Cultura e Spettacoli

A Castellana il sinkhole preistorico

Si chiamano sinkhole. Improvvisamente si aprono e ingoiano tutto. Alcune di queste voragini sono così grandi da risucchiare un tir con rimorchio. E’ il risultato di una compromissione del sottosuolo conseguente ad un’antropizzazione selvaggia e incurante dell’assetto geologico del territorio. Lo scavo di cunicoli per miniere, metropolitane, ambienti sotterranei e reti idrauliche e fognarie, indeboliscono il sottosuolo. E se quest’ultimo si presenta come una groviera poiché carsico – il caso della Puglia – l’attività dell’uomo lo predispone maggiormente a questi collassi a macchia di leopardo. Da noi è il Salento l’area più colpita : i territori di Porto Cesareo, Vernole, Supersano e Morciano di Leuca, solo per citare quelli più compromessi, continuano a riempirsi di vore (e chissà cosa potrebbe scatenarsi a Melendugno quando dovessero prendere il via i lavori del contestatissimo gasdotto, che come tutti i gasdotti vuol dire tubature enormi e collocate a grande profondità). Si sbaglierebbe comunque nel ritenere quello del sinkhole un fenomeno recente. In passato, anche in quello preistorico, crolli di questo tipo non erano infrequenti. In Puglia ne abbiamo un esempio notissimo. La famosa Grave, l’ingresso naturale alle grotte di Castellana (vedi immagine) consiste in un’enorme voragine a forma d’imbuto rovesciato che su fondo presenta un cumulo di macigni. Tale cumulo è il frutto del crollo di una parte (la più debole) della volta rocciosa che in tempi remotissimi copriva la cavità. In altre parole, quando l’azione erosiva di fiumi sotterranei ebbe scavato quella cavità, essa cominciò ad allargarsi a misura che l’umidità staccava frammenti. Nel momento in cui questo graduale distacco ebbe ridotto la volta dell’antro ad una sfoglia di roccia troppo sottile per reggere anche sé stessa, essa venne giù rivelando al mondo la ben nota meraviglia. Restando in tema di remotissimi sinkhole pugliesi, è il caso di ricordare la grotta di Lama Lunga, nel territorio di Altamura, quest’altro complesso di cavità carsiche e stretti cunicoli a cui si accede attraverso un inghiottitoio formatosi con le stesse modalità che nel caso di Castellana. Benché di remotissima formazione, queste voragini sono universalmente note solo da pochi anni. La scoperta dell’intero sistema di voragini e cavità che compongono il complesso di Castellana avvenne il 23 gennaio 1938 per merito dello speleologo Franco Anelli, mentre la Grotta di Lamalunga è uscita dall’anonimato solo il 3 ottobre 1993, anno in cui un gruppi di speleologi baresi e altamurani vi scoprì i resti di un ominide vissuto circa 150mila anni fa e ribattezzato l’Uomo di Altamura.

 

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 16 Settembre 2017

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