Abolizione al limite del secondo mandato, Decaro non demorde
Forse spera di poter essere riproponibile al terzo mandato alla Città metropolitana, se nel 2024 fosse ripristinata l'elezione diretta per le Province
Il Primo cittadino barese Antonio Decaro nel gennaio del 2014 da deputato in carica non voleva neppure partecipare alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco di Bari, poiché voleva rimanere a Montecitorio. Infatti, come riferisce qualche bene informato della politica cittadina, l’allora sindaco uscente, Michele Emiliano, dovette far ricorso a tutte le sue capacità persuasive per convincere Decaro a candidarsi per la successione a Palazzo di Città, dove – come è noto – Decaro approdò nel giugno successivo, lasciando libero per incompatibilità il posto in Parlamento, a cui era stato eletto nel febbraio del 2013. Ora, però, dopo due elezioni consecutive, Decaro proprio non gli va di lasciare il posto di sindaco a seguito dell’impossibilità a ricandidarsi per la terza volta consecutiva, come prevede la legge n.81 del 1993, che ha istituito l’elezione diretta dei Primi cittadini. Infatti, il Primo cittadino barese, intervenendo in qualità di Presidente dell’Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) ad un recente convegno svoltosi in Campania, è ritornato sull’argomento dell’ineleggibilità dei sindaci ad un terzo mandato consecutivo, per chiedere al Parlamento di riflettere sul fatto che l’Italia è l’unico Paese europeo che per i sindaci prevede il limite di due mandati. Un limite – ha evidenziato Decaro – che non esiste in nessun’altra nazione del vecchio continente, tranne che nel Lussemburgo, dove però il limite è comunque superiore a quello italiano, essendo di quattro mandati. Quindi, la motivazione di Decaro all’abolizione del limite dei due mandati è stata quella da lui già addotta in altre precedenti uscite sul tema ed a cui poi ha aggiunto il fatto che per l’elezione dei parlamentari nazionali non esiste alcun analogo limite. Come si ricorderà, il Sindaco barese è da tempo che, da presidente dell’Anci, su questo argomento chiede al Governo ed al Parlamento di modificare norma che blocca la possibilità di ricandidarsi dopo due mandati consecutivi ai sindaci dei Comuni con più di 15mila abitanti. Infatti, Decaro da presidente Anci ci aveva provato già ai tempi del governo tecnico guidato da Mario Draghi, a chiedere una modifica al limite dei due mandati, e ci ha riprovato nuovamente qualche mese fa con il governo di centrodestra guidato dalla premier e leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Però, nei Palazzi romani del potere tale richiesta è rimasta finora lettera morta non soltanto perché nelle fila delle rispettive maggioranze di governo erano in molti a fare orecchio da mercante, ma anche perché nelle fila delle opposizioni l’argomento è sempre stato lasciato cadere. Difatti, finora una proposta di modifica al limite dei due mandati non è stata neppure incardinata a livello sia di Camera che di Senato. Ma Decaro insiste sapendo pure bene, forse, che ad avversare tale sua richiesta è anche una larga fetta del suo partito, il Pd, oltre che ad importanti Organizzazioni sindacali, come ad esempio la Cgil, o datoriali d’impresa. E, quindi, difficilmente in Parlamento potrebbe esserci in anche in questa legislatura un’iniziativa atta a modificare la L.81/’93 come vorrebbe il sindaco di Bari e presidente Anci, Decaro. E, anche se ci fosse, verosimilmente non andrebbe a buon fine. Allora qual è il motivo dell’insistenza, oltre al fatto che nella primavera del 2024 scade – come è noto – il secondo mandato da sindaco di Decaro e non si può più ripresentare per tale carica? Infatti, a porsi detto interrogativo tra gli addetti ai lavori della politica locale sono in parecchi e la vera ragione per cui il Primo cittadino barese insiste con tale richiesta al Parlamento non sembra affatto incomprensibile. Anzi, secondo qualcuno, potrebbe essere un tatticismo di Decaro alquanto sibillino, poiché l’assillo di Decaro potrebbe essere – secondo qualche malpensante – addirittura finalizzato a conseguire un obiettivo diverso, visto che lo stesso Decaro non è forse così ingenuo da credere che la sua insistenza possa far cambiare idea all’attuale Parlamento sulla questione. Qual potrebbe essere il diverso obiettivo di Decaro? E’ presto detto. Sul tavolo della Commissione “Affari istituzionali” di Palazzo Madama è stata già incardinata un’iniziativa legislativa atta a ripristinare l’elezione diretta dei presidenti e consiglieri provinciali e, quindi, anche delle Città metropolitane con popolazione inferiore a tre milioni di abitanti, fra le quali – come è noto – rientra quella barese. Pertanto, se ciò accadesse prima delle prossime amministrative del 2024 e per l’elezione dei sindaci metropolitani di province come Bari, nel passaggio dalla elezione indiretta di secondo livello, si passasse a quella diretta di primo livello senza mettere l’ineleggibilità per chi ha già ricoperto l’incarico di secondo grado per due mandati consecutivi, come è per Decaro, a quest’ultimo nel 2024 sarebbe impedita la terza ricandidatura a sindaco della città, ma non quella a sindaco metropolitano. Quindi, secondo qualche malpensante della politica barese, Decaro insiste nella richiesta di istituzione del terzo mandato, ma in realtà pensa da presidente Anci ad una trattativa con il Parlamento per un’accelerata all’abolizione della legge Delrio del 2014 e, quindi, alla possibilità di elezione diretta a sindaco metropolitano anche per chi lo è stato già per due volte consecutive con la legge Delrio. Ma questa è solo un’ipotesi. Ciò che invece è un dato di fatto è che il presidente dell’Anci, Decaro, invoca la modifica del limite del terzo mandato facendo sempre riferimento al dato che in tutte le altre nazioni europee detto limite non esiste e che in taluni casi, come in Francia, non esiste neppure l’incompatibilità tra la carica di sindaco di grandi città e carica parlamentare, come invece è in Italia. “Peccato, però, – ha esclamato qualche bene informato – che al Presidente dell’Anci, Decaro, sfugga che in nessun altro Paese europeo i sindaci abbiano un’ampiezza di poteri pari a quelli degli odierni Primi cittadini italiani!” Ma è risaputo che la lingua batte dove il dente duole. E il sindaco Decaro a dolersi è sicuramente per l’attuale impossibilità a ricandidarsi per un terzo mandato.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 15 Giugno 2023