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A scarseggiare non è il personale sanitario, ma i dispositivi di sicurezza

Nella nostra regione a scarseggiare non sono le misure o il personale sanitario per fronteggiare eventuali casi di “Coronavirus”, ma il materiale di protezione (mascherine, camici, guanti, occhiali e disinfettanti) agli operatori (medici ed infermieri) che sono in prima linea sul territorio nei contatti con eventuali pazienti infetti e, quindi, a sventare i rischi di eventuali contagi o di una possibile epidemia. Infatti, il personale sanitario è il più esposto ad un eventuale contagio, per cui i dispositivi di protezione, in dotazione ai medici ed al personale sanitario di supporto a questi, sono indispensabili per poter fronteggiare l’attuale emergenza sanitaria in condizioni di assoluta sicurezza. Ma – stante a quanto lamentano sia l’Ordine dei medici che le Organizzazioni sindacali di categoria – la situazione sotto questo aspetto è tutt’altro che soddisfacente. Il segretario barese della Fimmg (Federazione italiana dei medici di medicina generale, ossia dei medici di famiglia), Nicola Calabrese, all’interno del Comitato permanente regionale della Medicina Generale, riunitosi d’urgenza ieri pomeriggio (ndr, mercoledì) per far fronte alla diffusione del Coronavirus, ha dichiarato: “Abbiamo l’assoluta necessità che Regione e Asl si adoperino per dotare tutti i medici di medicina generale presenti sul territorio degli indispensabili dispositivi di protezione – che peraltro al momento sono irreperibili nei canali ordinari di vendita”. Però, il governatore pugliese, Michele Emiliano, “ha riferito – secondo quanto ha riferito lo stesso rappresentante della Fimmg – che in questo momento, a causa di una richiesta superiore alle possibilità di produzione, la Regione non ha in dotazione un numero sufficiente di dispositivi di protezione per garantire il massimo livello di copertura a tutti gli operatori del territorio” . Emiliano “ha però garantito che la Regione si attiverà immediatamente attraverso tutti i canali per reperire sul mercato i dispositivi disponibili”. Invece, il segretario della Fimmg-Puglia, Donato Monopoli, ha chiesto alla Regione “che in questa fase vengano riviste temporaneamente le modalità organizzative dell’assistenza dei medici di famiglia e delle guardie mediche, per limitare l’accesso spontaneo dei pazienti agli studi e alle sedi di continuità assistenziale, pur nella continuità del servizio di assistenza sanitaria”. “In primis – ha aggiunto Monopoli – a tutela dei cittadini, occorre evitare che i pazienti si rechino direttamente in studio, rischiando di contagiare altri pazienti, oltre che il medico”. Per tali ragioni la Fimmg-Puglia ha poi chiesto alla Regione di strutturare formalmente il percorso di accesso ai servizi di assistenza primaria e di continuità, favorendo il triage telefonico, attraverso una serie di domande da porre ai pazienti, con le quali fare una prima diagnosi a distanza. Quindi, i consigli che già nei giorni scorsi sono stati comunicati alla cittadinanza dai medici di medicina generale dovrebbero a brevissimo entrare a far parte di un percorso formale di accesso ai servizi sanitari di base, orientato alla prevenzione. Ed, in particolare, per i casi di sintomi influenzali come febbre, tosse e difficoltà respiratorie, il consiglio-invito è di non recarsi presso gli studi medici, la continuità assistenziale o il pronto soccorso, perché anche nel caso di una banale influenza, andare dal medico di famiglia, dalla guardia medica o in pronto soccorso, vuole dire rischiare di infettare altre persone. E’ preferibile, invece, telefonare al proprio medico di famiglia o al numero verde 1500, prima di recarsi presso tali punti di prima assistenza e concordare con gli interlocutori le modalità di assistenza.

Al fine di limitare l’accesso agli studi medici, la Regione Puglia sta valutando inoltre la possibilità di attivare l’erogazione di ricette dematerializzate, che consentirebbero di ricevere la prescrizione direttamente presso la farmacia di fiducia del paziente. L’altro importante appello ai cittadini pugliesi è quello già comunicato lunedì scorso riguardante la segnalazione ai medici, anche in assenza di sintomatologia, dei rientri in Puglia da Piemonte, Lombardia e Veneto, in modo da poter ricevere istruzioni al riguardo. E ciò, come ha spiegato lo stesso governatore pugliese, Emiliano, serve anche per avere un monitoraggio delle persone che si sono spostate dalle regioni interessate dal focolaio virale del coronavirus. “Purtroppo – commentato il Presidente della Regione Puglia –  la chiusura delle università e scuole in alcune regioni del Nord ha messo tutte le regioni del Sud davanti ad un problema”. Il governatore pugliese, che nella mattinata di ieri (ndr – per chi legge mercoledì) ha partecipato a Roma all’incontro di tutti i Presidenti di Regione con il premier, Giuseppe Conte, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ed il capo della Protezione civile, Borrelli, ha reso noto che il Consiglio dei ministri già in serata avrebbe approvato “un’ordinanza tipo, che le singole Regioni adotteranno per evitare il proliferare di provvedimenti” autonomi differenti. “I provvedimenti – ha sottolineato Emiliano – sono stati condivisi sia dal punto di vista tecnico che politico. Le Regioni potranno adottare tutte lo stesso provvedimento” riguardante le misure da adottare per fronteggiare le criticità sanitarie in corso. Per quanto riguarda la Puglia, Emiliano ha affermato: “Tutti gli adempimenti che ci sono stati richiesti sono stati effettuati con puntualità, senza nessuna omissione”, riferendo anche: “Noi abbiamo effettuato ad oggi circa 100 test Sars Cov tutti negativi e dei quali solo 10 sono stati segnalati al Ministero della Salute e comunque alla fine sono risultati anche questi tutti negativi”. Alcune perplessità sull’emergenza Coronavirus in Puglia sono state manifestate  dall’opposizione di centrodestra regionale di Fratelli d’Italia che, con riferimento a quanto finora messo in atto, ritiene si sia trattato di indicazioni alquanto “approssimative” ai cittadini e misure preventive piuttosto “leggere” sotto l’aspetto organizzativo. In particolare, il partito pugliese di Giorgia Meloni ha sottolineato la finora mancata attivazione di un numero verde regionale per la richiesta di informazioni, risultando invece che in questo momento ogni numero utile della Regione Puglia è preso d’assalto, senza che dall’altro capo vi sia per altro personale idoneo a dare le indicazioni necessarie a chi dal Nord deve raggiungere la Puglia per lavoro, vacanza o motivi personali. Mentre dall’opposizione forzista presente in Consiglio regionale è giunta una richiesta di audizione urgente in III Commissione, quella alla Sanità, sia del presidente Emiliano che dei vertici del Dipartimento alla Salute della Regione Puglia, per conoscere nei dettagli le iniziative già prese e quelle da prendere per fronteggiare l’emergenza del Coronavirus e per ascoltare anche gli eventuali suggerimenti che le forze politiche presenti nell’Assemblea pugliese intenderanno dare al riguardo. Insomma, il “virus” dell’infezione è anche possibile che non intacchi la Puglia, come è auspicabile, ma le polemiche politiche di certo non possono essere fermate anche nella nostra regione.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 26 Febbraio 2020

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