A sud, la Muraglia perduta
La funzione difensiva della cinta muraria venne meno nell’era moderna con l’avvento dell’artiglieria. Ugualmente questo abbraccio fortificato intorno ai centri abitati venne tenuto in piedi per due motivi : precludere di notte l’ingresso a bande di predoni e saccheggiatori (a tale scopo le porte restavano chiuse dal tramonto all’alba) e regolare di giorno l’ingresso delle merci sottoposte al dazio. Per questi motivi, pur tecnicamente superata da lungo tempo, l’antica cinta muraria del capoluogo pugliese era ancora intatta il 25 aprile 1813, giorno della posa della prima pietra di Bari Nuova. A parte l’incisione di Giambattista Albrizzi del 1761posta a corredo delle presenti righe, spiace di non disporre immagini di come la città si presentava soprattutto a sud, dal momento che il tratto di mura da Piazza Del Ferrarese al Castello venne demolito fra il 1817 e il 1819. Una demolizione che a tutta prima potrebbe essere giudicata da record tenendo conto dei mezzi dell’epoca e del fatto che presumibilmente l’altezza della fortificazione doveva essere pari a quella della Muraglia ancora oggi affacciata sul mare. In realtà solo una parte delle migliaia di quei blocchi rocciosi venne rimossa (il materiale di risulta andò a riempire il fossato antistante la cinta muraria che era colmo delle acque dell’Adriatico, come il lavoro di Albrizzi testimonia). Fu dunque una demolizione non più che parziale. Non poteva essere diversamente. A imporlo furono motivi tecnici : una schiera di fabbricati si ergeva proprio sulla fortificazione. Cronache del tempo riferiscono che quei “possessori… ebbero a rifare le facciate delle rispettive case poiché pel tolto terrapieno erano per crollare”. Il ‘rifacimento’ in questione va inteso in questi termini : attraverso una prudente opera di scavo, il muraglione venne riconvertito in spazi abitativi che andarono ad aggiungersi a quelli soprastanti. In altri termini, quei fabbricati si allungarono in basso guadagnando uno o più piani a seconda dei casi. Questo esteso fronte abitativo presentava un’interruzione nell’attuale punto di contatto fra Corso Vittorio Emanuele e Piazza Chiurlia (vedi in alto a sinistra all’altezza del Castello nell’illustrazione di Albrizzi). All’interruzione corrispondeva l’unico varco a sud della città. Vista la sopravvenuta esigenza della città vecchia di collegarsi con quella nuova, quel varco fu allargato abbattendo non case bensì l’arco d’ingresso contornato da torrette difensive. L’abbattimento delle mura fu accompagnato anche da quello di alcune costruzioni fatiscenti, come i tuguri dell’Orfanotrofio Militare di Napoli.
Italo Interesse
Pubblicato il 17 Gennaio 2017