Cultura e Spettacoli

A est di Taranto la carneficina

In un giorno imprecisato del 473 a. C., si svolse in Puglia una sanguinosa battaglia fra Messapi  e Tarantini ; entrambi gli schieramenti erano integrati da contingenti alleati, Peucezi per i Messapi e Greci di Reggio Calabria per i Tarantini. Scrive Erodoto : “Fu questa la più grande strage di Greci e Reggini che noi conosciamo… dei reggini morirono tremila soldati e dei Tarantini non si poté nemmeno contare il numero”. Quanti uomini incrociarono le spade quel giorno? Alcuni autori affermano che la lega messapica mise in campo ventimila uomini. Ora, la bruciante sconfitta patita da Tarantini e Reggini fa immaginare una notevole disparità di forze. Ma potettero Taranto e Reggio mettere insieme meno di un diecimila soldati? Tanto induce a immaginare uno scontro di dimensioni epiche. Dove esso avvenne? Trentamila guerrieri ne occupano di spazio, non si battono in una gola, sulla cima di un colle o sul greto di un torrente. Hanno bisogno di una piana. Specie se nel confronto viene impiegata la cavalleria, nel nostro caso quella messapica, il cui apporto si rivelò determinante. Tre le possibilità : a nord, a sud-est e a sud-ovest di Taranto. La prima opzione è da scartare ; a nord di Taranto il territorio si presenta aspro, roccioso, solcato da gravine e ancora oggi coperto da boschi. Restano le due pianeggianti coste,  salentina e lucana. Una battaglia su quest’ultima avrebbe significato per i Messapi prendere alle spalle Taranto mentre altre forze premevano nella direzione opposta. Un’azione a tenaglia, un accerchiamento, una manovra volta più ad assediare Taranto che a sfidarla in campo aperto. Per esclusione dobbiamo immaginare quella carneficina nel territorio dove oggi sorge San Marzano di San Giuseppe, un piccolo centro a un ventina di chilometri da Taranto ed equidistante da Hyria (Oria) e da Mandryon (Manduria). Delle dodici città in cui si distribuiva il popolo messapico, Oria e Manduria erano quelle più vicine a Taranto. Se per effetto di un colpo di mano dei Tarantini quelle due città fossero cadute, ciò avrebbe rappresentato un colpo mortale per i Messapi. Essi, dunque, non potevano che schierarsi a difesa del punto più vulnerabile del loro territorio e lì attendere il nemico. L’attesa non fu lunga. Una volta raggiunti dai Reggini, i Tarantini avanzarono tracotanti, sicuri dell’invincibilità della disposizione dell’esercito a falange, secondo il modello greco. Non avevano fatto i conti con la fatale mobilità della cavalleria nemica. Aggirata la rigida e lenta falange, i cavalieri messapici ne fecero strazio. A salvarsi dalla strage  carneficina furono pochi Reggini, peraltro inseguiti dai Messapi fino alle porte di Reggio.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 7 Giugno 2018

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