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A Bari per un “decentramento bluff” si continua con annunci e false promesse

Dopo oltre quarant'anni di organi decentrati senza poteri, la situazione è peggiorata per il costo scandaloso dei politici eletti nelle circoscrizioni. Ma evidentemente anche per il neo-sindaco, Vito Leccese, "fin che la barca va, la lascia andare…"

Un “decentramento bluff “a Bari, per continuare a tenere in vita istituzioni interne al Comune, anacronistiche e costose, che però servono a distribuire poltrone e, quindi, “gettoni” ai politici di quartiere, per un controllo familistico e clientelare del consenso, rione per rione e strada per strada. E’ questa, in sintesi, la convinzione che molti cittadini baresi hanno dei cinque Municipi di decentramento comunale e dei politici in essi impegnati e che l’Amministrazione guida dal neo-sindaco, Vito Leccese, si appresta verosimilmente a mettere in atto, pur di perpetrare la gestione centralizzata non solo delle grandi ed importanti problematiche della città, ma anche di quelle minori, riguardanti i singoli territori cittadini. Ipotesi, questa, che alla luce dei fatti, quasi sicuramente, è quella che più si avvicina alla realtà e che nessuna forza politica, compreso il partito di Giuseppe Conte, il M5S, che spesso si erge a movimento castigatore e moralizzatore del sistema, appare voler contraddire, mettendo in discussione una volta per tutte l’inutilità di istituti di un finto decentramento, con la conseguenza di un’abolizione degli sprechi ad esso connesso o, di contro, la richiesta perentoria ed indifferibile di una effettiva attuazione della cessione di poteri, su determinate tematiche di interesse strettamente localistico, agli istituti rappresentativi dei quartieri.    Infatti, ora nel capoluogo pugliese, con l’amministrazione Leccese, il M5S è entrato a far parte integrante del sistema politico che a Bari non ha mai  realizzato un reale decentramento, limitandosi soltanto ad annunci e promesse che nei fatti non ha mai mantenuto e che adesso, come in passato, si ripete nella sceneggiatura su una questione, quella del decentramento per l’appunto, che è ormai decotta, sia sotto l’aspetto della concreta fattibilità che della sua effettiva sostenibilità finanziaria. Difatti, a Bari, ora come in passato, il primo vero dilemma sul decentramento è se l’Amministrazione comunale centrale, composta dall’intero suo apparato politico e burocratico, ha effettivamente la volontà di spogliarsi di determinate prerogative gestionali, per affidarle agli amministratori di quartiere. A questo primo fondamentale interrogativo se ne aggiunge, poi, un secondo riguardante la sostenibilità finanziaria di un eventuale affidamento di talune deleghe gestionali agli organi politici decentrati presenti nei cinque Municipi cittadini. Una sostenibilità che, a detta dei bene informati sulla reale situazione economico-finanziaria del Comune di Bari, l’Amministrazione cittadina non potrebbe permettersi, in quanto per dare un’effettiva concretezza al decentramento occorre potenziare gli uffici periferici del Comune con strutture e personale, che a Bari- come è noto – scarseggiano. Basti pensare che a livello periferico sono stati soppressi alcuni presidi fissi della Polizia locale e chiusi uffici anagrafici e stato civile, utili ai territori, ma insostenibili dall’Amministrazione per carenza di personale e risorse necessarie al loro funzionamento. Quindi, di che “decentramento” si continua a parlare a Bari, se la situazione già a livello periferico è quella accennata? Ripetersi ancora nella “filastrocca” di un effettivo decentramento, dopo oltre un quarantennio di esperienza con le 9 Circoscrizioni prima e con i 5 Municipi dal 2014, significa voler continuare a prendere in giro i baresi, al sol fine di mantenere in vita istituti politici costosi per la Cassa comunale, quali sono divenuti per l’appunto i 5 Municipi baresi e, soprattutto, inutili per la città, come dimostrano le tante contestazioni avvenute in tutti i quartieri cittadini ,su determinati interventi e problematiche rionali. Infatti, continuare ad evocare ed invocare il “decentramento” comunale, in una città di appena 320mila abitanti e con una situazione di Bilancio alquanto sospetta e sicuramente pesante dal punto di vista finanziario (basta leggersi la relazione dei revisori all’ultimo Bilancio, per capire che a Bari, al netto della propaganda politica diretta da qualche nota società di comunicazione, la Cassa comunale non versa di certo in condizioni di sicurezza!), non è verosimilmente esercizio realistico, né tantomeno di buona politica. Bensì, trattasi solo di un’attività di governo della città improntata all’insegna del “tirare a campare”. Tanto – come esclama un noto ritornello della cantante Orietta Berti – “fin che la barca va, lasciala andare!”. Ma “usque tandem?” (ossia, “fino a quando?”).

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 22 Gennaio 2025

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