Cronaca

A Palese Emiliano presenta il suo proconsole

L’Amministrazione barese con le sue “colonie periferiche” non salva più neppure le apparenze. E non solo nella sostanza, ma anche nei metodi di gestione delle ex frazioni il sindaco di Bari, Michele Emiliano, dimostra l’effettiva irrilevanza che l’ Amministrazione comunale da al decentramento amministrativo nelle ex frazioni ed, in particolare, a quello di Palese e Santo Spirito. Un’irrilevanza che è stata confermata di recente anche dalla scelta del nome che il sindaco Emiliano ha effettuato per la nomina a commissario amministrativo della Prima circoscrizione dove, a seguito delle dimissioni del presidente Saverio Di Liso (Idv), alla fine di ottobre è decaduto il consiglio e si è reso necessario, quindi, insediare un emissario del Primo cittadino di Bari, per provvedere alla gestione ordinaria dell’organo di decentramento comunale, fino all’elezione del nuovo Presidente e al rinnovo del consiglio. La nomina del commissario, come è noto, è stata resa nota circa dieci di giorni fa, ieri pomeriggio però il sindaco Emiliano è intervenuto a Palese nella sede della Circoscrizione, per presentare ai consiglieri circoscrizionali decaduti il rappresentante comunale mandato nelle ex frazioni a nord del capoluogo, per riannodare a livello locale i fili del predominio dell’Amministrazione barese sul territorio. Un predominio che ultimamente è stato  smascherato ancora più clamorosamente dalla determinazione nelle dimissioni dell’ex presidente Di Liso, che difatti ha giustificato la sua irrevocabile decisione a dimettersi per la scarsa sensibilità dell’Amministrazione centrale alle problematiche reali del territorio e per gli innumerevoli impegni disattesi che la stessa, a suo tempo, aveva assicurato nei confronti della popolazione di Palese e Santo Spirito. Infatti Di Liso, nonostante le pressioni subite per non dimettersi ( ndr – pare che Emiliano lo abbia addirittura fatto chiamare dal leader dell’Idv Antonio Di Pietro), è stato irremovibile nella propria decisione, mandando conseguentemente a casa i consiglieri, che sembravano invece propensi a continuare, indistintamente dalla loro collocazione politica, pur di non perdere le prebende legate alla carica. “Un consiglio che per altro – sostengono alcuni paesini e santospiritesi – era in parte già fortemente screditato da talune notizie di cronaca sull’uso smisurato delle assenze giustificate dal lavoro, per partecipare alle sedute di commissione, che si sono tenute anche in pieno agosto con una frequenza alquanto sospetta.” Però, come si ricorderà, il sindaco Emiliano fece anche il tentativo di sventare in extremis le dimissioni del Presidente, presentandosi a parlare prima dell’inizio della seduta di consiglio durante la quale Di Liso confermò la volontà di dimettersi. Successivamente Emiliano, in consiglio comunale, ha pure tentato di sminuire il significato politico delle dimissioni del Presidente della Prima circoscrizione, sostenendo che queste era frutto di una debolezza caratteriale del Di Liso e di altri presunti problemi di natura personale dello stesso, quando in realtà le motivazioni addotte dal Di Liso sono unicamente politiche e le accuse all’Amministrazione barese sono tutt’altro che infondate, visto che il Sindaco stesso, nel discorso fatto quando si è presentato in Circoscrizione, ha pure parzialmente ammesso le gravi responsabilità della sua Amministrazione, sia per il mancato riconoscimento nel 2010 dell’Autonomia comunale di Palese e Santo Spirito che per l’irrisolto problema dei passaggi a livello e della linea ferroviaria che attraversa l’abitato della Prima circoscrizione. Ammissioni di responsabilità che Emiliano evidentemente aveva riconosciuto soltanto momentaneamente nella speranza di convincere Di Liso a non dimettersi e, quindi, per evitare che un Presidente espressione della sua stessa coalizione politica lasciasse in anticipo l’incarico, dimostrando così il fallimento amministrativo del centrosinistra barese nella gestione delle periferie cittadine. Periferie che, come dimostra anche la nomina a commissario amministrativo di Luca Scandale alla Prima circoscrizione, altro non sarebbero per Emiliano che delle vere e proprie “colonie” su cui esercitare il potere non nell’interesse dei cittadini del posto e per le loro esigenze collettive, ma evidentemente per i tornaconti dell’Amministrazione centrale e, molto verosimilmente, anche per quelli che tale potere di volta in volta lo esercitano. Infatti, sostiene qualche bene informato delle vicende comunali, “La nomina di Scandale risponde a tutti gli effetti ad una logica colonialistica dell’Amministrazione non soltanto nella sostanza, ma persino di facciata.” Una logica che, come abbia già ricordato in altro precedente servizio, neppure ai tempi dell’ultimo commissariamento, nel 1970, l’ex prefetto Forte, che all’epoca guidò l’Amministrazione barese dopo la caduta da sindaco di Antonio Laforgia, pensò di nominare a Palese e Santo Spirito suoi delegati che non fossero radicati con le realtà territoriali in cui dovevano operare. Però, i tempi cambiano ed in questo caso in peggio, per i residenti delle ex frazioni a nord del capoluogo che, anche per questi motivi, rivendicano il distacco politico ed amministrativo da Bari.                   

Giuseppe Palella


Pubblicato il 8 Dicembre 2012

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio