Cronaca

Acquedotto Pugliese, sull’acqua bene pubblico niente più sconti

Perché, invece di rincorrere l’attimo e apparire dappertutto sul quesito referendario, il capo della giunta Emiliano non pensa a cose serie, per il popolo pugliese? Su un bene prezioso come l’acqua, per esempio, il Movimento 5 Stelle ha chiesto di ascoltarlo direttamente in II Commissione regionale (Affari generali e personale) per definire – …e una volta per tutte – l’iter per la ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese. Proprio per questo la consigliera Antonella Laricchia non ammetterà ulteriori ritardi, sul tema, per cui non ci dovrebbero essere più sconti dopo l’invito rivolto ieri a tutti i colleghi per non perdere altro tempo, appunto. Dando finalmente seguito alla volontà dei cittadini, troppo spesso accantonata dalle <> della politica ed a seguire le linee di un lavoro coordinato, che abbia come obiettivo comune quello di rendere pubblico un ente su cui ruotano interessi che fanno gola a molti. Un passo indietro. La consigliera pentastellata, insieme ai colleghi Barone e Casili, una ventina di giorni fa ha inviato una missiva diretta all’assessore regionale Gianni Giannini e al presidente Emiliano, chiedendo al governo regionale di rispettare l’impegno preso tre mesi e mezzo fa – precisamente il 1° agosto scorso – quando il Consiglio, all’unanimità, aveva approvato la mozione del Movimento 5Stelle. Una mozione che chiedeva, appunto, l’istituzione d’un tavolo tecnico paritetico composto dalle istituzioni e da attivisti del Forum dell’Acqua Pubblica per ipotizzare il futuro dell’Acquedotto Pugliese, rispettoso dell’esito del Referendum 2011. “Non possiamo lasciar trascorrere altro tempo – taglia corto la Laricchia – prima di avviare un processo partecipato per dare seguito al risultato del referendum di cinque anni fa, con cui i cittadini pugliesi hanno espresso la volontà di abrogare le leggi per la privatizzazione dell’acqua e quindi ripubblicizzare il nostro Acquedotto Pugliese. Anche in aula – ha precisato ancora la consigliera – abbiamo ribadito al presidente Emiliano la nostra intenzione di ridar voce al tavolo composto dalle istituzioni e da attivisti del Forum dell’Acqua Pubblica a cui la Regione potrebbe far intervenire il professor Alberto Lucarelli, l’unica persona in Italia ad aver concluso con successo la pubblicizzazione di un ente dell’acqua come l’ARIN Spa di Napoli trasformato nell’ente pubblico Acqua bene comune Napoli. Non possiamo più attendere oltre – conclude –  Siamo certi che le nostre richieste non saranno disattese>>. Intanto, però, tutto tace su questo fronte della ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese, e quindi della tutela dell’acqua pubblica come diritto inalienabile. Anche perché – bisogna ancora ricordare – che a fine marzo il comitato pugliese “Acqua Bene Comune” ha incontrato Michele Emiliano per un confronto sulla Legge nazionale sull‘Acqua e sullo “status” di AQP. Il governatore definì l’acqua “bene comune pubblico” ed ebbe a dire che “il servizio idrico deve essere privo di rilevanza economica, e gestito da un ente di diritto pubblico con la più ampia partecipazione della cittadinanza nella gestione e nel controllo”. Evidenziando perfino che “è fondamentale che la politica riacquisti la sovranità del governo dell’acqua, unico modo per garantire il diritto umano all’acqua potabile sancito dalla Risoluzione dell’ONU del 28 luglio 2010”. Insomma, appena otto mesi or sono Emiliano non si lasciò sfuggire l’occasione per garantire l’istituzione di un tavolo tecnico istituzionale teso a considerare le modalità più efficaci per assicurare il rispetto dei principi referendari. Un’altra promessa a vuoto? Da allora è stata ritirata la disastrosa mozione del consigliere PD Abaterusso che impegnava la Regione ad avviare l’iter di cessione delle azioni di AQP a tutti i comuni pugliesi, ma le belle parole di Emiliano sono rimaste lettera morta. Non sarà mica perché sotto c’è qualcos’altro, tipo la trasformazione di Aqp in una ‘multiutility’ con capitale privato e quotata in borsa (con relativo incarico di consulenza strategica per l’espansione delle attività di AQP per 130mila euro), mentre già a marzo – come detto sopra – i consiglieri pentastellati avevano promesso di velocizzare i lavori e riaprire il dibattito nell’Aula di via Capruzzi, chiedendo un’audizione per ascoltare i comitati di difesa dell’acqua pubblica, l’assessore al ramo e il presidente Emiliano che dovevano già allora dare risposte chiare ai pugliesi. Invece sono trascorse ben due stagioni e la ripubblicizzazione dell’acqua è passata di mente a tutti, per cui il bene più prezioso per l’uomo dovrà restare rigorosamente pubblica, slegata da logiche di profitto. Il presidente Emiliano e la sua giunta non possono, specialmente in questo particolare momento storico per la Puglia e non solo, permettere il lusso di essere demagogici o addirittura contraddittori, su una risorsa di importanza vitale.

 

 Francesco De Martino


Pubblicato il 22 Novembre 2016

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