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A “saltare” per il decreto sicurezza non è solo la sagra del pesce fritto

Non è solo l’edizione di quest’anno della “Sagra del pesce fritto” a saltare dall’esiguo calendario dei tradizionali eventi estivi che si svolgono nel territorio del V Municipio di decentramento amministrativo del Comune di Barri (ossia nelle ex frazioni di Palese e Santo Spirito), a causa degli insostenibili costi, per gli organizzatori, di tutte le misure di sicurezza contemplate dalla recente “circolare Gabrielli”, per eventi e manifestazioni pubbliche all’aperto. Infatti, a rischio annullamento sono anche altri numerosi micro-spettacoli ed eventi pubblici all’aperto, che in passato si svolgevano nelle due comunità costiere della periferia nord barese e che anche quest’anno si sarebbero tenute senza particolari impedimenti autorizzativi da parte delle Autorità preposte, se non ci fossero stati gli adempimenti richiesti agli organizzatori dalla recente circolare sulla sicurezza pubblica del Capo della Polizia, Franco Gabrielli per l’appunto, che ragioni di sicurezza e di pubblica incolumità, dopo i noti i fatti di Manchester e piazza San Carlo a Torino, ha inteso correre a ripari rendendo più restrittiva la possibilità di autorizzazione all’evento, se non previo un preventivo e ben definito piano di evacuazione dell’area interessata dalla manifestazione, oltre che di impegno ad adottare da parte degli organizzatori di tutte le necessarie misure di sicurezza precauzionali. Quali, ad esempio, lo sbarramento con idonee barriere in cemento armato (new jersey) degli accessi carrabili alla zona su cui sarà presente il pubblico, sistemi elettronici conta persone per evitare che sull’area possa accedere un numero di spettatori superiore a quello ammissibile ai fini della sicurezza, oltre che a metal detector ed un numero adeguato di vigilanti (anche privati) da dislocare sull’intera zona, per garantire che tutto proceda secondo i piani o, meglio, secondo il progetto di sicurezza firmato da un tecnico specializzato e preventivamente depositato, ai fini dell’ottenimento di tutti i permessi richiesti. Insomma, volendo rispettare tutti gli adempimenti previsti dalle nuove e recenti normative di sicurezza ed antiterrorismo, organizzare una sagra di paese o una piccola festa o spettacolo di quartiere non è più cosa da poco. Perché coloro che le promuovono, oltre a reperire le risorse economiche necessarie alla sagra ed agli spettacoli ivi connessi, si devono innanzitutto procurare i mezzi economici per far fronte agli esosi costi connessi alla sicurezza di coloro che partecipano ed assistono all’evento. E sui fattori di sicurezza nulla da obiettare. Perché è il primo e fondamentale elemento da garantire in una manifestazione pubblica. Ciò che invece è oggetto di riflessione è sul “soggetto” tenuto ad organizzare e garantire ordine e sicurezza in aree pubbliche, considerato che in materia di ordine e sicurezza pubblica l’esclusiva è in capo allo Stato ed a tutte le alte Istituzioni territoriali ad esso subordinate. Ma, prescindendo da tale riflessione e scendendo più nei dettagli pratici, si potrebbe anche condividere che i tutti costi necessari alla sicurezza pubblica in uno spettacolo organizzato ai fini di lucro vengano scaricati sul prezzo del biglietto di accesso. E, quindi, in definitiva su coloro che intendono assistervi. Però, non è forse giusto né accettabile che tutti i costi per la sicurezza pubblica in piccoli e modesti eventi paesani, organizzati senza costi per i partecipanti (e, quindi, gratuiti per coloro che vi assistono) da associazioni di volontariato locale o da altri piccoli operatori non professionali, né professionalizzati in tal genere di attività, si facciano ricadere interamente ed esclusivamente su chi, per mero spirito di servizio alla comunità di appartenenza, si fa carico di tali eventi. Com’è nel caso della sagra del pesce di Santo Spirito o di uno spettacolo musicale all’aperto a Palese. Infatti, in questi casi, gli organizzatori non solo spesso si fanno carico di animare territori che diversamente sono spesso e volentieri