Cronaca

A Bari apre il primo ambulatorio PNES per contrastare la povertà sanitaria

Avviata la fase pilota per fornire assistenza sanitaria alla popolazione in condizione di bisogno socio-economico, dal prossimo 19 gennaio 2025 saranno attivi altri quattro ambulatori sul territorio. Un piano da 11 milioni per garantire la salute ad oltre 5mila persone vulnerabili: senza fissa dimora, famiglie a basso reddito, migranti e comunità Rom, Sinti e Caminanti

E’ attivo in Via Fani a Bari il primo Ambulatorio del PNES-Programma Nazionale Equità nella Salute finalizzato a fornire assistenza alla popolazione in condizione di bisogno socio-economico.
A fare da battistrada è il Distretto Unico di Bari, diretto da Rosella Squicciarini, designato per ospitare la fase pilota che prevede l’avvio di un Ambulatorio dedicato, attivo due giorni a settimana (venerdì pomeriggio dalle 15:00 alle 18:30 e sabato mattina dalle 8:30 alle 12:30), in cui operano due équipe multidisciplinari formate da due medici specialisti, due infermieri e un medico igienista del Dipartimento di Prevenzione (per valutazioni nutrizionali, vaccinazioni e screening oncologici), oltre ad un amministrativo e un assistente sociale.
«La Puglia muove da Bari il primo passo sulla strada del PNES – commenta il presidente della Regione, Michele Emiliano –. Con questi fondi europei, che coniugano l’universalismo della nostra Sanità con i valori dell’accoglienza e dell’integrazione, rimettiamo ancora una volta al centro le persone e la cura della loro salute, rimuovendo ogni ostacolo per offrire una possibilità in più anche a chi non riesce ad accedere ai servizi sanitari. E quando serve andremo noi da loro, nei luoghi di vita: un impegno che qualifica ulteriormente la qualità della sanità pugliese e dei suoi operatori».
Per l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Piemontese, «il Programma Nazionale Equità e Salute Puglia si inserisce nell’ambito della più ampia strategia della programmazione sanitaria regionale e nazionale. Quattro sono le aree di intervento previste nei prossimi anni con le rispettive linee di finanziamento: una coordinata dall’istituto nazionale salute, migrazione e povertà, le altre attinenti a salute mentale, medicina di genere e screening oncologici. In ogni ambito avremo l’opportunità di potenziare i servizi esistenti rafforzando risorse umane e strumentali, oltre a mettere in campo azioni sulle infrastrutture e sulla formazione degli operatori, in favore delle persone più vulnerabili e che hanno difficoltà di accesso alle cure».
«Con l’avvio del primo ambulatorio PNES – spiega il direttore generale facente funzioni ASL Bari, Luigi Fruscio – rinforziamo il filone della “medicina di prossimità” a sostegno delle fragilità e delle marginalità, dando forma e sostanza – attraverso il Programma Nazionale Equità nella Salute – ad una serie di esperienze che la nostra azienda sanitaria ha sviluppato negli ultimi anni. Ora questa “vocazione” diventa un piano di azione che per i prossimi cinque anni metterà a disposizione operatori sanitari, servizi e mezzi per dare risposte concrete anche ai bisogni di salute di queste fasce di popolazione più difficili da raggiungere».
Ieri venerdì e oggi sabato nei due ambulatori di Via Fani, a Bari, sono state garantite le prime 40 visite di base ad altrettanti utenti prevalentemente stranieri. Tra i requisiti generali per accedere, l’avere un ISEE sotto i 10mila euro, essere in possesso di un codice STP o ENI (previsti per l’accesso alle prestazioni sanitari di cittadini stranieri o comunitari) oppure aver diritto all’esenzione per reddito. La popolazione vulnerabile cui si rivolge il servizio riguarda un’ampia e variegata platea di riferimento che coinvolge persone senza fissa dimora, famiglie a basso reddito, persone migranti e comunità RSC (Rom, Sinti e Caminanti). «In seguito, grazie all’acquisto di tre cliniche mobili attrezzate – spiega Silvana Fornelli, responsabile attuazione dei Progetti PNES – il servizio uscirà dall’ambulatorio fisso per andare sul campo a promuovere la salute e il benessere di quelle fasce di popolazione che rischiano di restare ai margini o fuori dall’area d’intervento della Sanità pubblica».


Pubblicato il 7 Dicembre 2024

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