Cronaca

A Bari promettono e da Roma tagliano: addio aiuti all’emergenza abitativa

 

“Cancellare dal cosiddetto provvedimento omnibus gli aiuti alle famiglie per l’emergenza abitativa è un errore”, diceva pochi mesi fa il consigliere regionale Peppino Longo intervenendo sulla decisione del governo regionale guidato ancora da Nichi Vendola (…per poche settimane) di ridurre i punti contenuti nel provvedimento omnibus da 30 ad 8, cancellando aiuti importanti a settori strategici della regione, come l’emergenza abitativa, appunto, o i consorzi di bonifica, solo per citare alcuni esempi. “In Puglia  sono migliaia le famiglie – sosteneva ancora Longo – che non hanno i requisiti o non hanno ancora maturato il diritto per poter accedere ad un alloggio di edilizia popolare. Contestualmente e a causa della crisi hanno perso la propria casa e non hanno la possibilità di pagare un affitto. I dati ufficiali parlano di oltre mille famiglie in questa condizione, ma a mio avviso sono molte di più perché questo è uno di quei settori nei quali non è possibile un censimento preciso. Basti pensare a quanti sgomberi di palestre o palazzi abbandonati, magari anche pericolanti, riporta la cronaca quotidiana”. Rubinetti ancora chiusi, quindi, anche per chi rischia di occupare i portici di via Capruzzi, per avere un tetto a Bari. Eppure solo sei mesi fa il sindaco barese Antonio Decaro firmava un protocollo d’intesa con la Regione e l’Arca Puglia (ex IACP) per la programmazione di interventi di edilizia residenziale pubblica tesi a fronteggiare l’emergenza abitativa della città. Il documento siglato prevedeva una serie di impegni, ripartiti tra i tre enti coinvolti, che miravano a definire strumenti e azioni per individuare fondi e alloggi disponibili per i cittadini che, appunto, non hanno una casa. “Gli incontri che faccio ogni martedì con i baresi – proclamava il sindaco al momento della firma – ci hanno aiutato a capire quali sono le politiche più urgenti da attuare per aiutare i cittadini in questo momento. Con il bando di cantieri di cittadinanza stiamo provando a dare delle risposte sulle opportunità di lavoro e, oggi, con la firma di questo protocollo, abbiamo messo un punto fermo sulla questione casa. Questo protocollo è frutto di una sinergia tra Comune, Regione e Arca, che dura da tanto tempo e che ha permesso nel 2007 di sottoscrivere il cosiddetto Piano casa del Comune di Bari. Oggi però l’emergenza abitativa si è accentuata notevolmente: dobbiamo far fronte a 2147 famiglie presenti nella graduatoria degli aventi diritto e a tutte le persone che in questi mesi vengono sfrattate per morosità incolpevole. Nei prossimi due anni saranno disponibili 362 alloggi popolari e per studenti in vari quartieri della città. Costituiremo l’agenzia per la casa per facilitare l’incontro di domanda e offerta di case in affitto, facendoci mediatori e garanti nel rapporto tra proprietari e conduttori, prevedendo un sostegno comunale e regionale e l’Arca, attraverso un avviso pubblico, acquisirà alloggi e immobili siti nel territorio comunale non utilizzati, o da ultimare, per renderli subito disponibili come abitazioni per gli aventi diritto, sotto forma di housing sociale, cioè con un canone minino di affitto. Interverremo anche con le procedure di cambio di destinazione d’uso, se sarà necessario”. Ma non basta: come previsto dalla legge regionale 33/07, ci sarà da lavorare sul recupero per uso abitativo di porticati e sottotetti degli edifici di edilizia residenziale pubblica”. Conclusione? “Stiamo facendo tutto quello che è nelle nostre possibilità – concludeva Decaro – per dare una risposta concreta alle persone che hanno maggiore bisogno e, soprattutto, un tetto a tante famiglie…” E così, se a Comune di Bari, regione e Arca Puglia sono ancora fermi al ‘faremo’, ‘stiamo lavorando’, ‘provvederemo’…, a livello di governo si passa direttamente ai fatti: nemmeno un cent in più per l’emergenza abitativa…

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 4 Dicembre 2015

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