Cronaca

A Bari la Tari non aumenta per l’anno in corso, ma resta tra le più esose

A Bari le “buone notizie” per i contribuenti sono ormai  quelle di quando il Comune non aumenta la pressione fiscale per i tributi locali. Infatti, nonostante nel capoluogo pugliese le aliquote fiscali comunali siano tra le più alte d’Italia, di riduzione dei tributi comunali non se ne parla minimamente. Anzi, è già un “miracolo” che non siano aumentate ulteriormente. Ed è così che per i baresi anche il mancato aumento della Tari da parte dell’amministrazione Decaro può, tutto sommato, essere considerata una “buona notizia”, perché evidentemente, secondo chi ritiene positivo non aver incrementato nuovamente tale tassa, l’ordinaria gestione paradossalmente dovrebbe essere l’aumento sistematico dei tributi, come di fatto è avvenuto finora e non forse la non lievitazione degli stessi e, se possibile, la loro riduzione. Infatti, a dare con enfasi la “buona notizia” ai cittadini baresi che per l’anno in corso, differentemente dal precedente, non ci sarà nessun aumento della Tari è un comunicato del Comune che ha reso noto che la giunta Decaro nella seduta di giovedì scorso ha  definito il Pef (Piano economico finanziario) per l’anno in corso e le relative tariffe della Tari, la tassa per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani per lo stesso periodo, che devono essere trasmesse e approvate dal Consiglio comunale entro il 31 marzo prossimo. “Quest’anno, – si riferisce nella nota comunale –  come già annunciato, l’importo della Tari per i cittadini non aumenterà, nonostante l’introduzione del servizio di raccolta dei rifiuti porta a porta in oltre 10 quartieri della città”. E proseguendo si chiarisce: “Questo risultato è stato raggiunto grazie alla scelta dell’Amministrazione comunale di coprire integralmente l’aumento previsto nel Pef, determinato dal costo del servizio porta a porta, attraverso il ricorso alle risorse del civico bilancio. Il servizio di raccolta porta a porta è stato introdotto nell’ambito del nuovo piano per lo sviluppo della raccolta differenziata per una nuova gestione dei rifiuti, con lo scopo di raggiungere e superare il 65% di rifiuto differenziato raccolto e di puntare ai nuovi target di riciclo e recupero. Contestualmente aumenteranno i controlli e migliorerà gradualmente il servizio di spazzamento al fine di contrastare in maniera più incisiva il fenomeno dell’abbandono selvaggio dei rifiuti ingombranti”. Però, rilevano a ragion veduta alcuni bene informati sulla questione, il servizio di raccolta parta a porta è stato introdotto per tentare di raggiungere e possibilmente superare il 65% di rifiuti differenziati, altrimenti il Comune andrebbe incontro a pesanti sanzioni si costi di smaltimento in discarica e, se l’obiettivo fosse raggiunto, contestualmente dovrebbero abbassarsi i quantitativi di indifferenziato prodotto e, quindi, la spesa complessiva per il loro trasporto e smaltimento in discarica. Quindi, obiettano gli stessi bene informati, prima di poter definire effettivamente come una “buona notizia” di cui vantarsi l’aver posto a carico della fiscalità generale i maggiori costi di raccolta per il servizio porta a porta sarebbe opportuno conoscere a quanto ammontano le stime di risparmio per la prevista riduzione di costi per lo smaltimento in discarica. Ad ogni modo alcuni dati la nota diramata dal Comune li fornisce e sulla base di essi spiega: “Tenuto conto che il gettito tributario deve coprire interamente il costo del servizio, la modulazione della Tari per l’anno 2017 è stata effettuata sulla base dei criteri già adottati per la determinazione delle tariffe per l’anno precedente, tenendo conto dei quantitativi di rifiuti prodotti al 31/12/2016, pari a 98.008.118 kg per le utenze domestiche (51% del totale dei rifiuti prodotti) rispetto ai 98.224.360 kg del 2015 (52% del totale dei rifiuti prodotti), e pari a 94.164.662 kg per le utenze non domestiche (49% del totale dei rifiuti prodotti) rispetto ai 90.668.640 kg del 2015 (48% del totale dei rifiuti prodotti)”. “Ciò premesso, – prosegue la nota – sono stati ricalcolati i parametri fissati secondo la previsione dell’aumento del servizio e successivamente ridotte sia la quota fissa sia la parte variabile, entrambi coefficienti utili al calcolo dell’importo dovuto dai cittadini”. A questo genere di informativa si fa presente che “rispetto al 2015 non c’è nessuna sostanziale modifica per quanto riguarda il numero delle utenze complessive”, eccetto “un modesto ma importante segnale sulle utenze non domestiche che registrano un saldo” in avanti di 166 in più rispetto al 2015. Ma di contro, per l’anno in corso, si è registrato anche un aumento dei nuclei familiari che hanno diritto a beneficiare di esenzioni ed agevolazioni. Al riguardo l’amministrazione barese nella nota fa pure presente di aver stanziato nel bilancio previsionale ulteriori risorse per far fronte alla copertura delle mancate somme dovute all’incremento della fascia di famiglie in disagiate che pagheranno la Tari o la pagheranno in modo ridotto. E tale rivelazione non è di certo una “buona notizia” per la città di Bari, perché significa che nel capoluogo pugliese è aumentato ancora il numero dei cittadini che nel 2016 hanno visto ridursi il proprio reddito al di sotto dei libelli di tassabilità ai fini della Tari. In fine, il Comune ha pure comunicato che il mancato gettito Tari nelle casse dell’Ente per tali fattori  non sarà fatto gravare sull’intera popolazione dei contribuenti baresi, ma sarà anche questo posto a carico della fiscalità generale. E tutto questo per giustificare la “buona notizia” che quest’anno non ci sarà nessun aumento della Tari a Bari, anche se alla fine a pagare per le perequazioni annunciate saranno comunque i baresi tutti se non in termini diretti con l’incremento della tassa, in termini indiretti con la contrazioni di altri servizi a cui sono state sottratte le somme perequative. E con la speranza sempre che anche per i prossimi anni la “buona notizia” venga confermata e che, quindi, non vi siano poi le solite sorprese dovute a stime errate o ad obiettivi non raggiunti. Ma per quest’anno, però, i baresi posso stare tranquilli e, forse, anche l’anno prossimo, perché si è già in clima elettorale e come si sa in vista delle elezioni in Italia le cosiddette “buone notizie” non mancano mai. Infatti, quelle cosiddette “cattive” vengono riservate sempre per il dopo consultazioni.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 25 Febbraio 2017

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