Cultura e Spettacoli

A scuola e a teatro, rose bianche per Eleonora

Da quasi quindici anni è attiva a Bari in via Cotugno, all’altezza dell’Angiulli, una piccola struttura teatrale. Vogliamo augurarci che fiori ornino oggi il suo foyer. Suggeriamo rose bianche. E non ci dispiacerebbe se la stessa specie floreale rallegrasse l’atrio della scuola media di strada San Girolamo… Attiva tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento, Eleonora Duse morì a Pittsburgh in Pennsylvania il 21 aprile 1924, dunque 91 anni fa. Alla nostra più grande attrice di prosa sono dedicati in Italia numerosi teatri, scuole e vie (a New York esiste un Centro Internazionale di Cinema e Teatro che porta il suo nome). Nata a Vigevano il 3 ottobre 1858 e figlia d’arte, Eleonora Duse mise in luce il suo talento già all’età di quattro anni interpretando Cosetta ne ‘I Miserabili’. Erede della grande tradizione del teatro del suo secolo, che specie nel repertorio tragico voleva la prima donna enfatica e un po’ fatale, la Duse seppe anticipare il nuovo corso della storia cavando dalla natura inquieta e tormentata quella carica tagliente e polemica verso i falsi valori della società del tempo che avrebbe reso unica la sua recitazione. A parte Sarah Bernhardt, non ebbe rivali per una quarantina d’anni. Personaggio assai controverso, ebbe vita sentimentale travagliata. Sposò Tebaldo Cecchi, che la rese madre di Enrichetta. Poi si legò ad Arrigo Boito. Fra i suoi amori non mancarono quelli scandalosi, come la relazione omosessuale con Lina Poletti e Sibilla Aleramo, scrittrici femministe. Ma l’apice della passione la toccò con Gabriele D’Annunzio. Il loro incontro avvenne a Venezia nel 1894. Ne nacque un legame sentimentale e artistico che durò una decina d’anni. Del Vate la Duse portò in scena i drammi principali (Il sogno di un mattino di primavera, La Gioconda, Francesca da Rimini, La figlia di Jorio) spesso finanziando di tasca propria gli allestimenti. Traccia di quella relazione è in ‘Il fuoco’, un romanzo di D’annunzio pubblicato nel 1900.  Si dice che un amico della Duse, letto il manoscritto prima della stampa, avesse suggerito all’attrice di non permettere la pubblicazione. Lei avrebbe risposto : Conosco il romanzo, ho autorizzato la stampa perché la mia sofferenza, qualunque essa sia, non conta quando si tratta di dare un altro capolavoro alla letteratura italiana’. Dopo la loro separazione D’annunzio (che sopravisse a lei quattordici anni) rimpianse sempre la Duse. Alla notizia della sua morte si dice abbia mormorato : E’ morta quella che non meritai’. Chiudiamo con una curiosità : a Eleonora Duse è stato dedicato un cratere ‘d’impatto’ di 30 km di diametro su Venere.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 21 Aprile 2015

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