A Bari l’inquinamento acustico è oltre i limiti consentiti
“Siamo soddisfatti del quadro rassicurante che emerge dai tre giorni di monitoraggio a Bari, ma questi dati non devono disimpegnare l’amministrazione comunale a fare di più e meglio per le aree ancora trafficate e inquinate della città, come ha dimostrato il rilevamento orario su via Capruzzi, via Amendola e via Giulio Petroni”. Con queste parole Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, ha commentato i dati relativi al monitoraggio fatto ad opera del laboratorio mobile dell’Istituto Sperimentale di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) in occasione dell’annuale tappa barese del Treno Verde di Legambiente, per la prima volta contrassegnato anche dal patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il rilevatore, posizionato in via Roberto da Bari angolo via Piccinni nelle giornate dal ventidue al ventiquattro marzo, ha verificato, in sessantadue ore di attività continua, che i valori delle polveri sottili non hanno mai superato i limiti giornalieri previsti dalla legge. Meno confortanti, invece, sono stati i risultati delle analisi condotte mercoledì dallo staff del Treno Verde con il Personal Dust Monit, un rilevatore itinerante. Nell’arco di un’ora, precisamente dalle 17.00 alle 18.00, infatti, l’operatore di Legambiente camminando per le vie di Bari e, in particolare, attraversando le strade comprese tra via Capruzzi, via Giulio Petroni e via Amendola, ha riscontrato una media oraria di polveri sottili ben al di sopra dei parametri: 88,7 µg/m³ rispetto ai cinquanta consentiti, di cui il 29% costituito da polveri sottilissime, note al linguaggio scientifico come PM2,5, molto dannose per la salute dell’uomo perché capaci di penetrare profondamente nelle vie respiratorie. Tuttavia, è bene ricordare che queste analisi sono state svolte a campione nel capoluogo e, come tali, offrono un quadro solo parziale, una fotografia, dell’inquinamento atmosferico nel centro della città e nei suoi immediati dintorni. “Benché ci sia ancora molto da fare, i valori raccolti da Legambiente – ha affermato Maria Maugeri, consigliera delegata all’Ambiente del Comune di Bari – soprattutto per quel che riguarda il centro di Bari, rappresentano il traguardo di coerenti ed efficaci scelte politiche dell’amministrazione locale. Siamo un Comune che ha individuato nell’ambiente una priorità, e ciò si è dimostrato col potenziamento dei trasporti pubblici, con le flotte AMTAB a metano, oltre che con gli investimenti fatti”. I dati riferiti a Bari, inoltre, sono ancora più soddisfacenti se si pensa che a Trani e a Foggia, come ha denunciato Giorgio Assennato, direttore generale dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione Ambientale, mancano persino le centraline per il rilevamento costante sui valori di salubrità dell’aria, come invece disposto dalla legge. “Ad oggi, l’unica centralina attivata a Foggia è quella di ARPA Puglia, nella sede del suo dipartimento.”La grande attenzione rivolta in questi anni alla qualità dell’aria che respiriamo ha, senza dubbio, avviato un percorso di sensibilizzazione sulla mobilità sostenibile, grazie anche ad una serie di campagne sui rischi per la salute provocati dall’inquinamento atmosferico. La stessa cosa, però, non può dirsi a proposito dell’inquinamento acustico. Il quadro tracciato da Legambiente, infatti, ha segnalato una frequente violazione dei decibel previsti dalla legge nelle ore diurne e, soprattutto, in quelle notturne. La stessa amministrazione comunale, nonostante gli sforzi fatti, risulta impreparata a fronteggiare coerentemente la questione: non è stata ancora approntata per Bari una zonizzazione acustica, come disposto da una legge regionale del 2002, ovvero una mappatura che disciplini con chiarezza, a seconda delle diverse zone, i limiti di accettabilità al rumore. Ed probabile che la mancanza di un metodo omogeneo per la classificazione acustica del territorio spieghi alcune proposte del tutto estemporanee e sommarie avanzate dal Comune di Bari per far fronte alle lamentele dei cittadini, come nel caso della recente e molto discussa ordinanza a danno di cinque locali notturni baresi. Quel che urge, in ogni caso, è che le amministrazioni locali si adeguino al più presto alla legge regionale. “ Chiediamo al Comune – ha concluso Giorgio Zampetti, coordinatore dell’ufficio scientifico di Legambiente – di intraprendere anche per l’inquinamento acustico lo stesso percorso avviato sulla mobilità sostenibile, che in pochi anni ha portato il capoluogo pugliese tra i primi posti in Italia, migliorando la qualità della vita dei cittadini e dell’aria”. Il Treno Verde di Legambiente, rimessosi ieri in moto sui binari per procedere con le sue analisi in tutt’Italia, oltre a fare un bilancio sull’inquinamento a Bari, ha anche ospitato una mostra, visitata da più di duemila persone, sul risparmio energetico e lo sviluppo sostenibile che ha contribuito ad informare attentamente cittadini e scolaresche.
Lucia De Crescenzio
Pubblicato il 26 Marzo 2011