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A Palese incontro sul “nodo” di Rfi da sciogliere a nord di Bari

“Via di Ferro o Ferrovia?” è il tema di cui si discuterà questa sera a Palese nel corso di un incontro pubblico nell’aula consiliare del Municipio ed organizzato dal locale comitato “No ai muri”, che si oppone alla soppressione dei 7 passaggi a livello di Rfi esistenti sulla tratta Adriatica delle ex FF.SS. che attraversa l’abitato di Palese e Santo Spirito, senza che vengano prima realizzate necessarie ed adeguate opere sostitutive, indispensabili a preservare l’integrità e la vivibilità delle due comunità urbane. A relazionare sul tema ci saranno il sottosegretario alle Infrastrutture del governo “Conte bis”, l’on. lucano Salvatore Margiotta (Pd), ed il direttore territoriale di Rfi-Bari,  l’ing. Giuseppe Marta, che interverranno successivamente ai saluti istituzionali seguiti dall’introduzione all’argomento che sarà prospettata dall’architetto locale Mariano Bavaro. La problematica oggetto dell’incontro è ben nota da tempo ai cittadini del “Municipio” di decentramento amministrativo di Palese e Santo Spirito ed è quella riguardante le possibili soluzioni alle ataviche, ed ora ormai impellenti, richieste di Rfi di soppressione dei 7 passaggi a livello tuttora esistenti nelle due ex frazioni a nord del capoluogo pugliese. Vicenda, questa, che nella parte nord di Bari si trascina da decenni senza mai aver trovato una soluzione condivisa tra il Comune di Bari e le due comunità interessate dal problema. Infatti, la questione si presenta particolarmente delicata perché le pesanti modifiche prospettate all’attuale assetto viario, in corrispondenza dei passaggi a livello da sopprimere, potrebbero compromettere in modo irreversibile la permeabilità veicolare e pedonale dei due centri abitati ed in modo ancor più disastroso per Palese, interessata – come è noto –  da ben 4 passaggi a raso, dei quali 3 in corrispondenza di fondamentali arterie interne alla cittadina. Come si ricorderà, in passato più volte il Comune di Bari, rispondendo agli inviti delle FF.SS. prima e dell’odierna Rfi spa ora, ha prospettato la soppressione dei passaggi a livello presenti nelle sue due ex frazioni, ora Municipio 5, proponendo sempre opere sostitutive che avrebbero però danneggiato la vivibilità del territorio urbano, compromettendo la qualità della vita dei residenti, oltre che danneggiando le attività commerciali, culturali e le tradizioni religiose, soprattutto quelle riguardanti l’intera estensione del centro urbano di Palese (quali, ad esempio, la festa Patronale e le processioni pasquali della settimana Santa). Soluzioni, quindi, fortemente contestate dalla stragrande maggioranza della locale cittadinanza che, in precedenza, solo in un caso si era dichiarata unanimemente favorevole, quando nel 2005 le si prospettò da parte della Regione Puglia la possibilità di sopprimere i passaggi a livello con il contestuale interramento dell’intera tratta di Rfi che attraversa Palese e Santo Spirito. Ipotesi, quest’ultima, che risultò avallata favorevolmente anche da uno studio di pre-fattibilità commissionato dalla Regione alla società ingegneristica “Progefer srl”, ma che poi è stata clamorosamente ed inopinatamente abbandonata, per dare precedenza da parte dell’Amministrazione barese e della Regione stessa alla eliminazione del fascio ferroviario a sud della stazione di Bari centrale, compreso tra i quartieri di Madonella-Japigia e Torre a Mare. Infatti, in questi ultimi rioni cittadini non solo non esistono più da tempo i passaggi a livello, perché realizzate o in passato o in tempi più recenti adeguate opere viarie sostitutive, ma soprattutto ciò che è paradossale riguarda l’intensità del traffico ferroviario che, contrariamente a quello che si dispiega nella parte nord, è notevolmente inferiore in termini di convogli giornalieri in transito, che sono meno di un terzo rispetto a quelli della linea di Rfi a nord di Bari, che – come è noto – è poi quella che nei prossimi 5 anni sarà interessata dalla “Alta capacità” per i collegamenti del capoluogo pugliese con Napoli e la tratta tirrenica più in generale. Abbandonato pretestuosamente nel 2010 l’interramento dei 4, 2 chilometri della tratta di Rfi che attraversa Palese e Santo Spirito, l’Amministrazione comunale barese negli ultimi anni, a seguito delle impellenti necessità di chiusura dei pp.ll di Rfi sulla tratta Bari-Napoli, è ritornata a proporre, per il problema passaggi a livello di Palese e Santo Spirito, con qualche ininfluente correttivo, la solita e stessa “ministra riscaldata” prospettata a suo tempo dall’Amministrazione di centrodestra del sindaco Simeone Di Cagno Abbrescia, già vecchia di vent’anni ed all’epoca rumorosamente contestata dalla locale cittadinanza, con il convinto sostegno della parte politica allora opposta al Primo cittadino barese di allora. Soluzione, questa, obsoleta e scarsamente convincente che ora, però, è ad uno stato più avanzato, in quanto già dal 2016 il l’amministrazione Decaro ha dato il via libera ad Rfi alla chiusura dei 7 passaggi a raso di Palese e Santo Spirito con muri in cambio di opere sostitutive che non sono affatto una novità rispetto a quanto in passato la comunità locale aveva contestato. L’unica novità, invece, rispetto al passato riguarda la soluzione dei muri al posto dei passaggi che, illudendo verosimilmente la popolazione, sarebbe “provvisoria”, in attesa della realizzazione di un ipotetico e fantomatico aggiramento esterno all’abitato delle due ex frazioni della tratta ferroviaria attuale di Rfi, con una linea alternativa per il trasporto nazionale passeggeri e merci che dovrebbe escludere totalmente il passaggio di detti convogli nei due centri abitati. Quasi certamente questa ancora fantomatica proposta dovrebbe essere il “cuore” dell’incontro organizzato questa sera a Palese dal locale comitato contrario ai muri che prenderebbero il posto dei passaggi a livello. Ma – come è noto – la campagna elettorale per le prossime elezioni regionali incombe e che per tali occasioni le mirabolanti proposte che inondano gli elettori di certo si sprecano, poiché questi ultimi non di rado vengono trattati come la celebre “Alice nel Paese delle meraviglie”.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 24 Gennaio 2020

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