Cultura e Spettacoli

A Torre Pelosa lo scontro dimenticato

Fino al primo Novecento, non esisteva Torre a Mare bensì Torre Pelosa. L’odierna circoscrizione barese prendeva nome dalla Torre Apellosa o Lapillosa, poi definitivamente ‘Pelosa’, la fortificazione che ancora oggi svetta in Piazza della Torre. La fortificazione, eretta nel Cinquecento, aveva il compito di vigilare contro le insidie che in quei giorni facilmente venivano dalle coste balcaniche, se non dai più lontani porti della Turchia. La notte del 4 luglio 1562 la Torre Pelosa veniva assalita dagli uomini sbarcati da due piccole galee turche. Il pronto e fitto fuoco di ‘moschetteria’, opposto dalla piccola guarnigione bastava a mettere in fuga gli assalitori. Un episodio affatto noto ed erroneamente ritenuto marginale. E’ possibile invece che abbia rappresentato la punta di un iceberg… Insegna la Storia che a meno di muoversi in più di mille, di norma i turchi scansavano i grossi centri abitati affacciati sul mare, cercando invece l’approdo nei punti intermedi fra le tante torri di avvistamento che in quel periodo presidiavano la costa adriatica pugliese. Loro obiettivo erano i villaggi indifesi e i casolari dell’immediato entroterra. Una volta rapiti giovani d’ambo i sessi e rubacchiato il possibile fra bestiame e farina,  i predoni riprendevano il mare prima dell’arrivo delle colonne di armati allertate dagli uomini in servizio presso le torri con segnali di fumo o di fuoco, a seconda che si agisse di giorno o di notte. Perché allora puntare proprio su un fortino? Rischiare il massimo per rifornirsi di qualche moschetto e polvere nera non aveva senso. Da sola, una ragazza illibata valeva sul mercato degli schiavi più di dieci moschetti e un barile di polvere da sparo. Forse quell’attacco a Torre Pelosa nascondeva un disegno più vasto : disattivare il più importante punto d’osservazione fra Bari e Mola e valutare quale delle due città attaccare. Ciò fa presupporre che una temibile flotta nemica incrociasse al largo in attesa del via libera. Se il blitz fosse andato a buon fine, quale l’evoluzione del piano? Neutralizzata la guarnigione di Torre Pelosa, mentre le due galee riprendevano il mare per ricongiungersi alla flotta in agguato, il manipolo di assalitori si sarebbe diviso in due squadre, una diretta verso Bari, l’altra diretta verso Mola, entrambe con lo stesso obiettivo : sopprimere le guardie che, a piedi o a cavallo pattugliavano le spiagge. In questo modo, colte di sorpresa, Bari o Mola non avrebbero avuto il tempo di chiamare rinforzi, preparare le artiglierie e chiamare a raccolta tutti gli uomini validi. Chissà che quel pugno d’uomini opponendo la fiera resistenza che opposero non abbiano impedito che un’altra sanguinosa pagina della storia di Puglia venisse scritta. – Nell’immagine, ‘Il mercato degli schiavi’, olio su tela, 4,6 x 63,3 cm, di Jean-Léon Géròme (1866) ; conservato nel Clark Museum di Williamstown (Massachuttes).

Italo Interesse

 


Pubblicato il 15 Dicembre 2016

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