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A quando la ripresa dei lavori? La storia infinita del Teatro Piccinni

Ci sono soldi e progetti, ma al Piccinni non partono i lavori per la rimessa a norma: perchè mai? Scorciatoie, voci e mezze verità, ma soprattutto mancanza di trasparenza e forse anche approssimazione: tutto e di più purchè del Teatro Piccinni e dei suoi vecchi ed irrisolti problemi non si parli e…non chiuda i battenti. E rimanga aperto, certamente, non facendo la fine del Petruzzelli, chiuso “a forza” per colpa di un incendio doloso. E così, liquidate anni fa dalla vecchia Giunta Municipale di centrodestra le spettanze dei progettisti che avevano fornito al Comune i capitolati per i lavori di rimessa a norma del piccolo gioiello di Corso Vittorio Emanuele II,  restano ancora i punti interrogativi sul termine dei lavori. Infatti, i lavori eseguiti anni or sono, sono rimasti a metà a causa della mancanza di alcuni pareri rilasciati dagli organi competenti. Di sicuro mancava il parere della Commissione Provinciale di controllo sui pubblici spettacoli, della Commissione Edilizia, dell’Ispesl e dell’Ingegnere Capo, come altrettanto sicuramente mancavano i pareri definitivi rilasciati dal Comando dei Vigili del Fuoco. Che ha imposto per il funzionamento del Teatro Piccinni alcune “prescrizioni”, ovvero ordini tecnici che impongono la presenza di circa una ventina di vigili del Fuoco all’interno del teatro, quando ci sono concerti o spettacoli. E cosi’ il Comune di Bari, pur di non sbarrare i battenti dell’unico teatro rimasto in Citta’, per diverso tempo si è perfino addossato non poche responsabilità, scucendo, aspetto più preoccupante, spese  pesanti per pagare gli straordinari delle forze dei Vigili del Fuoco presenti all’interno del Piccinni ogni volta che funzionava, una decina di anni fa. A tempo determinato…Storia ingarbugliata quella del teatro attaccato a Palazzo di Città da un cordone ombelicale unico al Mondo (dove esistono palazzo comunale e teatro così…uniti?) chiuso nella primavera del ’95 perche’ il Sindaco dell’epoca Simeone Di Cagno Abbrescia, appena eletto, intendeva ristrutturarlo di sana pianta, invece di adeguarlo poco alla volta con lavori a stralci, come consigliò subito l’ex assessore alla Cultura Giuseppe Calabrese. Poi sorsero i primi problemi dei progetti di ristrutturazione e messa in sicurezza del teatro acquisiti in ritardo, tanto da costringere l’assessore alla Cultura dell’epoca, Pinuccio Tatarella, ad assumere altri progettisti affinchè predisponessero un progetto stralcio per l’apertura immediata del Teatro Piccinni. Alla fine, dopo i “tiraemolla” fra progettisti locali e romani, fra amministratori, tecnici e politici, il Piccinni e’ stato riaperto, ma con i dubbi che ancora oggi rimangono intatti su procedure, costi aggiuntivi e lavori ancora  in sospeso. Ed allora, siccome in questa Città al peggio non c’è mai fine, specie quando si partla di edilizia, appalti e lavori pubblici, domandiamoci: a che punto si trovano i lavori di messa in sicurezza dell’unico teatro comunale barese, appunto il Piccinni? A chiederlo con una nota indirizzata ad una sfilza di amministratori fra cui il sindaco, assessori alla Cultura, ai Lavori Pubblici ed al Patrimonio, oltre che ai dirigenti e funzionari delle ripartizioni Edilizia Pubblica Comunale ed al responsabile del procedimento, e’ stato non poco tempo fa l’ex coordinatore provinciale del Partito Repubblicano Italiano, Giuseppe Calabrese. Il quale ricordava che anni or sono, esattamente dal “…lontano settembre 1997, l’equipe dei progettisti ha consegnato al Comune di Bari il progetto esecutivo di adeguamento, ripristino e relativa normalizzazione degli impianti del Teatro Comunale “Niccolo’ Piccinni”, per una spesa complessiva prevista di 10 miliardi delle vecchie lire”. Ma ancora oggi non si conosce la data presumibile, ricorda ancora Calabrese, di inizio dei lavori e lui, vale la pena di ricordarlo, all’epoca dell’affidamento dei lavori ricopriva l’incarico di assessore comunale, per cui e’ persona, come si dice, bene informata sui fatti riguardanti il Teatro Piccinni. Che oggi, in ogni caso, funziona a pieno regime, nonostante i dubbi sul completamento dei lavori inerenti alla sicurezza. Infatti l’ex amministratore rimette i sui colleghi di fronte alle proprie responsabilità, per sapere: 1) se e’ stata effettuata una verifica della compatibilità dei lavori progettati con quelli già eseguiti a suo tempo per ottenere l’agibilità e l’apertura del Teatro Piccinni, che si ritiene abbiano avuto due percorsi distinti fra loro; 2) se il progetto complessivo approvato dal Comune di Bari ha ottenuto il parere favorevole dei competenti uffici dell’Azienda Sanitaria Bari, dai Vigili del Fuoco e dalla Commissione di Pubblico Spettacolo, ai sensi e per gli effetti della Legge 7 dicembre 1984, n.818; 3) la data presunta di inizio dei predetti lavori, previo svolgimento di tutte le procedure delle gare, allo scopo di restituire in tempi brevi alla totale funzionalità e fruibilità dei cittadini l’unico Teatro Comunale della Città, in un periodo particolarmente carente di contenitori culturali come quello odierno. Conclusione? E’ giunto il momento di farla finita con silenzi e presunte lungaggini burocratiche, specie se si tratta di fugare voci su approvazione di progetti e gare d’appalto: di cantieri aperti e mai chiusi ce ne sono davvero troppi da queste parti.

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 3 Dicembre 2016

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