Cronaca

A Bitonto chiedono una via per il senatore socialista Scamarcio, un politico d’altri tempi

A chiedere di dedicare una strada cittadina al senatore socialista pugliese, due volte sottosegretario di Stato alla Giustizia Gaetano Scamarcio, scomparso il 20 settembre del 2014 all’età di 84 anni, è un folto gruppo di semplici cittadini di Bitonto, ma anche di personalità locali con un passato al servizio della città, come l’avvocato Michele Coletti, sindaco della Città degli ulivi negli dal 1986 al 1993, che è tornato a sollecitare l’intitolazione di un’area pubblica cittadina al politico scomparso circa sette anni or sono ed alla memoria del quale, a Bitonto, sono in molti a ritenere doveroso esprimere la riconoscenza di tale comunità, per il costante e fattivo impegno profuso nel corso del suo lungo mandato parlamentare (1976-1987), oltre che da consigliere ed assessore comunale di tale realtà dell’entroterra barese, sia a favore della collettività che dei singoli componenti. Tenendo costantemente aperto il dialogo con tutti ed a prescindere dalle simpatie o appartenenze politiche di ciascuno. Infatti, scrisse Coletti in un suo ricordo del senatore socialista pugliese pubblicato in occasione del primo anniversario dalla scomparsa: “Come avvocato e come parlamentare ritenne sempre suo compito primario quello di rappresentare e difendere chiunque, a vario titolo e a modo, gli chiedeva aiuto e tutela”. E, ricordando Scamarcio, l’ex Primo cittadino di Bitonto ebbe modo anche di affermare che “era del tutto naturale per lui, che bitontino non era ma che dai bitontini era stato eletto, dedicare continue attenzioni ai bisogni e alle esigenze della nostra città, e tanto attraverso un continuo contatto con tutti, senza risparmio di energie e di tempo, tenendo la propria casa aperta a chiunque e in qualsiasi orario, senza mai ‘staccare’ né telefoni né campanelli”. A raccogliere per primi l’appello per l’intitolazione a Bitonto di un’area pubblica cittadina due consiglieri comunali di centrosinistra ma con un passato notoriamente nelle fila del vecchio Psi di ‘scamarciama memoria’, Franco Natilla e Franco Scauro, che, da sponde diverse dello stesso centrosinistra, nell’istanza inviata al sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, non hanno esitato a dire di Scamarcio: “non era bitontino, ma pensava e si comportava da bitontino, eletto nel collegio della nostra Città per tre legislature (dal luglio 1976 al luglio 1987), in virtù di un consenso guadagnato rappresentando con modestia e senza risparmio i suoi elettori ed anche l’intera collettività cittadina, ascoltando e interpretando al meglio i bisogni e le aspettative delle persone, dell’economia, della società”. Ed ancora, nella stessa missiva, i due esponenti dell’Assemblea bitontina di Palazzo Gentile, evocando le ragioni per cui nella città molti comuni cittadini chiedono ed auspicano un gesto nobile a ricordo duraturo del politico scomparso nel 2014, scrivono inoltre: “Legato alla sua professione di avvocato, Scamarcio non era un professionista della politica, ma un professionista prestato alla politica”, per poi specificare anche che Scamarcio la politica “la intendeva come impegno quotidiano”, entrando nel vivo dei problemi e dei conflitti “con l’unica ambizione di risolverli”. Infatti, hanno sottolineato Natilla e Sacauro al sindaco Abbaticchio: “Della nostra Città e prima ancora di Andria, (ndr – Scamarcio) è stato consigliere comunale e assessore, occupando il seggio nel Consiglio municipale non per bramosia di potere ma per mero spirito di servizio, potendo vantare ben altre esperienze amministrative prestigiose, sia da consigliere e vice-sindaco di Andria, da consigliere regionale della legislatura costituente, la Prima (1970-1975), che da Presidente nazionale dell’Onpi. Ma è soprattutto per “la militanza amministrativa di stretta osservanza bitontina e per gli