Cultura e Spettacoli

A Canne, coalizioni contro

Nel secondo secolo avanti Cristo il potere di Roma era compreso tra lo stretto di Messina e la linea dell’Arno. Ma tale ‘potere’ aveva senso strettamente territoriale solo in un raggio di un centinaio di chilometri dalla città eterna. Quanto al resto, si può parlare di ‘sfera d’influenza’, nel senso che Roma, quando aveva necessità di spostare truppe in qualunque direzione, non incontrava ostacoli nelle popolazioni italiche, con cui aveva stabilito accordi (il momento del vero dominio militare – e quindi fiscale – sarebbe arrivato più avanti). Alcuni di questi accordi avevano fatto delle tribù meridionali tanti ‘socii navales’. Ovvero, spettava a tali ‘socii’ fornire il naviglio, militare o commerciale che fosse, di cui Roma aveva necessità. Quando però dovette ingaggiare il braccio di ferro con Annibale , Roma fece un’eccezione e arruolò reparti di cavalleria formati da “giovani nobili di Taranto” (e questo lo dice Livio), integrati da contingenti di fanteria japigia e messapica, stando a quanto tramanda Polibio. La prima scelta si spiega col fatto che, evidentemente i ricchi Tarantini, sulla cui Murgia pascolavano cavalli eccellenti (antenati del Cavallo Murgiano), avevano molta pratica in fatto d’equitazione. Gli Iapigi erano verosimilmente utilizzati in qualità di ‘velites’, uomini di fanteria leggera difesi da elmo e scudo tondo e armati di spada e giavellotto. Quest’ultimo aveva un’asta lunga due cubiti (m. 1,20) e presentava una punta metallica lunga un palmo e martellata sino a diventare così sottile e acuminata da piegarsi al primo impatto contro scudi e corazze; in questo modo il nemico, in caso di colpo andato a vuoto, non poteva riutilizzare l’arma. I cavalieri erano pagati meglio dei fanti (ancora Polibio) e il costo delle razioni alimentari era supportato da Roma, mentre le comunità alleate provvedevano al soldo. Circa le modalità di arruolamento, le truppe alleate dovevano prestare giuramento prima di essere affiancate alle legioni. A Canne, dunque, a scendere in campo non fu tanto Roma quanto quella che di fatto si potrebbe chiamare una ‘coalizione italiota’. Alla quale coalizione si contrapponeva un non meno ibrido schieramento. Sul fonte opposto, infatti, c’era ben poca Cartagine. Anche l’esercito di Annibale era completato da alleati. A questo proposito le fonti parlano di forze africane : Libici, Libi-Fenici, Numidi, Mauri e Getuli. In più, a differenza di Roma, Cartagine schierava numerosi mercenari. di cui una metà provenivano dalla penisola iberica (Celtiberi, Lusitani e i celebri frombolieri delle Baleari, soldati armati di fionda), mentre l’altra metà proveniva dalla Gallia dall’area cisalpina, del Po e della Liguria. Tali mercenari furono ingaggiati da Annibale lungo la celebre marcia verso Roma costeggiando il Mediterraneo occidentale.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 5 Luglio 2019

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