Cronaca

A Roma un “tavolo tecnico” della Fooi per i problemi del settore oleario in Italia

Si è svolto a Roma il primo incontro del tavolo tecnico della Fooi (Filiera olivicola e olearia italiana), ossia dell’Associazione di secondo livello che raggruppa alcune delle Organizzazioni più rappresentative dei diversi comparti (produzione, trasformazione e commercializzazione) della filiera olivicola ed olearia nazionale, convocato con il preciso intento  il gruppo di fornire consulenza a supporto tecnico-scientifico alle scelte da portare avanti per migliorare l’intero settore produttivo dell’olio d’oliva italiano. A darne notizia, con una nota, è stata la stessa Associazione di secondo livello, che ha chiarito nel dettaglio la composizione del gruppo di esperti del settore, provenienti da varie formazioni del mondo accademico e professionale. Infatti, oltre al presidente, Paolo Mariani, il direttore del Fooi, Giuliano Martino, e l’intero Cda della filiera, al tavolo erano presenti i professori universitari Lanfranco Conte, docente di chimica degli alimenti, il Prof. Salvatore Camposeo, Arboricoltura generale e coltivazioni arboree presso l’Università di Bari, e il Prof. Francesco Paolo Fanizzi, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali dell’Università del Salento, insieme ad agronomi esperti del settore olivicolo, come Ivan Rizzitelli e Domenico Fazio, di chimici con esperienza nelle realtà della filiera, come Igor Calderari e Andrea Serani, da anni impegnati in consulenze legislative dell’agroalimentare nazionale ed internazionale, ed all’economista agrario, prof. Ermanno Comegna. Fondamentale per intraprendere un discorso sulla qualità degli oli è – come è noto – anche la figura di un ‘capo panel’ che non poteva essere assente ad un tavolo di filiera e che è stata individuata in Alfredo Marasciulo. A dare supporto scientifico per la salute e tutela dei consumatori, la nutrizionista Elisabetta Bernardi, autrice di importati trasmissioni di divulgazione scientifica, come Superquark. Durante questo primo incontro, la collaborazione e sinergia degli esperti è stata indirizzata ad organizzare, in maniera sistematica e calendarizzata, il lavoro e gli impegni per il futuro, affrontando le tematiche più vive che l’olivicoltura italiana deve affrontare in questo periodo, come la questione della xylella e quella relativa alla “Riforma Pac” (ndr – Politica agricola comunitaria) e di come quest’ultima possa essere considerata, poi, essenziale per l’olivicoltura, se impostata e gestita in maniera opportuna. La nota della Fooi da anche notizia della discussione allo stesso tavolo sulla direttiva europea per le politiche commerciali sleali, attualmente in via di definizione a Bruxelles. Direttiva che una volta definita la Fooi intende impegnarsi a discuterne, per la relativa applicazione della stessa a livello nazionale. Infine, la prima seduta del ‘tavolo tecnico’ ha affrontato, per un confronto, i temi della sicurezza alimentare, sostenibilità ambientale e bio-economia, essendo in corso una revisione della legislazione in merito a tali problematiche sia a livello nazionale che europeo. Infatti, su detti temi è stata fatta una ricognizione sulle dinamiche attuali e su come queste impattano nella realtà italiana e sui  la Fooi intende fornire spunti ed iniziative proficue al Legislatore nazionale, per più puntuali interventi normativi e politiche settoriali. Un secondo incontro sugli stessi argomenti è stato fissato per il prossimo mese di febbraio. Intanto, dal fronte dei protestatari pugliesi al sequestro cautelativo della pianta di ulivo infettata dalla Xylella fastidiosa in territorio di Monopoli, una lettera al Procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, è stata inviata dal portavoce dei Gilet Arancioni (ossia il coordinamento degli agricoltori pugliesi che il 7 gennaio scorso sono scesi in piazza a Bari), Onofrio Spagnoletti Zeuli, per chiedere “chiarezza e tempi rapidi” nelle indagini in corso sulla Xylella e che nei giorni scorsi ha portato al sequestro probatorio dell’ ulivo rinvenuto infetto a
Monopoli. “Noi agricoltori, veri ambientalisti e amanti della terra,  – ha scritto Spagnoletti Zeuli – non vogliamo che la Xylella distrugga i nostri campi e le nostre vite. Per questo chiediamo di accelerare, per quanto possibile, qualsiasi indagine per arrivare in primavera, stagione
in cui prolifera la sputacchina, vettore che trasporta il batterio, pronti a combattere seriamente il batterio con tutte le armi che la scienza e la legge ci mette a disposizione”. Nella lettera alla Procura, il portavoce dei Gilet Arancioni ricorda le due manifestazioni di protesta del 7 (a Bari) e del 13 gennaio (a Monopoli), evidenziando che “l’economia più importante della regione,
l’olivicoltura, sono messi a repentaglio da gravissimi problemi che in questi anni non sono stati adeguatamente affrontati, primo fra tutti la Xylella” che si é diffusa dal Salento fino a raggiungere il Sud barese, le campane di Monopoli per l’appunto, dove un provvedimento di sequestro probatorio ha bloccato l’eradicazione, già programmata, di una pianta infetta.  E con tale decisione – ha sottolineato, inoltre, Spagnoletti Zeuli – “si sono materializzati tutti i fantasmi che hanno portato la Xylella in provincia di Bari”,  ringraziando il Procuratore per il “chiarimento” ricevuto sulle ragione del sequestro, finalizzato ad eseguire accertamenti tecnici in tempi rapidi. Infatti, “dalle sue parole, finalmente – ha aggiunto ancora il portavoce dei Gilet Arancioni – sembra che si sia aperta la possibilità di punire chi, attraverso fake news e comportamenti omissivi, ha dato alla Xylella la possibilità di avanzare”. Pertanto, è astato chiesto a Volpe “di continuare ad approfondire, con la dedizione e la grande professionalità che tutti” gli agricoltori gli riconoscono, “i reati perpetrati da chi in questi anni ha diffuso notizie false”, si è incatenato davanti ad alberi morti”, consentendo insomma al batterio di avanzare”. Pertanto, scienza, coscienza e giurisprudenza sono, forse, insieme gli antidodi per combattere efficacemente la Xylella e salvare, quindi, l’olivicoltura pugliese. Funzionerà davvero? Vedremo.

 

 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 17 Gennaio 2019

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