dimenticati nei cartelloni dei programmi estivi organizzati e finanziati dal Comune di Bari. Per cui, nel reperire le risorse economiche (necessarie a pagare artisti, allestitori, Enel, occupazione suolo pubblico e quant’altro indispensabile all’evento), i promotori fanno affidamento unicamente su contributi volontari di privati o sul ricavato ottenuto sulle consumazioni offerte durante la manifestazione. Ma d’ora in poi – se nulla cambierà nella normativa emanata dal Capo della Polizia – dovranno anche preoccuparsi di come far fronte ai costi di sicurezza pubblica, che in alcuni casi sarebbero addirittura maggiori di quelli necessari all’evento stesso. E scendendo ancor più nei dettagli per gli eventi paesani, si scopre che a Palese e Santo Spirito gran parte di essi (se non tutti!) senza un decisivo intervento del Comune di Bari sono sin d’ora da annullare, perché basati unicamente sulla gratuità per il pubblico e sulla beneficienza di pochi operatori privati locali che a mala pena riescono a sovvenzionare i costi necessari allo svolgimento dello spettacolo. Ed è questo il caso della sagra del pesce di Santo Spirito o di un’associazione musicale di Palese, che proprio per i sopravvenuti sovraccosti dovuti alla “circolare Gabrielli” si sono visti costretti ad annullare i rispettivi eventi, con la speranza che in seguito ed a breve qualcosa cambi.   Ma a ben vedere, anche tenendo conto delle attuali esigenze di sicurezza stabilite dalle “misure Gabrielli”, per i piccoli spettacoli gratuiti paesani, come quello organizzato dall’associazione musicale di Palese, servirebbe soltanto che il Comune si facesse soprattutto carico del posizionamento dei “new jersey” e dell’ordine e sicurezza pubblica attraverso l’impiego della Polizia urbana per le due o tre ore di durata dell’evento. D’altronde, si tratterebbe di mettere sotto controllo un’area molto limitata del Paese (via Titolo) ed il posizionamento di una decina di barriere in cemento armato, per rendere autorizzabile la manifestazione. Ma – secondo indiscrezioni – l’Amministrazione Decaro nel V Municipio di decentramento amministrativo non sarebbe in grado di garantire neppure lo svolgimento di tale modestissimo evento, oltre a quello un po’ meno modesto di questo, ma già annullato ed assurto alle cronache nazionali dall’edizione di ieri, martedì 11 luglio, del programma televisivo mattutino “Agorà” della Terza rete Rai e del Tg3. “In sostanza – ha commentato un cittadino locale, dopo aver assistito alla nota trasmissione di Rai 3 in cui è andato in onda il collegamento in diretta dall’ansa portuale di Santo Spiritio sull’annullata sagra – il sindaco Decaro a Bari mette a carico del Comune molti dei costi necessari alla sicurezza pubblica di taluni eventi, mentre a Santo Spirito e Palese il Comune non si fa carico neppure del posizionamento delle barriere di blocco stradale in cemento, per circoscrivere l’area interessata da eventi gratuiti, per i quali il Comune, tra l’altro, non eroga alcun contributo di sostegno economico”. Cittadino che ha poi concluso il proprio commento esclamando: “Spero che i cittadini di Santo Spirito e Palese si ricordino di ciò al momento opportuno!” . In effetti, come è possibile non condividere tale rilievo, considerato che appena qualche settimana fa a Bari vecchia il Comune ha autorizzato a dei privati l’occupazione della piazza antistante il sagrato della Pontificia Basilica di “San Nicola”, per una cena di gala dei facoltosi “ferraristi” in tour nel capoluogo, senza che fosse neppure corrisposta la relativa tassa di occupazione di suolo pubblico. E che dire, inoltre, sul fatto che, sempre a titolo meramente gratuito, il Comune ha fornito anche il necessario supporto logistico e di sicurezza urbana affinché ciò fosse realizzabile? Ma – come è noto – il sindaco Decaro, interpellato al riguardo, ha fatto lo “gnorri”.   Quindi, paradossalmente, le “barriere” per le periferie baresi, come Palese e Santo Spirito, ci sono soltanto quando si tratta di stanziare i fondi nel bilancio comunale.  

Giuseppe Palella


Pubblicato il 12 Luglio 2017

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