Cronaca

A singhiozzo il “grande fratello” che doveva garantire la sicurezza dei baresi

A serve un sistema di video sorveglianza comunale, se gli occhi elettronici che dovrebbero garantire maggiore sicurezza sono quasi tutti chiusi? <>, tuona Peppino Calabrese, vicesegretario pugliese del partito Repubblicano Italiano che ha deciso di prendere carta e penna per rivolgersi direttamente al Sindaco e ai rappresentanti delle Istituzioni locali. <>. In effetti la mancanza di un contratto di manutenzione della rete informatica, il concomitante pensionamento del dipendente comunale che si occupava della vicenda e l’avvicendamento di un nuovo responsabile dei lavori, ha rallentato la soluzione dei vari problemi, senza parlare delle ‘avarie’ dei sistemi di videosorveglianza e delle colonnine “totem”. Insomma, tra personale contato e inesperto, macchine rotte e malfunzionanti, è davvero serio il problema della sicurezza della cittadinanza barese, <<…e poiché l’installazione e la manutenzione di questi sistemi non funzionanti costituiscono un pesante esborso di denaro pubblico (circa tre milioni di euro) che la Civica Amministrazione deve giustificare alla cittadinanza, il P.R.I. chiede di voler dare un cortese quanto urgente riscontro a quanto su esposto, evidenziando in particolare se si sia provveduto a sistemare sia i problemi tecnici inerenti il sistema di videosorveglianza che quelli amministrativi inerenti il contratto di manutenzione>>, mette nero su bianco a termini di legge l’ex assessore Calabrese nella sua missiva indirizzata ad amministratori, politici, tecnici e rappresentanti delle Istituzioni locali. I quali ora dovranno rispondere per iscritto, spiegando perché sugli schermi di questura, e polizia municipale non compaiono più le immagini di strade e piazze a rischio della città, per quello che doveva essere –secondo le solite promesse di chi ha speso milioni di euro a spese dei cittadini- il nuovissimo sistema di videosorveglianza urbana tra i più tecnologici d’Italia. E invece restano un sogno telecamere collegate ventiquattro ore su ventiquattro con le sale operative di polizia e carabinieri, monitorando in tempo reale incroci e punti cruciali dei quartieri dove ormai si spara quasi ogni settimana, finanziato, almeno in parte, coi fondi Pon per la sicurezza, a carico del Ministero dell’Interno.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 4 Dicembre 2013

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