Cronaca

A monte il ‘blitz’ sulla sanità: “Totalmente sbagliato e da rifare il Piano Sanitario”

Non ci sono sconti sul piano di riordino sanitario che, probabilmente, doveva passare senza troppi scossoni prima di essere approvato. E invece da ieri è guerra su tutti i fronti, come ha subito promesso il consigliere ed ex assessore Nino Marmo (F.I.) dopo la riunione di ieri, appunto, in Commissione Sanità. “Dopo un lungo percorso a ostacoli e una danza della data di convocazione, con una serie infinita di rinvii, la Commissione Sanità è tornata a riunirsi apparentemente per discutere di emendamenti al Piano di Riordino Sanitario, ma sostanzialmente per il pacco confezionato con cura dal tandem Emiliano-Gorgoni”, ha aperto il fuoco Marmo. “Per intenderci: si convoca la Commissione per un’attività di riscontro ad emendamenti presentati nei primi giorni dello scorso mese di aprile, ma, di grazia, a quale scopo? Se esiste già una valutazione da parte del Ministero della Salute sulle due delibere di giunta in materia di riordino che senso ha valutare oggi degli emendamenti “datati”? E’ forse in grado la Regione di sottoporsi a un nuovo iter modificando le delibere in conseguenza dell’accettazione di alcuni emendamenti? Credo proprio di no! Allora che senso ha questo esame, tardivo e superato, degli emendamenti di Aprile? Avremmo dovuto provvedervi prima, riapprovare in Consiglio la delibera di Riordino (una e buona!) e tutti insieme sostenerla in sede ministeriale”. “Ma c’è anche un secondo nodo che merita di essere affrontato. E mi riferisco ad una sorta di ormai palese insofferenza nei confronti dei membri della Commissione Sanità che avrebbero avuto il sacrosanto diritto (come recita lo Statuto!) di ricevere tutta la documentazione richiesta, anche quella relativa a provvedimenti in itinere. Documentazione che, nei fatti, è stata invece ripetutamente negata, meglio dire secretata dal Governo Regionale”. Conclusione? “Tutto ciò significa inequivocabilmente che i Consiglieri regionali e le Commissioni sono percepiti dal Governo e dalla sua struttura come un inutile orpello, appendici “vocianti” ma senza alcun ruolo o valenza. Quando invece è risaputo che in materia di Pianificazione la competenza sovrana risiede appunto nel Consiglio regionale!”. “In buona sostanza anche oggi abbiamo assistito ad una pantomima del Governo per salvare la faccia e fingere un minimo di condivisione: in realtà il Piano di (dis)Ordine Sanitario è fatto, scontenta tutti e sarà pagato dai cittadini pugliesi!”. Ancora più duri Ignazio Zullo, Erio Congedo, Luigi Manca, Renato Perrini e Francesco Ventola, che hanno attaccato il ‘blitz’ tentato dalla maggioranza di governo sul Piano Sanitario. “”Finita la Fiera delle Vanità, Emiliano ha inaugurato in Commissione Sanità, la Fiera degli Emendamenti sul Piano di Riordino Ospedaliero. Una Fiera alla quale il gruppo dei Conservatori e Riformisti non intende partecipare nella convinzione che, nell’interesse della Salute dei pugliesi, questo Piano non può essere semplicemente emendato, ma va completamente riscritto, dopo un confronto preliminare al quale noi siamo disposti a dare il nostro contributo””. Insomma, il Piano, così come è ora, non è altro che la mera e ragionieristica applicazione del combinato disposto del DM 70/2015 con l’ultima Legge di stabilità, per altro neppure in totale difformità con quanto previsto. Ma, fermo restando i vincoli imposti dal Governo nazionale, noi siamo convinti che non può essere emendato un Piano strutturato senza che preventivamente siano state effettuate le analisi demografiche della popolazione pugliese e raccolti i dati epidemiologici dei suoi bisogni di salute. Non basta. Manca una valutazione preliminare dei requisiti strutturali e tecnologici dei vari contenitori ospedalieri con il rischio di allocare sulla carta  posti letto che non trovano spazi nella strutture. Manca una pur minima valutazione di sostenibilità del Piano che possa permettere di capire se si potranno rispettare i parametri del rapporto costi-ricavi e di indebitamento sostenibile previsti dalla Legge di Stabilità, per evitare i Piani di rientro per ogni ospedale. E mancano pure le reti dell’emergenza-urgenza, tempo-dipendenti e per patologia e nessun cenno viene fatto in relazione alla continuità ospedale-territorio, indispensabile per raggiungere l’efficienza ospedaliera. A ciò si aggiunga la disomogenea distribuzione di numero posti letto/1.000 abitanti e di posti letto per disciplina fra i diversi territori della Puglia, con grande concentrazione in alcune zone e forte rarefazione in altre. Manca la previsione per ogni ospedale di unità di valutazione del rischio clinico, nonostante sia inserita dalla Legge di Stabilità. Mancanze, imprecisioni, disattenzioni e pressapochismo che non possono essere sanati con emendamenti approvati qua e là ma che richiedono la rivisitazione totale del Piano. E così sia…

 

Antonio De Luigi

 

 


Pubblicato il 20 Settembre 2016

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