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A otto anni dal concorso, chiedono i ‘curricula’ agli idonei

Personale sempre in bilico, tra assunzioni, concorsi e pensionamenti lasciati a metà strada e stabilizzazioni in fieri. E così, in attesa di ricevere notizie sulla revisione della pianta propria organica allo studio dell’Istituto di Ricerche Sociali (Ipes), in Regione c’è chi si sta spremendo il cervello per rilanciare una macchina burocratica praticamente allo sbando. E allora: cosa si appresta a fare la Regione Puglia in merito alla propria dotazione, soprattutto dirigenziale? Compito non facile, considerato che in ballo ci sono anche diverse posizioni organizzative e alte professionalità in prorogatio: da un lato, c’è la deliberazione della Giunta Regionale n.904 del 7/6/2017 nella quale si ipotizza una riduzione della dotazione organica del 20 per cento (poco più di 40 posizioni sull’attuale dotazione di 204 dirigenti), mentre dall’altro si richiede il ‘curriculum vitae’ aggiornato agli idonei delle graduatorie per i concorsi da dirigente amministrativo, tecnico e socio-sanitario, lasciando intendere di voler procedere alle sospirate assunzioni. Ma c’è chi non si fida e subito ha pensato, di fronte a una richiesta perlomeno singolare (visto che gli uffici regionali del Personale hanno già in archivio i ‘curricula’ di tutti i partecipanti) che ci sia qualcosa sotto. Certo, la richiesta di curriculum aggiornati agli idonei non precluderebbe ad assunzioni a tempo determinato, per le quali bisognerebbe solo rispettare l’ordine di graduatoria, senza alcun riguardo al CV dei singoli idonei. La richiesta potrebbe, invece, precludere ad assunzioni a tempo determinato; ipotesi per nulla peregrina o campata in aria, considerati gli attuali limiti alle assunzioni a tempo indeterminato, che un terzo degli uffici dirigenziali della Regione Puglia sono attualmente scoperti. E che, anche in caso di rideterminazione al ribasso della dotazione organica, gli uffici scoperti sarebbero pur sempre una trentina, in un ente che da troppi anni sconta i troppi incarichi ad interim. E quindi in Regione, tra gli idonei al concorso dirigenziale risalente oramai a otto anni fa, da una ventina di giorni serpeggia il timore che dietro la richiesta dei curriculum ci sia la solita fregatura. E cioè che quella richiesta di documentazione sia propedeutica a tutt’altra operazione: l’affidamento o il rinnovo dell’incarico dirigenziale a persone che non hanno partecipato o non hanno superato il concorso. Possibile? In effetti, dal 2006 al 2014 la Regione ha spesso fatto ricorso a dirigenti a tempo determinato selezionati sulla base di procedure, a dir poco, opache: nessun punteggio ai titoli dei candidati, nessun colloquio e, in compenso, requisiti professionali estremamente, troppo specifici, vantabili solo da chi aveva già prestato servizio in una determinata struttura. In sintesi, una scelta completamente discrezionale da parte di chi – il direttore di area – stabiliva i requisiti da richiedere nell’avviso pubblico e, poi, in assenza di alcun parametro oggettivo, decideva il candidato a cui conferire l’incarico. Quanto le scelte dei direttori di area fossero slegate dalla valutazione dei candidati lo rese lampante, alla fine del 2012, la scelta di una candidata priva del titolo di studio richiesto dall’avviso (atti annullati dal TAR Puglia e, poi, dal Consiglio di Stato). A questa deprecabile prassi – per l’accesso agli uffici pubblici, la Costituzione prescrive la selezione dei migliori – sembravano aver posto fine la modifica dell’art. 36 del D.Lgs. 165/2001 (Testo Unico pubblico impiego), che imponeva l’uso delle graduatorie concorsuali anche per i posti da conferire a tempo determinato, e l’ordinanza del TAR Puglia, sez. Bari, n. 347 del 12 giugno 2014, che aveva sospeso l’efficacia di due avvisi pubblici imponendo alla Regione Puglia di valutare i titoli degli idonei ai concorsi per dirigente. I giudici amministrativi di piazza Massari, l’anno successivo, erano poi tornati sui propri passi, argomentando che i profili richiesti erano diversi da quelli richiesti dai concorsi; ma la Regione Puglia, complici le nuove elezioni e il conseguente avvicendamento ai vertici, non ne aveva più fatto nulla. Ora, però, il “vezzo” di selezionare “politicamente” (cioè, senza una effettiva comparazione dei candidati, ma solo sulla base di un rapporto di fiducia o di appartenenza ad uno schieramento) dei dirigenti di strutture amministrative che nulla hanno a che fare con gli uffici “politici” – quelli per i quali il rapporto di fiducia è basilare e necessario – potrebbe essere una tentazione troppo forte anche per una Giunta traballante, com’è attualmente quella guidata da Michele Emiliano. Ma non basta. Alla base dei sospetti degli idonei e non solo, la coincidenza temporale tra la richiesta dei CV agli idonei e lo spirare del limite massimo di cinque anni del contratto di alcuni dirigenti a tempo determinato. In verità, per una di essi il termine massimo di cinque anni è già spirato alla fine del 2016 e la Giunta Regionale, con determinazioni che derogano una norma inderogabile (art. 19 del D.Lgs. 165/2001) è già più volte intervenuta per prorogarne l’incarico. Altri due incarichi raggiungeranno il limite dei cinque anni a dicembre. Se davvero la Regione intende affidare dei nuovi incarichi a queste persone, considerato quanto stabilito dal TAR Puglia in precedenza, sarà necessario prima esaminare i CV degli idonei ai concorsi per dirigenti. Inutile dire che l’esito della valutazione sarà che nessuno degli idonei si confà alle esigenze dell’Ente e che questo, suo “malgrado” sarà costretto a emanare avvisi pubblici che, per “fortuita coincidenza”, porteranno alla riconferma di chi oggi ricopre quegli incarichi. E allora: cosa farà la Giunta? Continuerà la consolidata prassi delle precedenti amministrazioni guidate da Nichi Vendola, cioè, formulerà avvisi pubblici che richiederanno solo e proprio i requisiti di chi ha già deciso di assumere, in qualità di dirigente dell’Ente? Oppure, in un sussulto di legalità, deciderà di assumere finalmente coloro che hanno superato un concorso pubblico? Tertium non datur….

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 30 Giugno 2017

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