Cultura e Spettacoli

A Les Mans, vincere o morire

Cento anni fa si concludeva la prima edizione della più emozionante corsa automobilistica

Quest’anno la ’24 ore di Le Mans’ compie cento anni. La prima gara infatti ebbe inizio alle 16:00 del 26 maggio 1923 e si chiuse alla stessa ora dell’indomani. Quella prima edizione si svolse lungo un circuito di 17,262 Km ricavato utilizzando la pubblica viabilità del comune di Le Mans, oggi capoluogo del dipartimento della Sarthe (Paesi della Loira). Si iscrissero alla gara trentacinque coppie di piloti, quasi tutti francesi, poi però la Giuria ammise alla gara solo trentatre autovetture. La competizione ebbe un avvio epico : grandinava. Poi la grandine si sciolse in una pioggia durata quattro ore che ridusse le strade – in terra battuta – a un inferno di melma e buche.  Si immagini il tormento dei piloti, tenuto anche conto che le vetture (tutte di classe sportiva) erano scoperte. Alcune non disponevano di parabrezza, e quando questo c’era mancavano i tergicristalli… Non bastasse, l’assenza di parafanghi avvolgenti (vedi immagine) spruzzava fango sull’abitacolo, conciando i piloti perle feste. Insieme al fango, i copertoni facevano volare anche sassi, col risultato di forare i serbatoi o di mettere fuori uso i fari… A vincere fu una Chenard & Walcker di circa tre litri di cilindrata condotta da André Lagache e René Léonardi, il primo ingegnere e il secondo capo-collaudatore di quella casa automobilistica. La vettura aveva percorso 128 giri per un totale di 2.209,536 km. alla velocità media di 92 km/h, distanziando il secondo classificato di quattro giri. Da quel giorno si sono disputate novanta edizioni della 24 ore (quella del 1936 non si effettuò per ragioni economiche, mentre le altre nove, dal 1940 al 1948, furono annullate per eventi bellici e post bellici). Tradizionalmente la 24 ore è gara falcidiata dagli incidenti. Il più grave avvenne nell’edizione del 1955 : l’11 giugno una Mercedes-Benz 300 SLR condotta da Pierre Levegh tamponava un altro di quei bolidi. L’auto tamponata fece da rampa alla Mercedes, che fu proiettata in alto. Nel ricadere si schiantò sulla barriera divisoria tra pista e tribuna prendendo fuoco, mentre pesanti frammenti del motore e della scocca piovevano sulla gradinata, gremitissima. L’incidente, ad oggi il più grave della storia dell’automobilismo, causò la morte del pilota e di 83 spettatori, più il ferimento di altre 120 persone. Nonostante l’accaduto la gara non fu interrotta. Secondo le dichiarazioni ufficiali degli organizzatori, la decisione fu presa per evitare che il pubblico, colto dal panico, lasciasse il circuito intasando le strade e ostacolando così l’arrivo delle ambulanze. In segno di rispetto verso le vittime, la Mercedes si ritirò dalle corse e non vi fece ritorno fino al 1987. L’incidente diede forte impulso alla ricerca di sistemi per rendere i circuiti di gara più sicuri sia per gli spettatori che per i piloti.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 27 Maggio 2023

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