Cultura e Spettacoli

Abeliano, la Terra Promessa

 “Sono l’uomo più felice del mondo, anche se fra poco sarò quello più indebitato d’Italia”. Sembrerebbe una battuta di Woody Allen e invece appartiene a Vito Signorile. Più che scappargli di bocca, quella ventina di parole gli è sbocciata dal cuore lunedì mattina nella Sala Giunta del Comune nel corso di una conferenza stampa. Tema della conferenza : la presentazione della stagione 2010-2011 di un irriducibile Teatro Abeliano e (notizia ancora più ‘croccante’) l’annuncio dell’apertura della nuova sede della storica compagnia (esordio annunciato per il primo fine settimana di febbraio 2012 con un ospite d’onore di rilievo nazionale e spettacolo da definire). Il nuovo Teatro Abeliano sorgerà all’interno del grande contenitore di proprietà della Chiesa della Resurrezione di via padre Kolbe a Japigia su progetto dell’architetto e scenografo Luca Ruzza. Sicché, dopo due anni vissuti da profughi in quel del Piccinni, Signorile e compagni possono finalmente ‘piantare il zippo’. Era ora. Quarantadue anni di attività continuata e tre teatri inventati (il primo in piazza Garibaldi, in secondo in via Giovanni XIII, il terzo in via della Costituente) non potevano essere scorsi invano. Dunque, appuntamento a febbraio, almeno per la rassegna ‘actor’, mentre la rassegna  ‘Music & Poetry’ andrà in scena da novembre a gennaio alla Vallisa. “Sempre se Dio vuole” ha sospirato Vito in un rigurgito scaramantico. Avendo chiamato in causa l’Altissimo, il glorioso teatrante ha poi pubblicamente ringraziato prima Don Enrico D’Abbicco , che per primo offrì rifugio ad un Abeliano fresco di sfratto, poi il nostro Vescovo, Francesco Cacucci, “per la pronta disponibilità e sensibilità”. Dal canto suo D’Abbicco si è detto felice d’essere riuscito a far incontrare due sogni : il sogno di sopravvivenza dell’Abeliano e quello di un intero quartiere di vedere trasformato “un luogo di morte in un luogo di vita” (il riferimento era allo stato di abbandono in cui versava l’area di proprietà della Chiesa della Resurrezione dopo un tentativo di utilizzo accantonato dal 2005). In segno di riconoscenza l’Abeliano ha fatto dono a quella parrocchia della parte di strumentazione (riflettori, piantane, mixer, impianto luci…) scampata al disastro di due anni fa. E adesso Signorile e compagni si apprestano a rimboccarsi le maniche. Un mutuo trentennale di questi tempi non è uno scherzo (ma quando mai è stata uno scherzo la vita del teatrante?). Per questo il piccolo popolo dell’Abeliano sollecita le Istituzioni a restare ancora vicine, come successo nei due anni di vita girovaga ; in cambio promette più numerose e ricche produzioni. E sollecita il Teatro Pubblico Pugliese (con cui ha finalmente riallacciato rapporti dopo lunghe polemiche al calor bianco) ad assicurare nuove opportunità di lavoro. 
italointeresse@alice.it
 
 
 


Pubblicato il 3 Novembre 2011

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