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A “rischio” le operazioni di speculazione sui suoli di Japigia

La revoca dei 400milioni di euro stanziati circa un anno fa dal Cipe (Comitato interministeriale di programmazione economica), per il nodo ferroviario di Bari, non riguarda opere finalizzate a velocizzare la tratta Bari-Napoli, come qualcuno attualmente vorrebbe far credere, evidentemente per far apparire ancor più penalizzante questa recente decisione del Governo nazionale nei confronti del Sud. Sperando, magari, di rendere più giustificate le pressanti richieste di ripristino del finanziamento. E, forse, con una maggiore priorità rispetto ad altri interventi nel Mezzogiorno d’Italia. Infatti, va innanzitutto precisato che la somma  cancellata dal Ministro delle infrastrutture dall’agenda degli interventi già programmati dal precedente Governo, è vero che riguarda il nodo ferroviario di Bari, ma per la tratta a sud del capoluogo, ossia la Bari-Lecce. Inizialmente quei fondi dovevano essere destinati a risolvere, in vista dell’alta velocità sulla Bari – Napoli, l’annoso e grave problema dei 7 passaggi a livello esistenti a nord di Bari, nell’abitato di Palese e Santo Spirito. Invece, poco più di un anno fa, l’Amministrazione comunale barese, con l’appoggio della Regione che, assieme allo Stato ed alla Comunità europea, risulta finanziatrice dell’opera, è riuscita a convincere  Rfi a dare priorità, nell’ambito del nodo ferroviario di Bari, alla parte sud. Ovvero la parte di ferrovia che attraversa la città all’altezza di Japigia, fino a Torre a Mare. Una priorità non certo dettata da motivi di sicurezza, visto che gli incidenti ai passaggi a livello non sono proprio una prerogativa di questa parte della città. Infatti, come si ricorderà, nel 2005 la Regione Puglia fece eseguire dalla società “Progefer” uno studio di fattibilità su come risolvere il problema dei binari che attraversano l’area urbana di Bari, ed in particolare quella della periferia nord, cioè Palese e Santo Spirito, dove i disagi causati dalla presenza dei binari sono più sentiti, poiché il fiume di ferro spacca nettamente in due i centri abitati delle ex-frazioni. E, per di più, non esistono opere alternative ai passaggi a livello che collegano le aree abitate divise dalla ferrovia. E quando si parla di disagi non ci si limita a ricordare le ore perse quotidianamente dai cittadini dietro le sbarre chiuse, ma bisogna soprattutto annoverare le tante vite umane, principalmente bambini ed anziani, perse nei vari incidenti che si sono susseguiti nei decenni su quei binari. Invece, nel novembre 2010, a fronte della disponibilità dello Stato a finanziare da subito metà degli interventi previsti, per risolvere i problemi del nodo ferroviario di Bari (spesa totale preventivata circa 800 milioni di Euro), a sorpresa l’urgenza nell’ambito di tale problema diventa, per Rfi, l’eliminazione dei binari  da Japigia a Torre a Mare. Ed il Comune di Bari, che avrebbe dovuto essere il soggetto più interessato a perorare il mantenimento dell’urgenza d’intervento a nord di Bari, con l’interramento di 4 chilometri di ferrovia in corrispondenza dell’abitato di Palese e Santo Spirito, restò invece  accondiscendente con Rfi.  Come pure la Regione, che per bocca del suo presidente, Nichi Vendola, da sempre chiede l’alta velocità per la tratta Bari – Napoli, nulla ebbe ad eccepire su questa strana decisione di Rfi per il nodo ferroviario di Bari.Una decisione che poi, tanto strana non è se si va ad analizzare il  Dpp (Documento programmatico preliminare) al Piano urbanistico generale (Pug) recentemente approvato dal Consiglio comunale. Infatti, secondo le previsioni del Dpp, le aree di Japigia attigue  ai binari da eliminare vengono non solo rese edificabili,  ma anche con un alto indice di fabbricabilità.Se inoltre si considera che in quella stessa zona è in via di realizzazione la nuova sede della Regione, allora tutto il progetto diventa ancora più chiaro. Ancora una volta gli interessi in gioco riguardano le lobby speculative ed immobiliari che, proprio con l’Amministrazione Emiliano, pare abbiano preso a Bari il sopravvento sugli interessi generali.Ora, però, il governo Monti, con la revoca dei finanziamenti statali al nodo ferroviario di Bari, mette a serio rischio le operazioni di speculazione già da tempo avviate sui suoli di Japigia circostanti la ferrovia, in quanto la persistenza del fiume di ferro in quell’area, ne impedirebbe l’esponenziale incremento di valore. Per tale ragione, verosimilmente, c’è chi si sta prodigando molto furbescamente, in questi giorni, a mettere il relazione i finanziamenti cancellati con il progetto “alta velocità sulla Bari – Napoli”, ben sapendo che quest’ultimo argomento è di forte presa sociale per lo sviluppo della Puglia. E, dietro il quale, si possono ben celare gli interessi di alcuni palazzinari locali. Infatti, già qualche anno fa, con analoga strategia  gli stessi interessi si sono nascosti dietro i morti dei passaggi a livello di Palese e Santo Spirito.
 
Giuseppe Palella 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 13 Dicembre 2011

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