Cultura e Spettacoli

A Muro Lucano la grande sorpresa (forse)

Nato a Spoleto nel 1429 (si sarebbe spenta a Napoli alla ragguardevole età di 74 anni), Giovanni Pontano è stato il massimo rappresentante dell’umanesimo napoletano del Quattrocento.Fu per gran parte della sua vita al servizio dei sovrani aragonesi in qualità di consigliere di corte e diplomatico. In questa veste si distinse anche per aver raccolto in uno studio organico mappe dei territori del regno di Ferrante D’Aragona, prima, e di Alfonso II di Napoli, dopo. Di queste rappresentazioni grafiche, attualmente depositate presso la Biblioteca Nazionale di Parigi, si sono recentemente occupati Vladimiro Valerio e Fernando La Greca in un loro studio : ‘Paesaggio antico e medievale nelle mappe aragonesi di Giovanni Pontano’. Una di queste mappe ha per oggetto il territorio di Muro Lucano, un piccolo comune della Basilicata che dista in linea d’aria 55 km da Spinazzola. Ebbene, là dove il cartografo tratteggia il monte Di Muro, una vetta a brevissima distanza da Muro Lucano, ecco tre siti a metà strada tra centro abitato e vetta contrassegnati da queste diciture : ‘oro’, ‘argento’ e ‘ferro’… Lì cinque secoli fa si estraevano ricchezze? Più probabile è che, sulla base di elementi inequivocabili, all’epoca si sospettasse in loco la presenza di oro, argento e ferro, ma che l’asprezza dello stesso sito e/o una preventiva stima di ricavato avessero indotto l’autorità spagnola (pur notoriamente avida) a tralasciare ogni possibilità di sfruttamento. Sul sito Zappetta Gialla viene avanzata l’ipotesi che la presenza dell’oro nell’Appennino meridionale, dunque non solo limitatamente al territorio di Muro Lucano, fosse noto anche in precedenza. Livio parla degli scudi dei Sanniti cesellati in oro e in argento. Da dove Sanniti, Lucani e altre popolazioni dell’entroterra fieramente chiuse in sé stesse e ben lontane dal mare potevano avere ricavato quell’oro?… Non ci risulta che qualcuno cerchi o abbia mai cercato oro a Muro Lucano. Non di meno, sia pure in bassissime concentrazioni, l’oro è presente sul territorio italiano. E c’è chi lo cerca. Si calcola che nel nostro paese siano circa un migliaio gli appassionati che passano il fine settimana setacciando il greto dei torrenti in cerca di qualche pagliuzza. Un hobby, non più che quello. L’Associazione Biellese dei Cercatori d’oro (che rappresenta il più importante punto di riferimento per i cercatori del Nord Italia) ha calcolato che otto ore di lavoro, peraltro assai duro, rendono mediamente un grammo d’oro. Gli unici giacimenti auriferi italiani di un qualche interesse trovavano posto al confine con la Francia. Le ultime miniere a chiudere sono state negli anni sessanta quelle di Macugnana (Piemonte) e Arbaz (Val d’Aosta). Un giacimento presente in Sardegna, nel territorio di Furtei, ha smesso di funzionare nel 2008. Tornando al Mezzogiorno, si parla di oro in alcuni (micro) siti siciliani e calabresi.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 20 Marzo 2019

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