Cronaca

A Santo Spirito a “uccidere” il commercio locale non è solo la mancanza di parcheggi

I commercianti di Santo Spirito, stanchi di aspettare le vane promesse dell’Amministrazione barese di nuovi ed ulteriori parcheggi nella zona della movida cittadina e di una ridefinizione della viabilità locale, hanno promosso una raccolta firme da inviare al sindaco di Bari, Antonio Decaro, per chiedere ripristino dei sensi di marcia modificati nell’estate del 2020 e che, con l’attuale ed atavica insufficienza di posti auto, hanno compromesso ulteriormente la già precaria situazione della viabilità interna alla ex frazione. Infatti, quasi tutti gli operatori economici di Santo Spirito sono sul piede di guerra a seguito delle ripercussioni negative causate dalla considerevole riduzione di posti auto nel tratto del lungomare Cristoforo Colombo che si estende dall’ex ristorante “Il Galeone” (da anni in stato di abbandono) fino all’incrocio con via Udine e determinato dalle modifiche apportate alle modalità di parcheggio, non più parallele ad entrambi i lati della carreggiata stradale, ma a spina di pesce su un lato della stessa che, tra l’altro, per gli autoveicoli rende più pericoloso il rientro in corsia in retromarcia e conseguente ad un ulteriore e notevole restringimento della carreggiata, per far posto ad una inutile e scarsamente utilizzata pista ciclabile, che si estende unicamente nel tratto citato. Restringimento di carreggiata che ha anche comportato, necessariamente, l’istituzione del senso unico di marcia sullo stesso tratto di lungomare. Creando così un intasamento nel traffico locale sull’altra principale arteria di scorrimento, via Napoli, che insieme al lungomare Cristoforo Colombo a Santo Spirito da sempre erano le uniche due direttrici stradali su cui si riversava il traffico in entrata ed in uscita dal centro storico cittadino, oltre che i transiti ordinari nell’osmosi cittadina tra i nuovi quartieri a monte della linea ferroviaria, ossia Catino, “San Pio” e Torricella, e la costa. Infatti, l’aver reso a senso unico quel tratto di lungomare Cristoforo Colombo, a Santo Spirito si è congestionato l’intero centro storico, oltre che sovraccaricato di traffico l’unica arteria di scorrimento rimasta a doppio senso di marcia, cioè la centralissima via Napoli. Ma “il peggio – secondo il presidente della locale “Pro Loco”, professor Vincenzo Colonna – deve ancora venire”, considerato che l’Amministrazione barese vuole attuare la riqualificazione del lungomare antistante il bacino portuale rendendolo quasi tutto pedonale, senza che – come hanno recentemente lamentato i commerciati – siano state individuate e realizzare aree a parcheggio con un sufficiente numero di posti. Infatti, “qualora fosse attuato il progetto dello studio ‘Mbm Arquitectes”’ di Barcellona. guidato dal noto urbanista Oriol Bohigas, – ha esclamato il presidente della “Pro Loco” –   a Santo Spirito, su via Napoli e nel centro storico, avremmo tutti i giorni la stessa situazione caotica e di smog da gas di scarico che si crea il mercoledì, quando quello stesso tratto di lungomare viene chiuso al traffico per far posto al mercato settimanale di merci varie!”. Però, nella ormai popolosa ed ex-frazione a nord del capoluogo pugliese i problemi atavici non sono soltanto quelli di viabilità e parcheggio, come hanno denunciato ultimamente con una nota gli esercenti aderenti alla Confcommercio di Bari-Bat, perché vi sono anche tanti altri problemi che non sono di certo meno importanti anche ai fini di un rilancio attrattivo e turistico dell’antico borgo marinaro. E, tra questi, a Santo Spirito il problema della fogna nera che fuoriesce dai tombini stradali quando cadono già poche gocce di pioggia e quello dell’igiene pubblica nell’area dell’ansa portuale sono ormai noti e mai risolti da decenni dall’Amministrazione barese. Infatti, oltre all’indecoroso e rischioso spettacolo dei liquami che dopo ogni pioggia invadono piazza Roma, via Fiume e molte traverse laterali, un’intera area contigua allo specchio del porto, quasi in corrispondenza della locale piazzetta di San Francesco, si presenta spesso invasa da una coltre di alghe disseminata di buste di plastica, carte, pezzi di tavole e financo qualche tronco e mascherina anti-Covid. “Spettacoli”, questi, che già a vista lasciano intuire lo stato di trascuratezza ed abbandono in cui versa quella che un tempo era nota come la “Marina di Bitonto”, essendo stata Santo Spirito frazione di Bitonto fino al 1928 e da allora – come è noto – passata sotto Bari. “Peccato – ha ironicamente esclamato un esercente santospiritese dissociatosi dall’Actes, (la locale associazione dei commerciati guidata da Rosa Di Bari) – che i miei colleghi aderenti a Confcommercio nella loro nota di protesta si siano dimenticati, oltre che dei problemi ormai cronici di questa nostra splendida località balneare, anche dell’assenza di un Piano cittadino del commercio!” “Infatti, – ha poi commentato lo stesso esercente – fra qualche mese a Santo Spirito molti degli operatori commerciali del settore alimentare subiranno un ulteriore calo nei loro volumi di vendita. E questa volta non di certo per l’assenza di parcheggi o per il traffico in tilt, ma per l’apertura di un nuovo mega supermercato, già in costruzione al quartiere Torricella”. Quindi, la situazione che l’Amministrazione comunale barese sta creando su tale territorio, a causa di errori marchiani nella viabilità, disservizi e mancanza di programmazione rischia di esplodere. Difatti, le avvisaglie sono già sotto gli occhi di tutti. Qualche commerciante ha già abbassato definitivamente la serranda del proprio magazzino. Qualche altro si appresta ad abbassarla e – come ha esclamato il professor Colonna – il peggio, forse, per Santo Spirito è ancora da venire.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 7 Aprile 2022

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