A caccia dei “furbetti del gettone” della prima Circoscrizione
La Corte dei conti ha mandato la Guardia di Finanza alla Circoscrizione di Palese e Santo Spirito ad acquisire i verbali delle commissioni consiliari. La magistratura contabile già da luglio scorso ha acceso i riflettori sulle attività delle commissioni consiliari del Comune e, in particolare, ai loro costi, che – a quanto pare – sarebbero alquanto esosi rispetto al loro effettivo rendimento, in termini amministrativi. L’attività delle commissioni, come è noto, è propedeutica a quella del consigli. Però, riscontrando ciò che giunge all’esame dell’Aula ed il cospicuo numero di sedute mensili delle commissioni, risulta strano che tutte le commissioni consiliari, quasi sempre, hanno bisogno di tempi, come suole dirsi, “biblici” per esaminare i provvedimenti da portare, poi, in consiglio. Anzi, in gran parte dei casi, ciò che viene esaminato in commissione non giunge neppure all’esame del consiglio stesso. E nelle Circoscrizioni di decentramento amministrativo pare che le cose non vadano molto meglio che al Comune perché, tra sedute di commissioni ordinarie e quelle delle speciali, molti consiglieri riescono quasi sempre a raggiungere il numero di 26 sedute mensili, che è il numero massimo di riunioni, per cui è riconosciuta la corresponsione del famoso “gettone di presenza”. In qualche caso, però, c’è pure chi supera tale limite, oltre il quale è vero che non riceve l’indennità di presenza, ma ha comunque diritto ad assentarsi giustificatamente dal posto di lavoro. E se il consigliere è dipendente di un ente privato, il Comune è tenuto lo stesso a rimborsare al datore di lavoro la corrispondente quota retributiva e contributiva che l’azienda è obbligata comunque a corrispondere al dipendente per le ore non lavorate, quando è impegnato in commissione o in consiglio. Alla Prima circoscrizione, come del resto in tutte le altre otto del Comune di Bari, ed anche a Palazzo di Città l’andazzo per il numero considerevole di sedute di commissione, sia ordinarie che speciali, svolte mensilmente pare che sia pressoché lo stesso, per cui la Corte dei conti ha aperto un’indagine, al fine di verificare in generale la regolarità delle sedute di tutte le commissioni e, in particolare, di quelle che risultano insediarsi quotidianamente, eccetto che nei giorni non lavorativi del mese. Vale a dire, per gli uffici del Comune, il sabato ed i festivi. Inoltre, per la Circoscrizione di Palese e Santo Spirito pare che sia stato presentato un esposto, alquanto dettagliato da parte di un ex consigliere circoscrizionale del posto, che ha denunciato alcune presunte irregolarità, sia nelle convocazioni delle riunioni che negli argomenti trattati, che in alcuni casi non risulterebbero neppure materia di competenza della commissione che li ha discussi o, peggio, non sarebbero affatto attività propedeutiche ai lavori di consiglio. Secondo alcune indiscrezioni, però, pare che le indagine delle Fiamme Gialle si siano concentrata non soltanto su quanto segnalato nell’esposto dell’ex consigliere, quanto su altre situazioni che vedrebbero alcune commissioni convocate tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, con una durata che coprirebbe l’intera giornata lavorativa. La notizia di ciò che potrebbe essere avvenuto su attività e i costi della politica alla Prima circoscrizione non ha sorpreso affatto un ex Presidente circoscrizionale di Palese e Santo Spirito, Francesco Leccese, che al riguardo ha dichiarato: “La questione, a mio pare, è la diretta conseguenza della rideterminazione delle indennità per gli amministratori degli Enti locali, avvenuta nel 2000, dopo l’entrata in vigore del Dlgs 267/2000.” E lo stesso ex Presidente aggiunge: “La sfiducia dei cittadini nella politica è determinata anche dall’uso indiscriminato che certi amministratori a volte fanno delle opportunità economiche che la legge offre a chi ricopre determinati incarichi pubblici.” E, inoltre, chiarisce: “Le opportunità, ma anche gli abusi di chi ricopre certe cariche possono essere tanti , però in un momento, come questo, di totale discredito della politica amministrata e attuata nell’opinione pubblica, è doveroso da parte di chi riveste ruoli di responsabilità istituzionale assumere atteggiamenti seri e responsabili, senza farsi sopraffare dalla voglia di emergere, dimostrando scarso conoscenza amministrativa ed poco equilibrio nell’uso di determinati benefit. Tra l’altro, la mancanza di effettivi poteri delle Circoscrizioni, o Municipi, notoriamente privi di autonomia gestionale, non giustifica, anche agli occhi della gente, una assiduità di frequenza per le riunioni di commissione.” Un ex consigliere circoscrizionale di Palese e Santo Spirito, Domenico Anaclerio, in modo forse più realistico addebita ciò che accade a livello circoscrizionale, ma anche comunale, allo sfascio in cui sono stati volutamente portati i partiti e rileva: “Ai tempi della cosiddetta Prima Repubblica per essere messi in lista, sia al Comune che alla Circoscrizione, occorreva che il partito avesse conoscenza dei propri candidati, che non potevano, né dovevano essere semplici portatori di voti, bensì erano persone già note o per la loro militanza nel partito che li candidava o erano delle professionalità che simpatizzavano per il partito stesso. Nella Seconda Repubblica, invece, le candidature avvengono solo per riempire le liste e portare voti. Per cui spesso accade che coloro che si presentano in lista vanno solo perché sono interessati ai privilegi economici riservati agli eletti e, quindi, non hanno alcun senso civico e morale verso l’istituzione in cui hanno la fortuna di essere eletti.” Su questi temi, però, il discorso potrebbe essere ancora più lungo e le recenti vicende scandalistiche, anche a livelli istituzionali più alti, potrebbero riservare ancora molte sorprese.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 6 Novembre 2012