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A che serve l’Osservatorio se esiste già una commissione sul decentramento?

L'ennesima scusa per continuare a tenere in vita un ceto politico utile unicamente per le campagne elettorali, ma dannoso per le casse comunali

A che serve al Comune di Bari un “Osservatorio” sul decentramento amministrativo, se già esiste una Commissione speciale consigliare al decentramento? A porsi tale domanda sono alcuni cittadini baresi dopo aver appreso che il sindaco, Vito Leccese, ha immediatamente dato seguito alla richiesta dei pentastellati di istituire l’Osservatorio sul decentramento previsto dalla deliberazione consigliare n.63  del 30.5.2023, a cui però l’ex sindaco Antonio Decaro non aveva mai dato seguito e che ora, invece, il suo successore ha attuato, dopo essere stato messo alle strette – come riferito ieri in altro nostro servizio – da un odg del Consiglio comunale dello scorso dicembre e, soprattutto, dalla recente presa di posizione del presidente pentastellato della Commissione comunale al decentramento, Antonello Delle Fontane. Infatti, agli occhi di tali cittadini, ma anche di molti addetti ai lavori, appare a dir poco paradossale, oltre che probabilmente ridicolo, che in una città come Bari, dove un effettivo decentramento comunale ancora non esiste dopo circa 45 anni, ossia da quando sono stati introdotti gli organi politici periferici per attuarlo e, soprattutto, dopo che dal 2010 gli istituti di quartiere per l’attuazione del decentramento non sono più neppure obbligatori per legge, ma facoltativi. Invece, nel capoluogo pugliese ad insistere sul decentramento e quindi sul mantenimento di “poltrone” politiche facoltative e, forse, alquanto inutili per un Comune di appena 316mila abitanti, quale è Bari, sono i rappresentati comunali di un partito, il M5S di Giuseppe Conte, che in Parlamento – come è noto – si professa a “paladino” del taglio alle poltrone superflue ai politici (vedi ad esempio la battaglia ingaggiata a suo tempo e portata a termine a livello nazionale dal M5S, per la riduzione dei parlamentari di Camera e Senato, e quella per il taglio delle pensioni d’oro dei politici), ma che nel capoluogo pugliese, in modo palesemente contraddittorio ai principi per cui è sorto, il M5S è invece paradossalmente “alfiere” del mantenimento in vita di istituti politici comunali facoltativi, quali sono per l’appunto i cinque Municipi baresi di decentramento, oltre che scandalosamente esosi per la Cassa comunale. Infatti, anche sotto questo aspetto, il M5S barese è stato silente e ad ottobre dello scorso anno ha avallato il ripristino, al massimo consentito, dei compensi ai politici (presidenti e consiglieri) dei cinque Municipi cittadini. Compensi che il governo Meloni, da marzo del 2024, ha dato la possibilità ai Comuni di eliminare o, comunque, di ridurre notevolmente rispetto al passato, in modo da renderli eventualmente proporzionali alle funzioni realmente espletate dagli amministratori di quartiere. Possibilità, questa, che a Bari l’amministrazione Leccese ha ritenuto di non applicare anche con il consenso di coloro che si definiscono “fustigatori” di sperperi e sprechi di denaro pubblico, ma che in realtà sono probabilmente solo gli stabilizzatori di un consolidato “sistema di autoconservazione” delle poltrone politiche, all’insegna dell’anti-sistema. Infatti, come hanno giustamente e logicamente rilevato alcuni cittadini, a che serve un “Osservatorio” per verificare l’attuazione del decentramento o per formulare proposte per una sua reale attuazione, se esiste già un’apposita Commissione consigliare sul decentramento? Ed ancora: “a che serve una commissione speciale sul decentramento in ognuno dei Municipi baresi, se non a generare altre sedute utili a generare gettoni di presenza ai consiglier, ma completamente inutili, oltre che ridicole, per la soluzione del problema?” Infatti, è paradossale che siano i Municipi stessi a richiedere, agli organi sovraordinati comunali, che cosa devono fare per rendere effettivo il decentramento. Ovvero le funzioni da affidare ai sottoposti istituti politici periferici. Funzioni di effettiva gestione che a Bari, indipendentemente dal colore politico, nessuna Amministrazione centrale, dalla nascita delle mini-Assemblee di quartiere (1981) ad oggi, si è mai sognata di delegare agli istituti di decentramento e che quasi sicuramente si sognerà anche in futuro delegare, considerato che il Comune capoluogo della Puglia non ha di certo le dimensioni di quello di Milano, Roma o Napoli, dove – come è noto – il decentramento di talune funzioni di gestione ai Municipi di decentramento cittadino è quasi una necessità, vista sia la mole di popolazione da governare (250-300mila abitanti per ogni Municipio!) che la grandezza territoriale su cui insiste detta popolazione. Quindi, a Bari la recente istituzione dell’Osservatorio per l’attuazione del decentramento, che si fa – come è noto – con la delega effettiva di poteri gestori e non certo con l’introduzione di un ulteriore organo consultivo, qual è per l’appunto il nominato Osservatorio, altro non è che l’ennesima “foglia di fico” per tenere in vita esosi istituti di quartiere che andrebbero invece soppressi, per dirottare le risorse per esse impegnate (circa 3milioni di euro l’anno!) in attività e servizi decisamente più utili per la collettività. D’Altronde- si chiedono in molti a Bari – un “Regolamento” sul decentramento, che prevede per i Municipi essenzialmente proposte e pareri non vincolanti per l’Amministrazione, come potrà mai dar vita ad un reale decentramento del potere centrale? Quindi, inutile continuare a tentare di illudere i cittadini sul decentramento con una duplicazione di un organo di vigilanza ed indagine sul decentramento, qual è per l’appunto il neo istituito “Osservatorio”, sapendo che già nell’atto che regola l’attività dei Municipi baresi un effettivo decentramento è precluso. Infatti, il vero scopo del neo “partorito” Osservatorio sul decentramento altro non sarebbe che l’ennesimo alibi per continuare con la farsa dei finti Municipi. E, quindi, con lo sperpero di denaro pubblico, per continuare a tenere in vita un ceto politico, quello dei rappresentanti di quartiere, utili solo per la ricerca clientelare e capillare del consenso. Altro che…reale decentramento!

 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 23 Maggio 2025

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