguardi disperati dei passeggeri  stretti gli uni agli altri in asfittici barconie –  l’odissea dei novelli immigrati che, con il loro olocausto, stanno rendendo il Mediterrano, da mare “della condivisione e del libero scambio” in un “mare di morti”.

 

Vinicio Coppola


Pubblicato il 14 Ottobre 2014

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio