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Ad avanzare in Puglia non è solo il Covid, ma anche la Xylella fastidiosa

Ad avanzare in Puglia non è solo il Covid, ossia il virus responsabile del flagello sanitario che ultimamente sta colpendo l’umanità, ma da tempo c’è anche la batteriosi responsabile del disseccamento rapido degli ulivi, ovvero la Xylella fastidiosa, che dal 2013 avanza progressivamente ed inesorabilmente dal basso Salento, dove sono sorti i primi focolai infettivi, verso il nord della regione, fino ad aver raggiunto ultimamente la provincia di Bari. Infatti, il drammatico riscontro che la Xylella è già alle porte di Bari, in zona precedentemente indenne, è dato dall’aver recentemente riscontrato 1 ulivo infetto a Polignano e 2 piante malate in agro di Monopoli. E ciò nonostante il recente aggiornamento della zona cuscinetto effettuato il 2 novembre scorso, dopo che altri 78 ulivi infetti erano stati rinvenuti nella zona di contenimento tra le province di Brindisi e Taranto che confermavano la virata dell’epidemia fito-sanitaria in direzione di Taranto, ossia verso occidente, ed ora anche verso nord, ovvero più in direzione Bari. A lanciare l’ennesimo allarme del propagarsi della Xylella nella nostra regione e ancora una volta Coldiretti-Puglia che, con una nota, ha richiamato l’attenzione sulla “necessità di una seria riflessione circa il nuovo regolamento comunitario approvato il 14 agosto scorso che ha ridotto a 50 metri, dai 100 metri inizialmente previsti, l’area buffer soggetta a taglio obbligatorio intorno alle piante infette, per sottrarle all’azione di diffusione degli insetti vettori, come la cicalina sputacchina”. Le piante infette – ha evidenziato ancora Coldiretti – sono state intercettate, oltre che in provincia di Bari, nei comuni di Fasano (3) e Cisternino (14) in Provincia di Brindisi; mentre in Provincia di Taranto ci sono 25 piante in agro di Crispiano, 1 a Martina Franca e 35 a Montemesola, secondo i dati pubblicati da ‘Emergenza Xylella’ e diffusi da ‘InfoXylella’. Per cui – ha dichiarato il presidente pugliese di Coldiretti, Savino Muraglia: “Uno scenario ‘senza difesa’ è inimmaginabile, soprattutto nell’attuale contesto pugliese dove è determinante l’attività di contenimento della malattia”, sottolineando che “la lotta al vettore anche finanziata, monitoraggi e campionamenti sono attività cruciali, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, per l’individuazione dei focolai nei primissimi stadi della infezione su piante sensibili e la successiva rimozione secondo legge, così come il controllo della presenza di potenziali vettori contaminati, restano l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione”. L’efficacia e sistematicità di tali azioni lotta e prevenzione all’infezione degli ulivi sono per Muraglia “garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non vanno messe in alcun modo in discussione”. “Anzi, – ha insistito Muraglia – il sistema dei monitoraggi e campionamenti va potenziato, perché la lotta all’insetto vettore è stata trascurata e monitoraggi e campionamenti degli ulivi ancora oggi si basano principalmente su analisi visiva di piante troppo spesso asintomatiche”. Quindi, per Coldiretti-Puglia, la vastità del problema Xylella degli ulivi, la rilevanza economica della coltura per l’intero territorio regionale e le prescrizioni della normativa fitosanitaria comunitaria e nazionale, in caso di ritrovamento di patogeni da quarantena, impongono scelte e provvedimenti urgenti, anche in considerazione della diffusione della malattia che, dopo aver causato il disseccamento degli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando sino alla provincia di Bari, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione. “La Xylella – conclude Coldiretti-Puglia nella nota – è certamente la peggior fitopatia che l’Italia potesse conoscere che ha già colpito il 40% del territorio della nostra regione, con un danno al patrimonio olivetato che ha superato 1,6 miliardi di euro”. Ed a tale “danno” potrebbe ben presto – come abbia riferito in un nostro servizio pubblicato sull’edizione di ieri – aggiungersi la “beffa” della perdita di circa 100milioni di euro del Psr-Puglia (2014-2020) qualora l’Ue non dovesse concedere un’ulteriore proroga dei termini per la spesa di tali fondi comunitari di programmazione concessi alla nostra Regione. Infatti, la Puglia è l’unico caso in Europa di una regione che per due anni consecutivi non è riuscita a spendere tutto ciò che l’Ue ha messo a disposizione per il sostegno e lo sviluppo del comparto Primario. Altro che… primato per la Regione Puglia!

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 16 Dicembre 2020

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