Cultura e Spettacoli

A Maione non bastò San Cataldo

E’ il monumento che meglio rappresenta la Palermo normanna per la compresenza di caratteri orientali e occidentali : l’esterno infatti presenta un compatto paramento murario in arenaria addolcito da arcate cieche e ghiere traforate di palese influenza islamica, mentre l’elemento cristiano è meglio apprezzabile all’interno, che presenta tre corte navate – di cui quella centrale è scandita dalla sequenza ritmica di tre cupolette – separate da colonne. Stiamo parlando della chiesa di San Cataldo (vedi immagine). A posarne la prima pietra, tra 1154 e il 1160 fu l’allora Grande Ammiraglio del Regno di Sicilia, Maione da Bari. Nato nel 1115 nella nostra città, Maione iniziò la sua carriera politica con la nomina a ‘Emiro degli emiri’ sotto Ruggero II di Sicilia. Ssuccessivamente succedette a Giorgio d’Antiochia nel ruolo di Grande Ammiraglio del Regno. Quando poi sul trono di Sicilia salì Guglielmo I, Maione fu eletto primo ministro, divenendo dopo il re il più potente personaggio dell’isola. Ciò tuttavia non gli portò fortuna. Forse commise anche qualche errore. Inviso a nobiltà e clero, Maione pagò colpe che non erano solo sue, a cominciare dalle due rivolte del 1156 e dell’1160. Venne assassinato da un nobile normanno, Matteo Bonello, il 10 novembre 1160 ; oggi dunque ricorre il 858esimo anniversario della sua morte. Sul grande portone del Palazzo Arcivescovile è inchiodata l’elsa della spada con cui Bonello avrebbe trafitto mortalmente il suo nemico ; si tratta però di un falso storico, in quanto l’elsa della spada è del tipo ‘a vela’, caratteristica del periodo non precedente al XVI secolo. Tornando alla chiesa di San Cataldo, perché l’ammiraglio barese decise di edificarla? Maione aveva fama di mecenate e intenditore d’arte, tuttavia un conto è valorizzare poeti e pittori, un altro è innalzare una chiesa, anche imponente. Maione disponeva di grandi risorse personali o aveva saccheggiato l’erario?… In entrambi i casi invidia o sospetti potevano avergli alienato molte antipatie. Venendo poi all’intitolazione del tempio, perché proprio San Cataldo? Sappiamo che il culto di San Cataldo è radicatissimo in Puglia, in particolar modo a Taranto, dove il vescovo irlandese, di ritorno dalla Terra Santa, si recò per rievangelizzare la città ricaduta in mano al paganesimo (vuole la leggenda che questo compito gli venne affidato da Gesù apparsogli mentre si prostrava sul Santo Sepolcro?). Nostalgia della Puglia natia, allora?… C’è dell’altro, però : San Cataldo viene invocato contro le guerre, le epidemia e la morte improvvisa… Forse presentendo che non sarebbe morto nel suo letto Maione si affidò a San Cataldo. E invece…

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 10 Novembre 2018

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