Cultura e Spettacoli

A caccia col ‘chiamaquaglie’

Com’è noto, alle Tremiti i bracconieri sono tornati all’opera, peraltro in maniera continuativa e alla luce del sole, nel disinteresse generale. La notizia, che entra in sinistra sintonia con i recenti fenomeni di abuso edilizio e di cementificazione costiera e con la costante minaccia di trivellazioni a scopo petrolifero, ha fatto riesplodere la polemica tra cacciatori e LAC (Lega Abolizione Caccia). I primi si dichiarano estranei alla pratica della caccia in violazione della normativa vigente, anzi accusano i bracconieri d’essere nemici della categoria e tra i maggiori responsabili di un “contenuto” esercizio venatorio. I secondi (gli abolizionisti) affermano invece  che nell’85% dei casi il bracconaggio è praticato da cacciatori in possesso di regolare licenza. Giova qui ricordare che essendo la fauna selvatica ‘patrimonio indisponibile’, solo chi esercita la caccia con regolare licenza di porto di fucile e nel rispetto delle norme in materia venatoria (generali e locali) può “prelevare”, mediante abbattimento, i capi di fauna selvatica cacciabile nel numero consentito e ne diventa legittimo proprietario ; qualsiasi altra forma di abbattimento o cattura di fauna selvatica è considerata bracconaggio e pertanto perseguibile penalmente. Eppure i bracconieri sembrano prendere gusto nel violare Parchi, Zone Umide, Riserve Naturali, Aree Protette. Il mal costume è ben diffuso anche da noi. Due giorni fa a Corato, in località Sarzanelli, nella zona 2 del Parco dell’Alta Murgia, un bracconiere di 36 anni è stato sorpreso all’interno di terreni coltivati, armato di fucile e in possesso di un esemplare di beccaccia appena abbattuto. Lo stesso giorno a Ruvo, in località Polverino-Cotugno, uomini della Forestale coglievano con le mani nel sacco due napoletani mentre utilizzavano richiami acustici elettromagnetici (avevano già abbattuto 12 cesene e un tordo). Marchingegni di questo tipo sono stati sequestrati a settembre, ancora di quest’anno, anche a Nardò ; si trattava di ‘chiamaquaglie’ artigianali confezionati assemblando una batteria per auto, un micro lettore cd e un altoparlante. Nello stesso periodo guardie del WWF fermavano bracconieri a Brindisi, nel Parco Regionale delle Saline Punta della Contessa… Ma che se ne fanno i bracconieri delle carcasse? Ciò che non può finire in pentola, passa sul tavolo di lavoro dei tassidermisti. Mai come in questi ultimi tempi gli imbalsamatori avevano avuto tanto lavoro. Se prima ricevevano commesse solo dagli Istituti di Zoologia, ora che il numero di animali domestici è salito vertiginosamente, gli imbalsamatori sono chiamati a restituire vita ‘statuaria’ a criceti, coniglietti, cani, gatti, canarini… e a volpi, rapaci, fenicotteri rosa caduti senza uscire devastati dalla viltà di una ‘rosa’ di pallini. In posa e impagliati, fanno arredamento…

Italo Interesse

 


Pubblicato il 10 Novembre 2012

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