incarichi svolti” a servizio della cittadinanza che Natilla e Scauro hanno ritenuto doveroso raccogliere le istanze di tutti coloro che a Bitonto chiedono l’intitolazione di una via pubblica cittadina al compianto sen. Scamarcio, come si sarebbe dovuto fare da tempo e come lo stesso sindaco Abbaticchio ebbe modo di riconoscere ed impegnarsi in occasione del ricordo da lui fatto ad Andria, durante la cerimonia funebre dell’illustre esponente politico bitontino di adozione. Per completezza di cronaca ricordiamo che l’avv. Scamarcio negli anni in cui era stato senatore aveva trasferito la residenza dalla sua città d’origine (Andria) a Bitonto. Città natia, quest’ultima, della moglie Zettina Masciale, ma anche centro del collegio in cui per tre volte consecutive (1976, 1979 e 1983) Scamarcio fu eletto a Palazzo Madama nelle fila del Psi. Ed a conferma di quanto ricordato sia da Coletti nella sua commemorazione che da Natilla e Scauro nella loro recente richiesta di intitolazione, è sufficiente ricordare che Scamarcio nella sua terza ed ultima candidatura per il seggio a Palazzo Madama, cioè quella delle elezioni politiche del 26 e 27 Giugno del 1983, risultò in termini percentuali, nel collegio bitontino, tra i più suffragati d’Italia dei senatori del Psi. Prova inequivoca, questa, della stima e fiducia di cui godeva sul “campo” il personaggio in questione, non solo a Bitonto ma nell’intero suo collegio elettorale. Per cui non sarebbe sicuramente velleitario che – a detta di molti – anche altre realtà comunali dell’allora collegio senatoriale che per ben tre volte consecutive elesse Scamarcio a Palazzo Madama prendessero un’identica iniziativa a quella appena avviata a Bitonto, per onorare la memoria di Scamarcio e ricordarlo ad esempio di politico sempre e comunque a servizio della gente. E ciò a cominciare da Bari città che, come si ricorderà, con circa un terzo della propria popolazione (ossia quella delle ex frazioni periferiche di Palese, Santo Spirito, Carbonara, Ceglie e Loseto e del popolosissimo quartier Sa Paolo) faceva parte del collegio senatoriale che eleggeva Scamarcio. Infatti, un’intitolazione toponomastica al compianto senatore bitontino d’adozione non sarebbe soltanto pura commemorazione di un politico della Prima Repubblica, ma è soprattutto una nota significativa sulle doti di una figura politica ed istituzionale che, in tutte le sue esperienze da rappresentante (eletto!) del popolo, non mancò mai di mantenere effettivamente e costantemente aperta l’osmosi comunicativa con la gente che rappresentava e, in particolare, con i propri elettori. Uno stile di intendere la politica che risulta alquanto raro da riscontrare nella classe politica contemporanea. E l’insegnamento di Scamarcio su questo modo di concepire la politica, in un momento come l’attuale, in cui – come è noto – lo scollamento e la sfiducia dei cittadini nei confronti della politica in generale (ma ancor più nei politici) è ai massimi livelli, rappresenterebbe sicuramente un esempio concreto da ricordare a quanti credono ancora nella funzione sociale della “Politica” come strumento di risoluzione civile dei conflitti collettivi ed anche dei problemi dei singoli cittadini. E, in ragione di ciò, concludiamo questo servizio sull’iniziativa bitontina ricordando il necrologio con cui l’ex ministro socialista barese, oggi ultranovantenne, Rino Formica, omaggiò l’antico compagno (e qualche volta rivale!) di partito scomparso nel settembre del 2014: “Gaetano Scamarcio, senatore della Repubblica, nella vita privata e in quella pubblica, nelle istituzioni e nel governo, nelle Aule parlamentari e in quelle di giustizia, seppe fondere fede e ragione, intransigenza e realismo, memoria e visione. Una lezione da ricordare, in esempio da seguire”.

 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 25 Marzo 2021

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