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A quando il tetto agli stipendi dei manager dell’Ente Acquedotto?

Il coro è unanime ‘bisogna tagliare stipendi, spese e sprechi, specie nella pubblica amministrazione’, ma poi si scopre che avviene in realtà tutto il contrario.  Insomma, il tetto massimo agli stipendi di manager e dipendenti di enti pubblici e nessun
benefit è ormai tollerabile, mentre in giro ci sono ancora auto di grossa cilindrata a nolo con autista, portaborse e segretaria, ma anche appartamenti in affitto. <>, tuona Massimo Cassano, Senatore e consigliere regionale pugliese. Dopo anni di annunci, a maggior ragione nel “campo elettorale” dell’acqua, per Cassano è il momento di  prendere di petto la questione delle retribuzioni negli enti pubblici, affinchè il personale abbia diritto certamente ad un equo compenso per il ruolo svolto. Ma il Sen. Cassano chiede anche ma siano cancellati con un colpo di spugna tutti gli abusi: e’ tempo che gli amministratori della cosa pubblica intervengano con decisione e, nel caso, cambino le regole che rendono possibili situazioni tali da non essere più compatibili e in netto contrasto con le condizioni di vita dei pugliesi. Il caso superstipendi ai manager degli enti pubblici e a partecipazione pubblica pugliesi è scoppiato fragorosamente ieri sul ‘Corriere del Mezzogiorno’, dove sono stati (s)pubblicati i numeri dello scandalo. Chi se la passa peggio porta a casa poco più di 80mila euro l’anno, mentre i più fortunati incassano quanto percepito (in alcuni casi anche oltre) dall’amministratore unico Gioacchino Maselli: 120mila euro. La tabelle delle retribuzioni è quella dei 32 manager dell’Acquedotto Pugliese. Una lista diventata «trasparente» in seguito alla legge voluta, e entrata in vigore da qualche giorno, approvata dall’ex governo Monti. I 32 manager di Aqp, tra paga base e premio di risultato costano alle casse della società 3,5 milioni. Oltre la metà dei manager della più grande società per azioni di proprietà della Regione Puglia (precisamente il 56%), porta a casa oltre 100mila euro più i benefit. La palma di maggior retribuito spetta al direttore servizi tecnici con 160 mila euro (131mila di paga base e 28mila di premio oltre all’auto aziendale). In seconda posizione svettano a pari merito il direttore delle risorse umane e quello di Amministrazione e Finanze con cifra tonda di 152mila euro. In terza posizione ci sono il direttore commerciale e il responsabile dell’unità Depurazione con 130mila euro. Il responsabile dell’unità affari legali, inoltre, percepisce 115mila euro, ma ha auto e casa pagati dall’Acquedotto. Stesso benefit del direttore generale, Massimiliano Bianco, in servizio negli uffici di via Cognetti prima come consulente per risolvere i problemi del personale e poi quasi subito promosso. Chissà cosa ne pensa Vendola di questa girandola milionaria a spese dei contribuenti a favore di un Ente che, come sanno bene i contribuenti pugliesi, lucani e calabresi in particolare, ha sempre dato più da mangiare, che da bere…

 

Antonio De Luigi 


Pubblicato il 1 Giugno 2013

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